INTRODUZIONE AL SECONDO LIBRO DI SAMUELE
Caratteristiche
principali
Il secondo libro di Samuele parla del
regno di Davide. Anticamente questo libro e il precedente costituivano un'opera
unica.
Il libro si apre con il lamento di Davide
sulla morte di Saul. Poco dopo Davide viene proclamato re dalla sua
tribù, quella di Giuda, ma deve vincere la resistenza di un figlio di
Saul e dei generali che l'appoggiano, prima di diventare re di tutto Israele
(capitoli 1- 4).
Due sono i primi atti
importanti del nuovo re: la conquista di Gerusalemme e l'insediamento nella
città dell'arca dell'alleanza. Allora Davide riceve da Dio, per bocca del
profeta Natan, la promessa di una dinastia senza fine. Egli allarga i confini
del regno e ne rende sicure le frontiere (capitoli 5 - 8).
Dal capitolo 9 inizia una storia vivacissima,
che dura fino al capitolo 20 e riprende nei capitoli 1- 2 del primo libro dei
Re. Ha come protagonista Davide e i suoi figli. Questi tentano di impadronirsi
del trono o di assicurarsi il diritto alla successione, ma, uno dopo l'altro,
scompaiono per lasciar posto all'erede designato da Dio, Salomone. Queste pagine
formano la storia dell'ascesa al trono di Salomone e furono quasi certamente
scritte proprio durante il suo regno.
Al termine
del libro, nei capitoli 21-24, sono raccolte altre notizie sul regno di Davide,
tra le quali è importante la storia dell'acquisto del terreno sul quale
Salomone edificherà il tempio.
Davide è presentato in questo libro
come un uomo di profonda fede, intelligente, coraggioso, meritevole della
simpatia del popolo, generoso e modesto. Ma i suoi difetti non vengono nascosti.
Egli peccò ma fu anche pronto ad ascoltare il profeta Natan, a
riconoscere il suo sbaglio e ad accettare il castigo.
Davide fu per Israele il re ideale e nel popolo
rimase viva la speranza in una sua dinastia che prolungasse nel tempo i benefici
del suo regno. Quando i re posteriori riveleranno le loro miserie, si
spererà in un re futuro che salvi Israele, e lo si penserà come
figlio di Davide.
Conoscere Davide, dalla
descrizione che ne fa questo libro, significa scoprire una personalità
ricca di umanità e di fede, e immersa nella concreta storia di un popolo,
piena di contraddizioni ma anche espressione di valori positivi. Ciò
aiuta a capire meglio la grandezza divina di Cristo, il figlio di Davide, che ha
portato a compimento l'abbozzo delineato mille anni prima nella figura di questo
grande re.
Schema
-
Davide re di Giuda 1, 1- 4, 12
- Davide re di
tutto Israele 5, 1 - 24, 25
a. I primi anni 5, 1
- 10, 19
b. Davide e Betsabea 11, 1 - 12,
25
c. Pericoli e difficoltà 12, 26 - 20,
26
d. Gli ultimi anni 21, 1 - 24,
25
DAVIDE RE DI GIUDA
CAPITOLO 1
DAVIDE RICEVE LA NOTIZIA DELLA MORTE DI SAUL E DI GIONATA
1 Dopo la vittoria sugli
Amaleciti, Davide tornò a Ziklag e vi passò due giorni. Nel
frattempo il re Saul era morto.
2 Il terzo
giorno arrivò dall'accampamento di Saul un uomo: aveva i vestiti
strappati e la testa coperta di polvere in segno di lutto. Quando fu davanti a
Davide s'inchinò fino a terra per rendergli omaggio.
3 - Da dove vieni? - chiese
Davide
- Sono fuggito dall'accampamento
d'Israele.
4 - Com'è andata? -
continuò Davide; - dammi notizie.
-
Durante la battaglia, - rispose, - l'esercito è stato messo in fuga,
molti soldati sono morti. Anche Saul e suo figlio Gionata sono morti.
5 - Come fai a sapere che Saul e Gionata sono
morti? - chiese Davide al giovane che aveva portato la notizia.
6 Mi trovavo per caso sul monte Gelboe, -
riprese il giovane, - quando vidi Saul chinato sulla sua lancia. I carri e i
cavalieri nemici stavano per circondarlo.
7 Saul
si voltò, mi vide e mi chiamò.
8
«Agli ordini», risposi. «Chi sei?», mi domandò.
«Sono un soldato Amalecita».
9
«Buttati su di me, mi ordinò, e fammi morire: ormai sono finito
anche se respiro ancora».
10 Allora mi sono
buttato su di lui e gli ho dato il colpo di grazia, perché avevo capito
che, ridotto così, non sarebbe sopravvissuto. Ho preso la corona che
portava sul capo e il suo bracciale e li ho portati a te, mio signore.
11 Davide si strappò i vestiti e lo
stesso fecero i suoi uomini.
12 Fino al tramonto
essi celebrarono il lutto: non presero cibo e piansero la morte di Saul e di suo
figlio Gionata, la sconfitta del popolo del Signore e gli Israeliti morti in
battaglia.
13 Poi Davide disse al giovane che
gli aveva portato la notizia:
- Tu chi
sei?
- Il figlio di un Amalecita che risiede tra
voi, - rispose.
14 - E tu hai osato colpire a
morte il re consacrato dal Signore? - replicò Davide.
15-16 Chiamò quindi uno dei suoi servi e
gli ordinò:
- Vieni qui e uccidi
quest'uomo! E all'Amalecita disse:
- Sei tu la
causa della tua morte. Hai pronunziato la tua condanna quando hai dichiarato di
aver ucciso il re consacrato dal Signore. Il servo colpì l'Amalecita e
l'uccise.
LAMENTO DI DAVIDE PER LA MORTE DI SAUL E DI GIONATA
17 Per la morte di Saul e di
Gionata Davide compose un canto funebre
18 e
ordinò che fosse fatto conoscere tra la gente del territorio di Giuda.
S'intitola il "Canto dell'Arco" ed è contenuto nel "Libro del Giusto".
19 «I tuoi uomini più forti, o
Israele,
giacciono trafitti sulle tue colline:
perché sono morti gli eroi?
20 Non portate questa
notizia
agli abitanti di Gat,
non date l'annunzio nelle
strade
di Ascalon:
non devono far festa le ragazze filistee,
non devono esultare le donne di quella gente
senza Dio.
21
Colline di Gelboe, rugiada, pioggia
e acque di
sorgente
non bagnino più
la vostra terra:
perché là rimasero
abbandonati
gli scudi degli eroi,
nessuno più ripulì con olio lo
scudo di Saul.
22 L'arco di
Gionata
spargeva il sangue dei nemici,
trafiggeva le carni di eroi.
La spada di
Saul
mai cessava di colpire.
23 Saul e Gionata, cari e amati,
uniti nella vita, uniti nella morte,
veloci come aquile, forti come leoni.
24 Ragazze d'Israele, piangete il re Saul:
egli vi dava vestiti di porpora,
vi rivestiva d'oro e di gioielli.
25 Perché sono caduti gli eroi
nel furore della battaglia?
Gionata è morto e giace sulla collina.
26 Tu eri carissimo per me,
Gionata, come un fratello.
Per me il tuo amore era dolce
più che l'amore di donna.
Grande dolore hai lasciato in me.
27 Perché sono morti gli eroi?
Perché sono a terra le loro
armature?».
CAPITOLO
2
DAVIDE E' CONSACRATO RE DI GIUDA A EBRON
1 Dopo questi fatti, Davide
invocò il Signore e gli domandò:
-
Devo andare in qualche città del territorio di
Giuda?
- Sì, - rispose il Signore.
- In quale
città?
- A
Ebron
2 Davide andò a Ebron e portò
con sé le sue due mogli: Achinoam, proveniente da Izreel, e Abigail, che
era stata prima la moglie di Nabal, proveniente da Carmel.
3 Portò con sé anche i suoi uomini
con le loro famiglie, ed essi si fermarono nei villaggi vicini a Ebron.
4 Gli uomini della tribù di Giuda vennero
a Ebron e consacrarono Davide loro re. Davide fu informato che gli abitanti di
Iabes di Galaad avevano dato sepoltura a Saul.
5
Allora mandò alcuni messaggeri a dire loro: «Il Signore vi benedica
per la fedeltà che avete dimostrato verso Saul, il vostro re, dandogli
sepoltura.
6 Il Signore mantenga la sua
bontà e la sua fedeltà verso di voi. Da parte mia, m'impegno a
trattarvi bene per quel che avete fatto a Saul.
7 Riprendete, dunque, coraggio e dimostratevi
uomini di valore. Il vostro signore Saul è morto. Ora il popolo di Giuda
ha consacrato me come suo re».
IS-BAAL E' DICHIARATO RE D'ISRAELE
8 Il comandante dell'esercito
di Saul, Abner figlio di Ner, prese con sé Is-Baal figlio di Saul e lo
condusse a Macanaim al di là del Giordano.
9 Là egli lo fece re dei territori di
Galaad, Aser, Izreel, Efraim e Beniamino: in breve, di tutto Israele.
10 Is-Baal aveva quarant'anni quando fu fatto
re, e regnò su Israele per due anni. Però il territorio di Giuda
rimase sotto Davide.
11 Egli regnò a
Ebron sul popolo di Giuda per sette anni e mezzo.
BATTAGLIA TRA GIUDA E ISRAELE A GABAON
12 Le truppe di Is-Baal figlio
di Saul, guidate da Abner figlio di Ner, lasciarono Macanaim e andarono a
Gabaon.
13 Allora anche le truppe di Davide,
guidate da Ioab figlio di Zeruia, si misero in marcia. I due eserciti si
incontrarono alla grande cisterna di Gabaon e si fermarono sui lati opposti.
14 Abner propose a Ioab:
- Facciamo combattere davanti a noi soltanto due
gruppi dei nostri giovani.
Ioab accettò.
15 Si fecero avanti ventiquattro soldati: dodici
della tribù di Beniamino per Is-Baal figlio di Saul e dodici della truppa
di Davide.
16 Ognuno di loro afferrò il
suo avversario per la testa e si conficcarono l'un l'altro la spada nel fianco.
Così morirono tutti insieme. Da allora quel luogo presso Gabaon fu
chiamato il "Campo delle Spade".
17 Poi ci fu una
durissima battaglia per l'intero giorno: Abner e i suoi soldati furono sconfitti
dalle truppe di Davide.
18 Alla battaglia
parteciparono tutti e tre i figli di Zeruia: Ioab, Abisai e Asael. Quest'ultimo
era più veloce di una gazzella selvatica.
19 Si mise a inseguire Abner e corse senza sosta
dietro di lui.
20 A un certo punto Abner si
voltò e gli chiese:
- Tu sei
Asael?
- Sì, rispose.
21 - Cambia direzione, - gli disse Abner; -
insegui qualche soldato, così potrai impadronirti della sua armatura. Ma
Asael non smise di inseguire Abner.
22 Abner si
voltò ancora per dirgli: - Smettila di inseguire me! Vuoi che ti uccida?
Poi dovrò rompere i rapporti con tuo fratello Ioab.
23 Ma Azael non lo ascoltò. Allora Abner,
con un colpo di lancia all'indietro, lo colpì nel ventre. La lancia gli
uscì dalla schiena. Asael cadde a terra e mori. Tutti gli altri
inseguitori si fermarono là dove Asael giaceva a terra.
24 Ma Ioab e Abisai continuarono a inseguire
Abner. Al tramonto essi giunsero alla collina di Amma, di fronte a Ghiach, sulla
strada del deserto di Gabaon.
25 Là, gli
uomini della tribù di Beniamino si schierarono in gruppo compatto per
difendere Abner e occuparono la sommità di un colle.
26 Abner chiamò Ioab e gli gridò:
- Continueremo senza fine a uccidere? Non sai
che questa lotta avrà una triste conclusione? Non sarebbe ora che tu
ordinassi ai tuoi uomini di cessare l'inseguimento dei loro
fratelli?
27 Ioab rispose:
- Com'è vero che Dio vive, se non dicevi
queste parole i miei uomini avrebbero continuato a inseguire i loro fratelli
fino all'alba.
28 Poi Ioab suonò la
tromba: il suo esercito si fermò e smise l'inseguimento e la battaglia.
29 Abner e i suoi uomini marciarono tutta la
notte attraverso il deserto, passarono il Giordano, attraversarono tutta la zona
del Bitron e giunsero a Macanaim.
30 Di ritorno
dall'inseguimento di Abner, Ioab radunò le truppe: oltre ad Asael
mancavano diciannove uomini dell'esercito di Davide.
31 Ma le truppe di Davide avevano ucciso
trecentosessanta uomini appartenenti alla tribù di Beniamino e alle
truppe di Abner.
32 Ioab e i suoi uomini
raccolsero il cadavere di Asael e lo seppellirono nella tomba di suo padre, a
Betlemme. Poi continuarono la marcia tutta la notte e giunsero a Ebron allo
spuntar del giorno.
CAPITOLO
3
1 Il contrasto tra la famiglia di Saul e quella
di Davide durò molto tempo. Tuttavia Davide diventava sempre più
forte, mentre gli altri s'indebolivano sempre più.
I FIGLI DI DAVIDE NATI A EBRON
(vedi 1 Cronache 3, 1 -
4)
2 A Ebron Davide ebbe questi figli: Ammon, il
primo, gli nacque dalla moglie Achinoam della città di Izreel;
3 Kileab, il secondo, nacque da Abigail, la
vedova di Nabal della città di Carmel; Assalonne, il terzo, nacque da
Maaca, figlia di Talmai re di Ghesur;
4 Adonia,
il quarto, nacque da Agghit; Sefatia, il quinto, nacque da Abital;
5 Itream, il sesto, nacque da Egla, un'altra
moglie di Davide. Questi sono i figli di Davide nati a Ebron.
ABNER ABBANDONA IS-BAAL
6 Mentre continuava il
contrasto tra Davide e i seguaci della famiglia di Saul, tra questi ultimi Abner
diventava sempre più potente.
7 Un giorno
Is-Baal accusò Abner:
- Tu sei stato con
una donna già concubina di mio padre, una certa Rizpa figlia di Aia!
8 Abner si offese molto e rispose a Is-Baal: -
Pensi che io sia un venduto a quelli di Giuda? Sono sempre stato leale con la
famiglia di tuo padre Saul, con i suoi parenti e i suoi seguaci. Io ho fatto in
modo che tu non cadessi in mano a Davide e ora mi accusi per una faccenda di
donne!
9 Che Dio mi punisca severamente se da
oggi non mi darò da fare perché si realizzi quel che il Signore ha
giurato a Davide:
10 di togliere il regno alla
famiglia di Saul e stabilire il dominio di Davide su tutto il popolo di Giuda e
su quello d'Israele, dal nord fino al sud, da Dan fino a Bersabea.
11 Is-Baal non seppe che cosa rispondergli,
perché aveva paura di lui.
ABNER SI ALLEA CON DAVIDE
12 Abner mandò subito
messaggeri a Davide per dirgli: «A chi andrà il dominio su tutto il
territorio? Fa' un patto con me e ti aiuterò a far passare dalla tua
parte tutto il popolo d'Israele».
13
«Bene, - gli mandò a dire Davide; - sono disposto ad allearmi con
te, ma a una condizione: prima di venire a incontrarmi, fa' tornare da me mia
moglie Mikal, figlia di Saul. Altrimenti non farti
vedere».
14 Intanto Davide mandò
messaggeri a dire a Is-Baal figlio di Saul: «Restituiscimi mia moglie Mikal
che ho sposato in cambio dell'uccisione di cento
Filistei».
15 Is-Baal mandò a
prendere Mikal a casa del marito Paltiel figlio di Lais.
16 Egli l'accompagnò piangendo fino a
Bacurim. Qui Abner ordinò a Paltiel di tornare indietro ed egli
ubbidì.
17 Abner, intanto, si
incontrò con i responsabili d'Israele e disse loro: «Da tempo voi
cercate di avere Davide come re.
18 E' il
momento di agire, perché il Signore ha promesso a Davide, suo servo, che
per mezzo di lui libererà Israele, suo popolo, dai Filistei e da tutti
gli altri nemici».
19 Abner ebbe colloqui
anche con la tribù di Beniamino e poi andò a Ebron per riferire a
Davide stesso le decisioni dei responsabili d'Israele e di Beniamino.
20 Giunse a Ebron con venti uomini e Davide
offrì a tutti un banchetto.
21 Abner
disse a Davide: «Sono pronto a partire e a radunare tutti gli Israeliti
sotto la tua sovranità. Essi faranno un patto con te e tu sarai, come
desideri, re di tutto il territorio». Alla fine Davide lo congedò e
lo lasciò andare in pace.
ABNER E' UCCISO DA IOAB
22 Abner aveva già
lasciato Davide e se n'era andato in pace quando Ioab, con le truppe di Davide,
tornò a Ebron con un grande bottino dopo un saccheggio.
23 Appena giunto con le truppe, Ioab fu
informato che Abner, figlio di Ner, era venuto dal re e che Davide lo aveva
lasciato andare in pace.
24 Ioab andò dal
re e gli chiese: «Che cos'hai fatto? E' venuto da te Abner, e tu l'hai
lasciato andar via in pace? Perché?
25
Sai chi è Abner figlio di Ner: certamente egli è venuto per
ingannarti, per spiare le tue mosse e scoprire quel che stai
facendo».
26 Ioab lasciò Davide e
mandò messaggeri a raggiungere Abner al pozzo di Sira. All'insaputa di
Davide lo fece tornare indietro.
27 Quando Abner
fu di nuovo a Ebron, Ioab lo tirò in disparte dietro la porta della
città, fingendo di volergli parlare in segreto. Lo colpì nel
ventre e l'uccise, per vendicare la morte di suo fratello Asael.
28 Quando seppe l'accaduto, Davide
dichiarò: «Il Signore sa che io e i miei sudditi siamo del tutto
innocenti dell'uccisione di Abner figlio di Ner.
29 La punizione ricada su Ioab e sulla sua
famiglia. Ci sia sempre qualcuno, nella famiglia di Ioab, colpito da malattie
che rendono impuri o costretto a lavori femminili o ucciso di spada o ridotto
alla fame».
30 Ioab e suo fratello Abisai si
erano vendicati contro Abner, perché aveva ucciso il loro fratello Asael
nella battaglia di Gabaon.
31 Davide
ordinò a Ioab e a tutti i suoi uomini: «Strappatevi i vestiti,
indossate vesti di sacco e fate il lutto per Abner». Anch'egli, il re,
partecipò al corteo funebre dietro il corpo del defunto.
32 Abner fu sepolto a Ebron. Davide pianse ed
espresse a voce alta il suo dolore davanti alla tomba. Anche tutto il popolo
piangeva.
33 Poi il re pronunziò questo
canto funebre in onore di Abner:
«Perché sei morto, Abner? morto
senza ragione?
34 Le tue mani non erano legate,
i tuoi piedi non erano in catene: sei morto come uno sorpreso dai
briganti». Tutto il popolo continuò ancora a piangere la morte di
Abner.
35 Alla fine, poiché era ancora
giorno, tutti insistettero perché Davide mangiasse qualcosa, ma egli
giurò: «Il Signore mi punisca severamente se mangerò un pezzo
di pane o qualsiasi cibo prima del
tramonto».
36 Tutta la gente notò e
apprezzò il comportamento di Davide, così come sempre apprezzava
ogni cosa che faceva il re.
37 Tutti, anche gli
Israeliti del nord, capirono in quel giorno che la morte di Abner figlio di Ner
non era stata voluta dal re.
38 Davide disse ai
suoi collaboratori: «Rendetevi conto che oggi è morto un grande capo
in Israele.
39 Sebbene io sia il re consacrato,
oggi sono un debole rispetto alla durezza di questi uomini, i figli di Zeruia.
Ma il Signore tratterà i malvagi come si meritano».
CAPITOLO 4
IS-BAAL È ASSASSINATO
1 Quando seppe che Abner era
morto a Ebron, Is-Baal figlio di Saul perse coraggio e anche tutto Israele ebbe
paura.
2 Il figlio di Saul aveva ai suoi ordini
due capi di bande armate. Essi si chiamavano Baana e Recab ed erano figli di un
certo Rimmon della località di Beerot. Facevano parte della tribù
di Beniamino come tutti quelli di Beerot,
3 da
quando si erano rifugiati a Ghittaim dove abitano anche oggi, e si erano
stabiliti là come forestieri residenti.
4
Vi era un altro discendente di Saul, un suo nipote, figlio di Gionata, di nome
Mefibaal. Aveva tutt'e due i piedi storpi da quando aveva cinque anni. La sua
nutrice infatti lo aveva fatto cadere per la fretta di fuggire, quando
arrivò da Izreel la notizia della morte di Saul e di Gionata.
5 Un giorno i due capibanda, Baana e Recab figli
di Rimmon da Beerot, nell'ora più calda della giornata, andarono in casa
di Is-Baal mentre egli riposava.
6 Entrarono in
casa con il pretesto di prendere del grano, colpirono Is-Baal al ventre e
fuggirono via.
7 Quando erano entrati in casa,
avevano trovato Is-Baal sdraiato sul letto in camera sua a riposare. Dopo averlo
colpito e ucciso, gli tagliarono la testa e la portarono via. Poi si avviarono
per la strada della valle del Giordano e camminarono tutta la notte.
8 Giunsero a Ebron e portarono la testa di
Is-Baal al re Davide e gli dissero:
- Ecco la
testa di Is-Baal, il figlio del tuo nemico Saul che aveva attentato alla tua
vita. Ora, o nostro re, il Signore ti ha dato piena vendetta su Saul e i suoi
discendenti.
9 Davide rispose a Recab e a suo
fratello Baana, figli di Rimmon da Beerot:
- Il
Signore, che mi ha liberato da ogni pericolo, mi è testimone!
10 L'uomo che a Ziklag mi annunziò la
morte di Saul credeva di portarmi una bella notizia. Io l'ho preso e l'ho messo
a morte: questa è stata la sua ricompensa.
11 Adesso due delinquenti uccidono un innocente
nel sonno a casa sua: non mi resta che punirvi come assassini ed eliminarvi
dalla faccia della terra.
12 Davide
ordinò ai suoi uomini di uccidere quei due. Poi tagliarono ai cadaveri le
mani e i piedi e li esposero presso la cisterna di Ebron. La testa di Is-Baal
invece fu deposta nella tomba di Abner a Ebron.
DAVIDE RE DI TUTTO ISRAELE
CAPITOLO
5
DAVIDE E' CONSACRATO RE D'ISRAELE
(vedi 1 Cronache 11, 1-3)
1 Tutte le tribù d'Israele si radunarono
a Ebron e dichiararono a Davide: «Noi ci consideriamo tuoi fratelli di
sangue.
2 Già da parecchio tempo, quando
su di voi regnava ancora Saul, guidavi tu il popolo d'Israele nelle sue
battaglie. Il Signore ti ha fatto la promessa che sarai tu la guida del suo
popolo, il capo d'Israele».
3 Allora Davide,
alla presenza del Signore, concluse un'alleanza con tutti i responsabili
d'Israele che erano venuti da lui a Ebron. Essi lo consacrarono re d'Israele.
4 Davide aveva trent'anni quando divenne re e
regnò quarant'anni:
5 sette anni e mezzo
a Ebron sulla tribù di Giuda e trentatré a Gerusalemme su tutte le
tribù d'Israele e su quella di Giuda.
DAVIDE S'IMPADRONISCE DI GERUSALEMME
(vedi 1 Cronache 11, 4-9; 14,
1-2)
6 Il re e i suoi uomini marciarono contro
Gerusalemme e i Gebusei che abitavano quella regione. I Gebusei pensavano che
Davide non avrebbe potuto prendere la loro città e gli mandarono a dire:
«Non riuscirai a entrare in città: anche zoppi e ciechi ti
respingerebbero».
7 Invece Davide
s'impadronì della fortezza di Sion che poi si chiamò Città
di Davide.
8 In quell'occasione Davide disse ai
suoi uomini: «Chi vuol colpire i Gebusei, raggiungerà quei ciechi e
quegli zoppi che vogliono la morte di Davide, attraverso il canale». Da
questo episodio è venuto il detto: «Ciechi e zoppi non entreranno
nella casa del Signore».
9 Davide si
stabilì nella fortezza che chiamò Città di Davide. Tra il
terrapieno chiamato il Millo e la sua abitazione Davide fece nuove costruzioni
tutt'intorno.
10 Egli diventava sempre
più potente e il Signore, Dio degli eserciti, era con lui.
11 Chiram, re della città di Tiro,
mandò a Davide alcuni messaggeri con una fornitura di legname pregiato.
Gli mandò anche carpentieri e tagliapietre, ed essi costruirono il
palazzo di Davide.
12 Davide capì che il
Signore lo aveva confermato re d'Israele e sosteneva il suo regno per amore
d'Israele, suo popolo.
I FIGLI DI DAVIDE NATI A GERUSALEMME
(vedi 1 Cronache 3, 5 - 9; 14,
3 - 7)
13 Dopo essersi trasferito da Ebron a
Gerusalemme, Davide prese qui altre mogli e concubine: queste gli diedero figli
e figlie.
14 I figli che Davide ebbe a
Gerusalemme sono: Sammua, Sobab, Natan, Salomone,
15 Ibcar, Elisua, Nefeg, Iafia,
16 Elisama, Eliada ed Elifelet.
DAVIDE VINCE I FILISTEI
(vedi 1 Cronache 14, 8 -
16)
17 I Filistei, quando seppero che gli
Israeliti avevano consacrato Davide re d'Israele, organizzarono una spedizione
per catturarlo. Davide ne fu informato e si spostò in un luogo
fortificato.
18 I Filistei giunsero nella valle
di Refaim e l'occuparono.
19 Davide
invocò il Signore e gli chiese:
- Devo
attaccare i Filistei? Mi darai la vittoria?
Il
Signore gli diede questa risposta:
- Attaccali!
Ti darò certamente la vittoria su di loro.
20 Davide andò a Baal- Perazim e
sconfisse i Filistei. In quell'occasione Davide dichiarò: «Il
Signore ha fatto uno squarcio nello schieramento nemico con la stessa forza di
un'inondazione». Per questo chiamò quella località Baal-
Perazim (Signore dello squarcio).
21 I Filistei
abbandonarono sul posto alcuni loro idoli, e Davide e i suoi uomini li presero.
22 In seguito i Filistei ricominciarono a
invadere la valle di Refaim.
23 Davide
invocò il Signore ed ebbe questa risposta: «Non attaccarli da questa
parte, ma alle spalle, di fronte al bosco dei gelsi.
24 Quando sentirai un rumore simile a qualcosa
che passa sulle cime dei gelsi, sta' attento! In quel momento io marcerò
davanti a te per colpire l'esercito
filisteo».
25 Davide fece come il Signore
aveva ordinato: sconfisse i Filistei da Gabaa fino all'ingresso di Ghezer.
CAPITOLO 6
DAVIDE TRASPORTA L'ARCA A GERUSALEMME
(vedi 1 Cronache 13, 1-14)
1 Davide radunò di nuovo tutti i
trentamila guerrieri d'Israele.
2 Poi,
accompagnato da tutta la gente che era con lui, andò a Baala nel
territorio di Giuda, per prendere l'arca di Dio che è dedicata al nome
del «Signore degli eserciti che siede sui
cherubini».
3 Presero l'arca di Dio dalla
casa di Abinadab, sulla collina, e la caricarono su un carro nuovo guidato da
Uzza e Achio suoi figli.
4 Achio camminava
davanti all'arca.
5 Davide e tutti gli Israeliti
danzavano davanti al Signore, accompagnati da strumenti musicali fatti con legno
di cipresso, da cetre, arpe, tamburi, sistri e cembali.
6 Ma quando arrivarono presso la fattoria di
Nacon, i buoi inciamparono: Uzza, con la mano, trattenne l'arca di Dio.
7 Il Signore si adirò contro Uzza: per
quell'errore Dio lo colpì. Uzza morì sul posto presso l'arca di
Dio.
8 Davide fu sconvolto per l'intervento del
Signore contro Uzza. Chiamò la località Perez- Uzza (Punizione di
Uzza) e quel nome è rimasto fino ad oggi.
9 A causa di quell'episodio Davide ebbe paura
del Signore e si chiese: «Come potrebbe venire nella mia casa l'arca del
Signore?».
10 Perciò non la volle
portare a casa sua, nella Città di Davide, ma la depositò in casa
di un certo Obed-Edom, originario della città di Gat.
11 Così l'arca del Signore rimase per tre
mesi nella casa di Obed-Edom. Il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la sua
famiglia.
ARRIVO DELL'ARCA A GERUSALEMME
(vedi 1 Cronache 15, 25 - 16,
3)
12 Il re Davide fu informato che il Signore
aveva benedetto la casa di Obed-Edom e tutti i suoi beni a causa dell'arca di
Dio. Allora trasportò con gioia l'arca dalla casa di Obed-Edom alla
Città di Davide.
13 Quando i portatori
dell'arca del Signore ebbero fatto sei passi, Davide offrì in sacrificio
un bue e un vitello ingrassato.
14 Davide
portava l'efod sacerdotale di lino e danzava con entusiasmo davanti al Signore.
15 Insieme con tutti gli Israeliti egli
trasportò l'arca del Signore tra grida di gioia e suoni di trombe.
16 Quando l'arca del Signore giunse alla
Città di Davide, Mikal figlia di Saul si affacciò alla finestra:
vide il re David che, secondo il rito, saltava e danzava davanti al Signore e,
in cuor suo, lo disprezzò.
17 Alla fine
l'arca del Signore fu collocata al suo posto al centro della tenda che Davide
aveva fatto preparare, ed egli offrì al Signore vari sacrifici.
18 Terminati i sacrifici, Davide benedisse il
popolo nel nome del Signore degli eserciti.
19
Distribuì viveri a tutto l'esercito e alla moltitudine degli Israeliti,
uomini e donne: diede a ciascuno una focaccia di pane, una porzione di carne e
una di uva secca. Poi ognuno ritornò a casa sua.
20 Anche Davide si avviò per salutare la
sua famiglia. Gli venne incontro Mikal figlia di Saul e disse:
- Bella figura ha fatto oggi il re d'Israele: si
è fatto vedere mezzo svestito anche dalle serve dei suoi dipendenti come
avrebbe fatto un uomo da nulla.
21 Davide le
rispose:
- Io ho fatto festa in onore del
Signore che ha scelto me come capo d'Israele, suo popolo, al posto di tuo padre
o di un suo discendente. In onore del Signore lo farò ancora.
22 Anzi, personalmente mi umilierò e mi
abbasserò ancora di più. Ma le serve di cui tu parli sapranno
mostrarmi rispetto.
23 Mikal figlia di Saul non
ebbe figli fino alla morte.
CAPITOLO
7
DIO PROMETTE A DAVIDE UNA CONTINUA DISCENDENZA
(vedi 1 Cronache 17,
1-15)
1 Il re Davide andò ad abitare nel
suo palazzo. Il Signore gli dava tranquillità da tutti i suoi nemici.
2 Un giorno egli chiamò il profeta Natan
e gli disse:
- Come vedi, io abito in un bel
palazzo costruito con legname pregiato, mentre l'arca di Dio è custodita
in una semplice tenda.
3 Natan rispose al re:
- Fa' pure come hai progettato, perché il
Signore ti approva.
4 Ma quella stessa notte il
Signore disse a Natan:
5 «Devi andare a
parlare al mio servo Davide. Gli dirai che la parola del Signore è
questa: Non sarai tu a costruirmi una casa dove io abiterò.
6 Da quando ho liberato gli Israeliti
dall'Egitto, fino a oggi, io non ho mai abitato in un tempio, ma li ho
accompagnati avendo come Abitazione una tenda.
7
Ho fatto, insieme con gli Israeliti, molto cammino e ho affidato a molti capi il
compito di guidare Israele, mio popolo. Non ho mai chiesto a nessuno di loro,
neppure una volta, perché non mi costruivano un tempio con legname
pregiato».
8 Il Signore disse ancora a
Natan: «Devi dire al mio servo Davide che io, il Signore dell'universo, gli
mando questo messaggio: Tu eri un pastore e seguivi il gregge. Io ti ho preso di
là, per farti diventare capo d'Israele, mio popolo.
9 Sono stato al tuo fianco in ogni tua impresa,
ho distrutto tutti i nemici che incontravi e ora ti farò diventare molto
famoso come gli uomini più importanti della terra.
10 Voglio fissare per il mio popolo, Israele, un
luogo dove possa stabilirsi e abitare senza più paura di nessuno. Non
sarà più oppresso da gente malvagia, come avveniva un tempo,
11 anche quando avevo messo i giudici a capo
d'Israele, mio popolo. Ora, invece, ti ho dato tranquillità da tutti i
tuoi nemici. E io, il Signore, ti annunzio che sarò io a costruire a te
una casa!
12 Quando, al termine della tua
vecchiaia, morirai e sarai sepolto con i tuoi padri, io metterò al tuo
posto uno dei tuoi figli, nato da te, e fortificherò il suo regno.
13 Sarà lui a costruire una casa per me,
e io gli assicurerò per sempre una dinastia.
14 Lui sarà un figlio per me, e io
sarò suo padre: se peccherà, lo castigherò con mezzi umani,
come un padre castiga il figlio,
15 ma non gli
toglierò mai il mio appoggio, come invece ho fatto con Saul, che ho
respinto per far posto a te.
16 La tua famiglia
e il tuo regno saranno stabili per sempre dopo di te, e la tua dinastia non
finirà mai».
17 Natan riferì a
Davide tutto quel che Dio gli aveva fatto conoscere in questa visione.
DAVIDE RINGRAZIA IL SIGNORE
(vedi 1 Cronache 17, 16 -
27)
18 Davide andò nella tenda alla
presenza del Signore e pronunziò questa preghiera: «O Signore Dio,
tu mi hai fatto arrivare a una meta che né io né la mia famiglia
potevamo pensare.
19 Ma per te tutto questo
è ancora poco, o Signore Dio. Ora mi hai fatto una promessa per il
lontano avvenire della mia famiglia e l'hai manifestata a un semplice uomo, o
Signore Dio.
20 «Non so quali altre cose
potrei dirti, o Signore Dio: tu mi conosci, sono il tuo servo.
21 Tu infatti hai voluto fare grandi cose per
fedeltà alla tua parola e me le hai rivelate.
22 Quanto sei grande, Signore Dio! Mai abbiamo
sentito parlare di un Dio come te. All'infuori di te non c'è nessun altro
Dio.
23 Non c'è sulla terra nessun altro
popolo come il tuo: tu sei andato a liberare soltanto Israele per farne il tuo
popolo e dargli il tuo nome. Hai fatto in suo favore cose grandi e terribili.
Dopo averlo liberato dagli Egiziani e dalle loro divinità, hai scacciato
le nazioni che ostacolavano il suo cammino.
24
Hai fatto d'Israele il tuo popolo per sempre e sei diventato, o Signore, il loro
Dio.
25 «Ora, Signore Dio, realizza quel
che hai detto, mantieni per sempre questa promessa che riguarda me, tuo servo, e
la mia dinastia.
26 Così, la tua gloria
sarà grande per sempre. Tutti diranno: il Signore dell'universo è
veramente il Dio d'Israele. Così, la dinastia di Davide, tuo servo,
rimarrà stabile per sempre.
27 Tu stesso,
Signore dell'universo e Dio d'Israele, mi hai fatto conoscere il proposito di
darmi una dinastia. Per questo io, tuo servo, ho avuto il coraggio di farti
questa preghiera.
28 Tu sei Dio, o Signore, tu
mi hai fatto questa grande promessa, e la tua parola è degna di fede.
29 Benedici la mia dinastia perché duri
per sempre davanti a te. Tu l'hai promesso, o Signore: la mia dinastia
sarà per sempre benedetta da te».
CAPITOLO 8
VITTORIE DI DAVIDE SUI POPOLI VICINI
(vedi 1 Cronache 18, 1-12)
1 Dopo questi fatti Davide sconfisse i Filistei,
li umiliò e li privò del dominio sulla regione.
2 Vinse anche i Moabiti, fece stendere i
prigionieri per terra e ne uccise due su tre. Obbligò tutti gli abitanti
di Moab a pagare tributi.
3 Davide sconfisse
anche Adad-Ezer, figlio di Recob, re di Zoba, che si era mosso per estendere il
suo dominio verso il fiume Eufrate.
4 Davide
fece prigionieri millesettecento cavalieri e ventimila soldati di fanteria.
Tenne i cavalli per cento carri, fece tagliare i garretti agli altri.
5 Gli Aramei di Damasco vennero in aiuto di
Adad-Ezer, re di Zoba, ma Davide li sconfisse e uccise ventiduemila uomini.
6 Davide assoggetto il regno arameo di Damasco,
vi mise guarnigioni militari e lo obbligò a pagare tributi. In tutte
queste guerre il Signore fece vincere Davide.
7
Davide s'impadronì degli scudi d'oro degli uomini di Adad-Ezer e li
trasportò a Gerusalemme.
8 Dalle
città di Betach e Berotai, che appartenevano ad Adad-Ezer, il re Davide
portò via una gran quantità di bronzo.
9-10 Il re di Camat, Tou, che era sempre stato
in lotta con Adad-Ezer, venne a sapere che Davide l'aveva sconfitto. Allora
mandò suo figlio Ioram a far visita al re Davide e a congratularsi con
lui per la vittoria su Adad-Ezer e gli regalò molti oggetti d'oro,
d'argento e di bronzo.
11 Davide riservò
per il culto del Signore tutto questo oro e argento, insieme con quello che
aveva preso ad altri popoli da lui sconfitti:
12
agli Edomiti, ai Moabiti, agli Ammoniti, ai Filistei e agli Amaleciti. Lo stesso
fece del bottino preso ad Adad-Ezer figlio di Recob, re di Zoba.
13 Davide si acquistò grande fama quando,
di ritorno dalla spedizione contro gli Aramei, sconfisse nella valle del Sale
diciottomila Edomiti.
14 Davide mise guarnigioni
militari in tutto il territorio degli Edomiti e lo sottomise al suo dominio. In
tutte queste guerre il Signore fece vincere Davide.
LISTA DEI FUNZIONARI DI DAVIDE
(vedi 1 Cronache 18, 14-
17)
15 Davide regnò su tutti gli Israeliti
e assicurò l'amministrazione della giustizia nei confronti di tutto il
popolo.
16 Ioab figlio di Zeruia era il
comandante in capo dell'esercito. Giosafat figlio di Achilud era archivista.
17 Zadok figlio di Achitub ed Achimelech figlio
di Ebiatar erano sacerdoti. Il segretario era Seraia.
18 Benaia figlio di Ioiada comandava la guardia
del corpo: i Cretei e i Peletei. I figli di Davide erano sacerdoti.
CAPITOLO 9
DAVIDE ACCOGLIE MEFIBAAL
1 Un giorno Davide
domandò: «E' rimasto in vita ancora qualcuno della famiglia di Saul?
Vorrei mostrargli la mia amicizia in ricordo di
Gionata».
2 Fu chiamato allora un certo
Ziba, che era alle dipendenze della famiglia di Saul. Il re gli chiese:
- Tu sei Ziba?
-
Sì, mio signore, - rispose.
3 -
C'è ancora qualcuno della famiglia di Saul? - chiese il re; - vorrei
mostrargli la mia amicizia come ho promesso a Dio.
- C'è un figlio di Gionata, - rispose
Ziba al re, - con tutt'e due i piedi storpi.
4 -
Dove abita? - continuò il re.
- Sta in
casa di Machir figlio di Ammiel, a Lodebar, - rispose Ziba.
5 Il re lo mandò a prendere dalla casa di
Machir figlio di Ammiel, a Lodebar.
6 Il figlio
di Gionata e nipote di Saul si chiamava Mefibaal. Egli venne dal re Davide e si
inchinò profondamente davanti a lui:
-
Mefibaal! - lo salutò il re.
- Ai tuoi
ordini! - rispose.
7 - Non aver timore, -
continuò Davide; - voglio mostrarti la mia amicizia per amore di Gionata
tuo padre. Voglio restituirti le terre che appartenevano a tuo nonno Saul e
invitarti d'ora in poi alla mia mensa.
8 -
Grazie, mio signore, tu ti preoccupi di un povero disgraziato come me, - rispose
Mefibaal inchinato fino a terra.
9 Davide
chiamò allora Ziba servo di Saul e gli disse:
- Ho donato a questo nipote di Saul tutto quel
che apparteneva a Saul e alla sua famiglia.
10
Tu, con i tuoi figli e i tuoi servi, coltiverai i terreni che appartenevano a
Saul e i raccolti serviranno a mantenere i dipendenti del tuo padrone. Mefibaal,
invece, sarà sempre mantenuto alla mia tavola. Ziba aveva quindici figli
e venti servi.
11 Egli rispose al re:
- Farò come hai ordinato, mio signore.
Così Mefibaal fu ospite del re come uno
dei suoi figli.
12 Mefibaal aveva un bambino di
nome Mica. Tutti quelli che erano alle dipendenze di Ziba ora erano al servizio
di Mefibaal.
13 Egli abitò a Gerusalemme
e mangiava alla tavola del re. Aveva tutt'e due i piedi storpi.
CAPITOLO 10
GLI AMMONITI OFFENDONO GLI INVIATI DI DAVIDE
(vedi 1 Cronache 19, 1 - 5)
1 Quando morì Nacas, re degli Ammoniti,
divenne re suo figlio Canun.
2 Davide decise di
stabilire con Canun le stesse relazioni di amicizia che aveva avuto con il
padre. Perciò mandò alcuni funzionari a portare le sue
condoglianze a Canun per la morte del padre. I messaggeri di Davide arrivarono
nel territorio degli Ammoniti.
3 Ma i
prìncipi degli Ammoniti dissero al loro re Canun: «Credi davvero che
a Davide importi tanto la memoria di tuo padre da mandarti una delegazione per
le condoglianze? Non ti rendi conto che ha mandato questa gente per spiare la
città, metter confusione e raccogliere informazioni?».
4 Allora Canun fece arrestare i messaggeri di
Davide, fece tagliare metà barba a tutti e strappare le tuniche fino a
scoprire le natiche, e li rimandò indietro.
5 Essi si vergognavano di farsi vedere in quello
stato. Il re Davide, informato del fatto, mandò a dire di fermarsi a
Gerico fino a che le loro barbe non fossero ricresciute.
DAVIDE VINCE GLI AMMONITI E GLI ARAMEI
(vedi 1 Cronache 19, 6 -
19)
6 Canun e gli Ammoniti capirono che ormai si
erano inimicati Davide. Si procurarono a pagamento ventimila soldati dagli
Aramei di Bet- Recob e di Zoba, mille dal re di Maaca e dodicimila da Tob.
7 Davide, informato di tutto, mandò sul
posto le sue truppe scelte comandate da Ioab.
8
Gli Ammoniti si disposero in ordine di battaglia davanti alla porta della loro
capitale, mentre gli Aramei di Zoba e di Recob e gli uomini di Tob e di Maaca si
erano schierati nella campagna.
9 Ioab si rese
conto che doveva combattere su due fronti. Allora prese con sé i migliori
soldati Israeliti e si schierò di fronte agli Aramei.
10 Diede il comando del resto dell'esercito a
suo fratello Abisai e lo mandò contro gli Ammoniti.
11 Gli disse: «Se tu vedi che gli Aramei
sono più forti di me, vieni in mio aiuto; lo stesso farò io se tu
ti troverai in difficoltà con gli Ammoniti.
12 Sii forte! Combattiamo tutti con coraggio per
il nostro popolo e per la città del nostro Dio, e il Signore compia la
sua volontà».
13 Ioab con i suoi
uomini andò contro gli Aramei, i quali si diedero alla fuga.
14 Vedendo fuggire gli Aramei, scapparono anche
gli Ammoniti davanti ad Abisai e si rifugiarono dentro la città. A questo
punto Ioab sospese l'attacco e ritornò a Gerusalemme.
15 Quando si videro battuti dagli Israeliti, gli
Aramei riunirono tutte le loro forze.
16
Adad-Ezer fece venire altre truppe dagli Aramei abitanti al di là del
fiume Eufrate. Erano comandate da Sobach, capo dell'esercito di Adad-Ezer, e
giunsero a Chelam.
17 Quando Davide lo venne a
sapere, radunò tutto l'esercito d'Israele, attraversò il Giordano
e giunse a Chelam. Gli Aramei si schierarono contro Davide e l'attaccarono,
18 ma Davide e gli Israeliti li misero in fuga e
uccisero settecento combattenti sui carri e quarantamila cavalieri. Fu ucciso
anche il comandante Sobach.
19 Tutti i re
alleati di Adad-Ezer si resero conto della vittoria degli Israeliti, chiesero la
pace e si sottomisero. Da allora gli Aramei non osarono più andare in
aiuto degli Ammoniti.
CAPITOLO
11
DAVIDE E BETSABEA
1 L'anno dopo, nella stagione
primaverile, quando i re iniziano le azioni di guerra, Davide mandò le
sue guardie e tutti i soldati, al comando di Ioab, a devastare il territorio
degli Ammoniti. Essi cominciarono l'assedio della città di Rabba, mentre
Davide rimase a Gerusalemme.
2 Un pomeriggio,
dopo aver riposato, Davide andò a passeggiare sul terrazzo della reggia.
Di lassù vide una donna che faceva il bagno. Era bellissima.
3 Davide mandò a chiedere chi fosse e
seppe che era Betsabea figlia di Eliam, moglie di Uria l'ittita.
4 Davide la mandò a prendere, ebbe
rapporti con lei e poi Betsabea tornò a casa sua. Essa aveva appena
terminato i suoi riti di purificazione.
5 Quando
si accorse di essere incinta, lo mandò a dire a Davide.
6 Allora Davide mandò a Ioab l'ordine di
far venire da lui, a Gerusalemme, Uria l'Ittita. Ioab
ubbidì
7 e Uria venne. Davide gli chiese
se Ioab e l'esercito stavano bene e come andava la battaglia.
8 Poi aggiunse: «Ora va' a casa tua e
goditi un po' di riposo». Uria uscì dalla reggia e Davide gli fece
portare un regalo.
9 Ma Uria si fermò a
dormire davanti alla porta della reggia, accanto agli uomini della guardia, e
non andò a casa sua.
10 Davide ne fu
informato e chiese a Uria:
- Hai fatto un lungo
viaggio: perché non vai a casa tua?
11 -
In questi giorni, - rispose Uria a Davide, - gli uomini d'Israele e di Giuda e
il mio comandante Ioab dormono sotto la tenda; le truppe della tua guardia e
anche l'arca stanno in aperta campagna. Come potrei andare a casa mia, pranzare
e dormire con mia moglie? Per la tua vita ti giuro che non farò mai una
cosa simile.
12 - Bene, - rispose Davide; - per
oggi rimani a Gerusalemme, domani ti rimanderò al campo. Uria rimase a
Gerusalemme. Il giorno dopo
13 Davide lo
invitò a pranzo, lo fece bere e ubriacare. La sera, Uria andò a
dormire sul suo giaciglio, accanto agli uomini della guardia; non entrò
in casa sua.
14 La mattina dopo Davide scrisse
una lettera per Ioab e la consegnò a Uria.
15 Nella lettera c'era quest'ordine:
«Mettete Uria in prima linea, dove la mischia è più violenta.
Poi lasciatelo solo in modo che sia colpito a morte».
LA MORTE DI URIA
16 Ioab stava assediando la
città di Rabba. Allora mandò Uria in un punto dove sapeva che i
nemici erano molto forti.
17 Infatti uscirono
dalla città alcuni uomini per un attacco contro le truppe di Ioab: alcuni
soldati e ufficiali di Davide furono colpiti a morte e tra questi anche Uria
l'ittita.
18 Ioab mandò a Davide un
messaggero con il rapporto sulla battaglia
19 e
lo avvisò: «Tu racconterai al re com'è andata la battaglia.
20 Può darsi che il re vada in collera e
si metta a dire: "Perché vi siete avvicinati fin sotto le mura per
combattere? Non sapevate che gli assediati colpiscono dall'alto delle mura?
21 Non vi ricordate come, a Tebez, morì
Abimelech figlio di Ierub- Baal, perché una donna gli tirò addosso
una pietra da mulino dall'alto delle mura? Perché siete andati fin sotto
le mura?". Se ti dirà cose simili, tu aggiungi. "E' morto anche un tuo
ufficiale, Uria l'Ittita"».
22 Il messaggero
riferì a Davide ogni cosa come gli aveva suggerito
Ioab
23 e gli spiegò: «I nemici erano
molto più forti di noi e ci avevano spinti in aperta campagna, ma poi
siamo riusciti a farli indietreggiare fino alla porta della città.
24 In quel momento gli arcieri cominciarono a
tirare frecce dall'alto delle mura e colpirono alcuni uomini della tua guardia.
Anche Uria l'Ittita morì».
25 Davide
raccomandò al messaggero di far coraggio a Ioab: «Gli dirai che in
guerra la morte colpisce ora gli uni ora gli altri. Non si scoraggi per quel che
è successo. Ora attacchi la città con forza fino a
distruggerla».
26 La moglie di Uria seppe
che suo marito era morto e si mise in lutto per lui.
27 Terminato il periodo di lutto, Davide la fece
venire in casa sua, la prese in moglie ed essa diede alla luce un bambino. Ma il
Signore non approvò quel che Davide aveva fatto.
CAPITOLO 12
IL PROFETA NATAN ANNUNZIA A DAVIDE LA PUNIZIONE
1 Il Signore mandò il
profeta Natan da Davide. Natan andò e gli disse: - In una città
vivevano due uomini, uno ricco e l'altro povero.
2 Il ricco aveva pecore e buoi in
quantità.
3 Il povero aveva soltanto una
pecorella che aveva comprato e allevato con cura. La pecorella era cresciuta in
casa insieme con lui e con i suoi figli. Egli le dava bocconi del suo pane, la
faceva bere alla sua tazza, la teneva a dormire accanto a sé. Per lui era
come una figlia.
4 Un giorno, un ospite di
passaggio giunse in casa dell'uomo ricco. Per preparargli il pranzo egli si
guardò bene dal prendere una delle sue pecore o dei suoi buoi.
Portò via la pecorella dal povero e la cucinò per l'ospite.
5 Davide andò su tutte le furie contro
quell'uomo:
- Giuro per il Signore, - disse a
Natan, - che quell'uomo meriterebbe la morte.
6
Ha agito senza alcuna pietà: pagherà quattro volte tanto la pecora
che ha rubato.
7 - Quell'uomo sei tu, - gli
disse Natan. E aggiunse:
- Ascolta quel che ti
dice il Signore Dio d'Israele: «Io ti ho consacrato re d'Israele e ti ho
liberato dagli attacchi di Saul.
8 Anzi, ho
sottomesso a te la sua famiglia; ho messo nelle tue braccia le sue donne. Ti ho
fatto diventare capo del popolo d'Israele e di Giuda. Se ciò non ti
bastasse potrei darti altro ancora.
9
Perché hai disprezzato il Signore e hai fatto il male? Tu hai fatto
morire in battaglia Uria l'Ittita. Per prenderti in moglie la sua sposa, hai
agito in modo che Uria fosse ucciso dagli Ammoniti.
10 Poiché tu mi hai disprezzato e hai
preso in moglie la sposa di Uria l'Ittita, la tua famiglia sarà per
sempre colpita da morti violente».
11 Natan
disse ancora: - Così dice il Signore: «Dalla tua stessa famiglia ti
procurerò sventure; sotto i tuoi occhi prenderò le tue mogli e le
darò a un tuo parente che si unirà a loro alla luce del sole.
12 Tu hai agito di nascosto, io invece
agirò alla luce del sole, davanti a tutti gli
Israeliti».
13 Dopo queste parole Davide
disse a Natan:
- Ho peccato contro il Signore! -
Il Signore sarà indulgente con il tuo peccato, - rispose Natan. - Tu non
morirai;
14 tuttavia, poiché hai offeso
gravemente il Signore, il bambino che ti è nato morirà.
MORTE DEL FIGLIO DI DAVIDE E DI BETSABEA
15 Dopo che Natan se ne fu
andato, il Signore colpì con una grave malattia il bambino che la moglie
di Uria aveva generato a Davide.
16 Davide
pregò per la vita del bambino: non mangiava nulla, e quando la sera si
ritirava, si coricava per terra.
17 I suoi servi
più autorevoli lo pregavano di alzarsi da terra, ma egli rifiutava e non
voleva neppure prendere un po' di cibo con loro.
18 Dopo una settimana il bambino morì. I
servi non sapevano come dargli la notizia. Dicevano tra loro: «Non
ascoltava i nostri consigli quando il bambino era in vita, se ora gli diciamo
che è morto, potrebbe fare un gesto
disperato».
19 Davide si accorse che si
consultavano tra loro e capì che il bambino era morto.
- E' morto? - domandò.
- Sì, - gli risposero.
20 Allora Davide si alzò da terra, si
lavò, si profumò e si cambiò gli abiti. Andò nel
santuario del Signore a pregare, poi tornò a casa, ordinò il
pranzo e mangiò.
21 I servi gli
domandarono:
- Come mai, quando il bambino era
vivo digiunavi e piangevi e ora che è morto ti sei risollevato e mangi?
Non riusciamo a comprendere questo tuo modo di agire.
22 - Finché il bambino era in vita, -
rispose Davide, - digiunavo e piangevo pensando: «Chi sa! forse il Signore
avrà pietà e lo farà
guarire».
23 Ora che è morto non ha
più senso il mio digiuno: non potrò certo farlo tornare in vita.
Sarò io che andrò un giorno da lui, non lui da me.
LA NASCITA DI SALOMONE
24 Davide confortò sua
moglie Betsabea. Si unì a lei ed ebbe un altro figlio che chiamò
Salomone. Il Signore amò il bambino
25 e
lo fece sapere a Davide per mezzo del profeta Natan. Per questo al bambino fu
dato anche il nome di Iedidia (Caro al Signore).
DAVIDE CONQUISTA LA CITTÀ DI RABBA
(vedi 1 Cronache 20, 1 -
3)
26 Nel frattempo Ioab attaccò Rabba,
capitale degli Ammoniti e s'impadronì della residenza del re.
27 Mandò messaggeri a Davide per
annunziargli: «Mi sono impadronito della parte bassa della città di
Rabba.
28 Raduna il resto dell'esercito e vieni
a concludere l'assedio. Altrimenti, se termino io la conquista, la vittoria
porterà il mio nome».
29 Davide
radunò l'esercito, partì per Rabba, prese il comando della
battaglia e conquistò la città.
30
La statua del dio degli Ammoniti, Milcom, aveva una corona d'oro che pesava
circa trentacinque chili e una pietra preziosa di gran pregio. Davide ne fece un
ornamento per la sua corona. Inoltre portò via dalla città un
immenso bottino.
31 Deportò gli abitanti
della città, li sottopose a lavori forzati con seghe, picconi e scuri di
ferro e li mandò nelle fornaci a fabbricare mattoni. Allo stesso modo
trattò le altre città degli Ammoniti; poi ritornò con tutto
l'esercito a Gerusalemme.
CAPITOLO
13
AMNON E TAMAR
1 Assalonne figlio di Davide
aveva una sorella di nome Tamar. Era molto bella e Amnon, un altro figlio di
Davide, si innamorò di lei.
2 Tamar era
vergine e ad Amnon sembrava impossibile riuscire ad avvicinarla Il suo amore era
così forte che finì per ammalarsi.
3 Amnon aveva un amico, un certo Ionadab, suo
cugino, figlio di Simea, un fratello di Davide. Ionadab era un uomo molto
astuto.
4 Un giorno disse ad Amnon:
- Spiegami che ti succede; figlio del re, ogni
mattina ti trovo più magro.
- Sono
innamorato di Tamar, la sorella di mio fratello Assalonne, - rispose.
5 Ionadab gli suggerì:
- Mettiti a letto e fingiti malato. Quando tuo
padre verrà a trovarti, digli: «Se venisse mia sorella Tamar a farmi
da mangiare e vedessi con i miei occhi quel che prepara, mangerei volentieri il
cibo servito da lei».
6 Amnon si mise a
letto malato, il re venne a trovarlo e Amnon gli disse: «Se venisse mia
sorella Tamar a preparare sotto i miei occhi due frittelle a forma di cuore,
dalle sue mani le prenderei».
7 Davide
mandò a chiamare a casa sua Tamar e le ordinò: «Va' in casa
di tuo fratello Amnon e preparagli da
mangiare».
8 Tamar andò a casa del
fratello Amnon che stava a letto. Sotto i suoi occhi prese la farina, fece la
pasta, preparò le frittelle e le mise a cuocere.
9 Quando furono pronte, prese la padella e
versò le frittelle davanti a Amnon. Ma lui non volle mangiarle e
ordinò a tutti di uscire. Quando tutti se ne furono
andati
10 Amnon disse a Tamar:
- Portami le frittelle in camera e dammele con
le tue mani.
Tamar prese le frittelle che aveva
cucinato e le portò nella camera di Amnon suo fratello.
11 Mentre Tamar gli dava le frittelle da
mangiare, Amnon l'abbracciò e le disse:
-
Vieni, coricati accanto a me, sorellina mia.
12
Lasciami, protestò Tamar, non fare sciocchezze. Questa violenza è
intollerabile in Israele.
13 Dove potrei andare
a nascondere il mio disonore? E tu? In Israele saresti trattato come un infame.
Piuttosto chiedi la mia mano al re, non ti dirà di no.
14 Amnon non volle ascoltare le sue proteste:
l'afferrò con forza e la violentò.
15 Ma poi sentì verso di lei un odio
profondo: cominciò a odiarla più di quanto l'aveva amata prima.
- Ora vattene, - le disse.
16 - Non me ne vado. Se mi scacci mi fai
un'offesa più grande di quella che m'hai già fatto. Ma Amnon non
volle sentir ragioni.
17 Chiamò il suo
servitore e gli ordinò:
- Portala via da
me! Mandala fuori e chiudi la porta.
18 Il servo
la cacciò fuori e chiuse la porta alle sue spalle. Tamar indossava una
tunica con le maniche lunghe, perché così vestivano le figlie
vergini del re.
19 Si strappò la tunica,
si sparse polvere sul capo e, con le mani nei capelli, andò via gridando.
20 La vide suo fratello Assalonne e le disse:
«Amnon è stato con te? Per ora taci, sorella cara, Amnon è
tuo fratellastro, cerca di star calma». Tamar rimase in casa di Assalonne
triste e abbandonata.
21 Il re Davide venne a
saper tutto. Fu molto irritato, ma non volle contrariare Amnon, perché
era il suo primogenito e l'amava molto.
22
Assalonne, invece, non rivolse più la parola ad Amnon: egli l'odiava
perché aveva disonorato sua sorella Tamar.
ASSALONNE FA UCCIDERE AMNON E FUGGE
23 Due anni dopo Assalonne
fece una festa per la tosatura dei montoni a Baal-Azor nelle vicinanze di Efraim
e decise di invitare tutti i figli del re.
24
Andò dal re e gli disse:
- Faccio la
festa per la tosatura dei montoni. Sarò onorato di avere con me il re e
la sua corte.
25 - No, figlio mio, - gli rispose
Davide; - se veniamo tutti sarà un disturbo troppo grande per te.
Assalonne insistette, ma il re non accettò l'invito e stava per
congedano.
26 Assalonne continuò:
- Se non vieni tu, lascia che venga con noi
almeno Amnon, mio fratello.
- Perché
dovrebbe venire? - replicò Davide.
27 Ma
Assalonne insistette tanto che il re mandò con lui Amnon e gli altri suoi
figli. Assalonne preparò una festa degna di un
re
28 e istruì i suoi servi: «Fate
attenzione quando Amnon sarà ubriaco. Vi darò allora l'ordine di
colpirlo: uccidetelo e non abbiate paura, ve l'ho ordinato io. Siate forti e
coraggiosi».
29 I servi colpirono Amnon come
aveva ordinato Assalonne. Gli altri figli del re saltarono sui loro muli e
fuggirono.
30 Essi erano ancora lungo la via
quando giunse a Davide questa notizia: «Assalonne ha ucciso tutti i figli
del re, non si è salvato nessuno».
31
Il re si strappò i vestiti per il dolore e si buttò a terra. Tutti
i suoi servi si strapparono le vesti e restarono accanto a lui.
32 Intervenne Ionadab, figlio di Simea fratello
di Davide: «Non pensare che siano stati uccisi tutti i tuoi figli, o re.
Sarà morto solo Amnon. Assalonne aveva già deciso così da
quando Amnon aveva violentato sua sorella Tamar.
33 Non metterti in mente che siano morti tutti:
penso che soltanto Amnon sia morto
34 e Assalonne
fuggito». Il soldato che era di sentinella vide scendere sul fianco della
collina lungo la strada di Coronaim un gruppo numeroso di persone. Corse a dirlo
al re:
- Ho visto gente sulla strada di Coronaim
scendere sul fianco della collina.
35 - Sono i
figli del re che stanno tornando, - disse Ionadab; - è proprio come avevo
detto io.
36 Aveva appena terminato di parlare
quando arrivarono i figli del re gridando e piangendo. Anche il re e i suoi
servi piansero forte.
37-38 Intanto Assalonne
era fuggito presso Talmai figlio di Ammiud, re di Ghesur, e rimase là tre
anni. Il re osservò il lutto ogni giorno per suo figlio.
39 Quando il suo dolore per la morte di Amnon si
calmò, Davide sentì il bisogno della presenza di Assalonne.
CAPITOLO 14
ASSALONNE TORNA A GERUSALEMME
1 Ioab figlio di Zeruia si
accorse che Davide pensava ad Assalonne.
2
Mandò a chiamare una donna saggia del villaggio di Tekoa e le disse:
«Fingi di essere in lutto: non profumarti, mettiti l'abito da lutto,
insomma comportati come una che piange un morto da molti giorni.
3 Poi va' a parlare al re». E Ioab
suggerì alla donna quel che doveva dire.
4 La donna di Tekoa andò dal re, lo
salutò con l'inchino fino a terra e cominciò:
- Aiutami, o mio
re!
5 - Che cosa ti occorre? - Sono una povera
vedova in lutto, - rispose; - mio marito è morto.
6 Avevo due figli. Essi un giorno litigarono in
campagna: non c'era nessuno che li separasse, così uno ha colpito l'altro
e l'ha ucciso.
7 Allora, o mio re, i parenti
sono corsi da me a dirmi: «Consegnaci l'assassino: dobbiamo ucciderlo per
vendicare il fratello che ha ammazzato; dobbiamo impedire che diventi lui
l'erede». Così, o mio re, spegneranno l'ultima speranza che mi
resta, lasceranno il mio povero marito senza un figlio che continui il suo nome.
8 - Torna a casa tranquilla, - rispose Davide, -
provvederò io al caso tuo.
9 - Mio
signore, - replicò la donna di Tekoa, - ogni responsabilità ricada
su di me e sulla mia famiglia, non su di te e sulla tua corte.
10 - No, - rispose il re; - se qualcuno
avrà da dire qualcosa contro di te, mandalo qui e non ti
infastidirà più.
11 - Allora -
continuò la donna - in nome del Signore tuo Dio, ordina che la vendetta
di sangue non aggravi la disgrazia e che non sia ucciso anche l'altro mio
figlio.
- Lo giuro per il Signore, - rispose
Davide. - Non permetterò che si tocchi un capello a tuo figlio.
12 - Posso dire ancora una parola al mio re?
insistette la donna.
-
Parla!
13 - Perché allora, - disse la
donna, - non giudichi allo stesso modo a favore del popolo di Dio? Dopo quanto
hai detto a me, hai torto a impedire il ritorno di quella persona che lasci in
esilio.
14 Quando moriamo, noi siamo come acqua
versata per terra che non si può più raccogliere. Ma Dio non vuole
la morte, anzi può dare disposizioni perché l'esiliato ritorni
nella sua terra.
15 Ad ogni modo, io sono venuta
a dirti queste cose, o mio re, perché la gente mi ha messo paura. Pur
essendo una tua povera serva, speravo che tu avresti seguito il mio consiglio.
16 Pensavo che tu mi avresti ascoltata e
liberata dalle mani di chi vuol eliminare me e il mio unico figlio
dall'eredità di Dio.
17 Quanto a me, ero
certa che la parola del mio re mi sarebbe stata di aiuto, perché il mio
re è come un angelo di Dio e sa distinguere il bene dal male. Il Signore
tuo Dio sia sempre con te!
18 Il re allora chiese
alla donna:
- Adesso rispondimi con
sincerità.
- Domanda pure, o re, - disse
la donna.
19 - C'è la mano di Ioab in
tutto questo? - chiese Davide.
- Com'è
vero che tu sei vivo, o mio re, tu cogli sempre nel segno. E' proprio Ioab, il
tuo generale, che mi ha ordinato di venire e mi ha suggerito tutte le parole che
dovevo dirti.
20 Ha fatto così per
presentarti i fatti in forma diversa, ma tu sei sapiente come un angelo di Dio e
capisci le cose di questo mondo.
21 Davide fece
chiamare Ioab e gli disse:
- Farò come
suggerisci. Fa' tornare il giovane Assalonne.
22
Ioab si inchinò fino a terra e lo ringraziò:
- Oggi, o mio re, hai usato comprensione con me,
tuo servo, perché hai deciso secondo il mio suggerimento.
23 Poi Ioab andò a Ghesur e ricondusse
Assalonne a Gerusalemme.
24 Il re ordinò
che Assalonne andasse a casa sua senza presentarsi da lui. Così Assalonne
andò a casa senza incontrarsi con il re.
DAVIDE SI RICONCILIA CON ASSALONNE
25 Non c'era in Israele un
uomo più bello e più ammirato di Assalonne: dalla testa ai piedi
non aveva alcun difetto.
26 Ogni anno si faceva
tagliare i capelli perché erano foltissimi. I capelli tagliati pesavano
più di due chili secondo il peso ufficiale del re.
27 Assalonne ebbe tre figli e una figlia di nome
Tamar, una ragazza molto bella.
28 Assalonne
rimase a Gerusalemme due anni senza incontrarsi con il re.
29 Due volte Assalonne mandò a chiamare
Ioab per chiedergli di andare dal re: tutt'e due le volte Ioab non si fece
vedere.
30 Allora Assalonne disse ai suoi servi:
«Voi sapete dov'è il campo di Ioab? è vicino al mio: ora che
l'orzo è maturo, andate a incendiario».
I servi eseguirono l'ordine.
31 Allora Ioab andò subito a casa di
Assalonne a dirgli:
- Perché i tuoi servi
hanno incendiato il mio campo?
32 - Perché
ti avevo chiamato e non sei venuto, - rispose Assalonne. - Volevo mandarti dal
re a portargli questo mio messaggio: «Per che scopo sono tornato da Ghesur?
Era meglio che restassi là». Io desidero vedere il re e, se egli
giudica che io sia colpevole, mi condanni a morte.
33 Ioab andò a riferire tutto al re e il
re chiamò Assalonne. Quando entrò dal re, Assalonne si
inchinò fino a terra e il re lo baciò.
CAPITOLO 15
ASSALONNE PREPARA LA RIBELLIONE
1 In seguito Assalonne si
procurò un carro tirato da cavalli e una guardia personale di cinquanta
uomini.
2 Ogni mattina Assalonne si fermava sul
bordo della strada, appena fuori della porta di Gerusalemme. Quando arrivava
qualcuno che andava dal re per avere una sentenza su una lite, Assalonne lo
chiamava e gli domandava:
- Da che città
vieni?
- Vengo dalla tale città del
territorio del nord, - rispondeva quello.
3 -
Vedi, - diceva Assalonne, - certamente le tue ragioni sono giuste e legittime
ma, a corte, nessuno ti ascolterà.
4 E
aggiungeva:
- Se mettessero me giudice in questo
paese, io renderei giustizia a chiunque venisse per una lite o un processo.
5 Qualcuno si avvicinava e s'inchinava davanti
ad Assalonne fino a terra. Allora lui stendeva la mano per farlo alzare, lo
abbracciava e lo baciava.
6 Faceva così
con tutti quelli che dal nord, dal territorio d'Israele, venivano dal re per un
processo. In questo modo si guadagnava la simpatia di tutta la gente del nord.
7 Dopo quattro anni Assalonne disse al re:
- Vorrei andare a Ebron, per mantenere la
solenne promessa che ho fatto al Signore,
8
quando ero a Ghesur presso gli Aramei. Ho promesso al Signore un sacrificio di
ringraziamento, se mi avesse fatto tornare a Gerusalemme.
9 - Va' pure in pace, - gli rispose il re.
Assalonne andò a Ebron.
10 Mandò
messaggeri a tutte le tribù del nord con quest'ordine: «Quando
verrà dato il segnale con le trombe, annunziate che Assalonne è
diventato re a Ebron».
11 Duecento uomini
erano andati con Assalonne da Gerusalemme a Ebron. Erano stati invitati da lui,
ma essi erano all'oscuro dei suoi progetti e del tutto innocenti.
12 Assalonne mandò a chiamare anche
Achitofel, il Ghilonita, nella sua città di Ghilo, dove stava compiendo
sacrifici: Achitofel era uno dei consiglieri di Davide. La congiura si
rafforzava: i seguaci di Assalonne andavano aumentando.
DAVIDE FUGGE DA GERUSALEMME
13 A questo punto Davide fu
informato che gli Israeliti del nord parteggiavano per Assalonne.
14 Egli convocò tutti i suoi
collaboratori che si trovavano a Gerusalemme e disse:
- Dobbiamo fuggire: non abbiamo
possibilità di salvarci da Assalonne. Facciamo in fretta; egli sta per
arrivare e, se ci trova qui, sarà la nostra fine e il massacro dei
cittadini.
15 - Siamo ai tuoi ordini, -
risposero tutti; - faremo come decidi tu.
16 Il
re, con i suoi familiari, lasciò la reggia a piedi e affidò la
custodia del palazzo a dieci concubine.
17 Tutti
gli altri, insieme con il re, andarono a piedi fino all'ultima casa della
città e là si fermarono.
18
Sfilarono davanti a Davide i suoi collaboratori, i Cretei e i Peletei della sua
guardia e tutti i seicento uomini provenienti dalla città di Gat che
l'avevano seguito.
19 Quando vide il loro capo,
Ittai di Gat, il re Davide gli disse:
-
Perché vuoi venire anche tu con noi? Torna in città e mettiti con
l'altro re, tu sei un forestiero e per di più sei già in esilio
dalla tua patria.
20 Sei arrivato qui da poco
tempo, e dovrei subito farti ripartire insieme con me, quando neppure io so dove
andrò? Torna indietro con tutti i tuoi uomini, e il Signore ti ricambi
con bontà e fedeltà.
21 - Giuro
per il Signore e per la tua vita, o mio re, - rispose Ittai, - che io
sarò sempre dove sarai tu, nella vita e nella morte.
22 - Allora avanti, - rispose Davide. Ittai si
mise in marcia con i suoi soldati e le loro famiglie.
23 Tutta la gente piangeva forte mentre passava
accanto a Davide. Infine Davide attraversò il torrente Cedron, e con
tutti quelli che lo accompagnavano prese la strada verso il deserto.
24 Il sacerdote Zadok, con tutti i leviti, aveva
portato l'arca dell'alleanza di Dio. La collocarono davanti al popolo ed Ebiatar
offrì sacrifici finché tutto il popolo non uscì dalla
città.
25 Il re Davide disse a Zadok:
«Riporta in città l'arca di Dio. Se il Signore mi tratterà
con bontà, mi farà ritornare e potrò rivedere l'arca e il
suo santuario.
26 Se invece non gli sarò
più gradito, egli faccia di me secondo la sua volontà».
27 Poi disse ancora al sacerdote Zadok:
«Vedi, è meglio che torniate in
città in pace, tu con tuo figlio Achimaaz ed Ebiatar con suo figlio
Gionata.
28 Fate attenzione: io mi
fermerò nel deserto dove si attraversa il fiume, fino a quando non
avrò ricevuto notizie da voi».
29
Zadok ed Ebiatar riportarono l'arca di Dio a Gerusalemme e si fermarono
là.
DAVIDE MANDA CUSAI A SPIARE ASSALONNE
30 Davide iniziò la
salita del monte degli Ulivi. Camminava a capo coperto e a piedi scalzi e
piangeva. Tutti quelli che l'accompagnavano avevano il capo coperto: camminavano
e piangevano anche loro.
31 Fu portata a Davide
la notizia che Achitofel era passato dalla parte di Assalonne tra i congiurati
ed egli pregò: «O Signore, rendi vani i consigli che
darà».
32 Quando Davide giunse sulla
cima del monte dove si adorava Dio, gli venne incontro Cusai l'Archita, il suo
consigliere. Aveva la veste strappata e il capo coperto di polvere in segno di
dolore.
33 Davide gli disse: «Se tu vieni
con me non mi sarai d'aiuto.
34 Se invece,
tornato in città, dirai ad Assalonne che ora ti metti al suo servizio
come prima avevi fatto con me, allora potrai volgere in mio favore i consigli di
Achitofel.
35 In città potrai contare sui
sacerdoti Zadok ed Ebiatar. Le notizie che avrai alla reggia le comunicherai a
loro.
36 Essi hanno con sé i loro figli:
Zadok ha Achimaaz ed Ebiatar ha Gionata; vi servirete di loro per farmi giungere
tutte le notizie».
37 Cusai, il consigliere
di Davide, giunse a Gerusalemme nello stesso momento in cui vi arrivava anche
Assalonne.
CAPITOLO
16
DAVIDE E ZIBA
1 Davide aveva appena superato
la cima del monte, quando gli venne incontro Ziba, il servo di Mefibaal. Aveva
con sé due asini sellati carichi di duecento forme di pane, cento
grappoli di uva secca, un centinaio di frutti di stagione e un otre di vino.
2 - Che fai con quella roba? - gli chiese
Davide.
- Gli asini servono a voi per cavalcare,
- rispose Ziba, - pane e uva sono per dar da mangiare ai tuoi uomini e il vino
per bere quando saranno stanchi nel deserto.
3 -
Ma dov'è il tuo padrone? - domandò Davide.
- E' rimasto a Gerusalemme, - rispose Ziba al
re. - Egli pensa che ora gli Israeliti del nord gli restituiranno il regno che
fu di suo padre.
4 - Se è così, -
rispose Davide, - le proprietà di Mefibaal sono tue.
- Grazie, - rispose Ziba con un inchino, - spero
di aver sempre il tuo favore, o re.
SIMEI MALEDICE DAVIDE
5 Davide arrivò a
Bacurim. Un uomo, un certo Simei figlio di Ghera, un lontano parente di Saul, si
fece avanti per maledire Davide;
6 lanciava
sassi contro il re e i suoi collaboratori, nonostante la gente e i soldati che
circondavano Davide da ogni parte.
7 Simei
gridava continuamente: «Assassino! delinquente! vattene via!
8 Ora il Signore ti fa pagare il sangue che tu
hai sparso nella famiglia di Saul. Hai portato via il regno a Saul e ora il
Signore lo dà ad Assalonne, un figlio tuo. Questa disgrazia te la sei
cercata, assassino!».
9 Abisai figlio di
Zeruia disse a Davide:
- Questo disgraziato non
deve maledire il re. Lasciami andare a tagliargli la testa.
10 - No, - disse Davide ad Abisai e Ioab figli
di Zeruia; - io non sono del vostro parere. Quest'uomo mi maledice perché
così vuole il Signore e nessuno può chiedergliene conto.
11 Rivolto ad Abisai e a tutti i suoi, Davide
aggiunse:
- Perfino un mio figlio, che io ho
messo al mondo, cerca di togliermi la vita. Perché vi meravigliate di
questo Beniaminita? Lasciate che mi maledica, il Signore gliel'ha ordinato.
12 E forse il Signore vedrà il mio dolore
e un giorno mi darà felicità in cambio della maledizione di oggi.
13 Davide e i suoi continuarono il cammino.
Simei camminava più in alto sul monte, di fianco a loro. Continuava a
maledire, a lanciar sassi e a buttar terra contro tutti.
14 Quando arrivarono presso il fiume Giordano il
re e i suoi erano sfiniti e si fermarono a riposare.
CUSAI INCONTRA ASSALONNE
15 Assalonne, con tutti i suoi
seguaci del nord, era entrato in Gerusalemme e Achitofel era con lui.
16 Quando Cusai l'Archita, il consigliere di
Davide, incontrò Assalonne, gli gridò: - Viva, viva il
re!
17 - Dov'è finita la tua
fedeltà verso il tuo amico? - gli chiese Assalonne. - Perché non
hai seguito Davide?
18 - Non l'ho seguito, -
rispose Cusai, - perché il Signore, tutta la gente e gli Israeliti del
nord hanno scelto te e anch'io sono con te.
19
Io poi non seguo uno qualsiasi, ma il figlio del mio amico Davide. Come prima ho
servito tuo padre, ora servirò te!
ASSALONNE E LE CONCUBINE DI DAVIDE
20 Assalonne disse ad
Achitofel: - Discutete quel che ora dobbiamo fare.
21 Achitofel rispose ad Assalonne: - Per prima
cosa va' con le concubine di tuo padre, quelle che ha lasciato a custodia della
reggia. Così la gente saprà che hai fatto un affronto a tuo padre
e i tuoi sostenitori saranno incoraggiati.
22
Perché il fatto fosse noto a tutti fu posta una tenda sul tetto della
reggia e là Assalonne andò con le concubine di suo padre.
23 A quei tempi un consiglio di Achitofel era
considerato come voce di Dio: si comportavano così tanto Assalonne quanto
Davide.
CAPITOLO
17
CUSAI CONTRASTA UN CONSIGLIO DI ACHITOFEL
1 Achitofel fece ad Assalonne
questa proposta:
- Sceglierò dodicimila
uomini e andrò all'inseguimento di Davide questa notte stessa.
2 Gli piomberò addosso mentre è
sfinito e depresso. Lui avrà paura e tutti i suoi uomini fuggiranno.
Ucciderò soltanto lui.
3 Quando
sarà morto, tutti verranno in pace dalla tua parte, come un tempo tutti
andarono da lui.
4 La proposta di Achitofel
sembrò buona ad Assalonne e a tutti i responsabili delle tribù del
nord.
5 Ma Assalonne aggiunse:
- Chiamate anche Cusai l'Archita e sentiamo il
suo parere.
6 Cusai venne. Assalonne gli espose
il piano di Achitofel e gli chiese:
- Facciamo
così o hai altro da proporre?
7 Cusai
rispose:
- Secondo me, la proposta di Achitofel
questa volta non è buona.
8 Tu conosci
tuo padre e il valore dei suoi uomini. Ora sono inferociti come un'orsa
selvaggia alla quale han portato via i piccoli. Tuo padre è pratico di
guerre e non avrà l'imprudenza di passare la notte con gli altri.
9 Adesso è certamente nascosto in una
grotta o in qualche altro posto. Se all'inizio dello scontro cade qualcuno dei
tuoi, si diffonderà la notizia che le tue truppe sono state battute.
10 Allora, anche il più coraggioso fra i
tuoi, anche un leone, si perderebbe d'animo. Tutti sanno come sono forti tuo
padre e i suoi uomini.
11 Il mio consiglio
è questo: raduna soldati da tutto il territorio d'Israele, da Dan a nord
fino a Bersabea a sud, prepara un esercito numeroso come la sabbia del mare e
poi guidalo tu stesso.
12 A questo modo potremo
affrontare Davide dovunque egli sia. Come la rugiada copre il terreno,
così noi gli saremo addosso da ogni parte: nessuno si salverà,
né lui né i suoi uomini.
13 Se
anche si fosse rifugiato dentro una città, avremo forze sufficienti per
trascinare con funi la città intera dentro un fiume e potremo spazzarla
via senza lasciare nemmeno un pezzo di muro.
14
Assalonne e tutti i suoi decisero che la proposta di Cusai era migliore di
quella di Achitofel. In realtà il Signore aveva deciso di far respingere
la saggia proposta di Achitofel per condurre Assalonne alla rovina.
DAVIDE ATTRAVERSA IL GIORDANO
15 Cusai andò a
riferire ai sacerdoti Zadok ed Ebiatar sia quel che Achitofel aveva consigliato
ad Assalonne e ai responsabili del nord, sia quel che aveva proposto lui stesso.
16 E aggiunse: «Fate subito sapere tutto a
Davide. Ditegli di non passare la notte al di qua del Giordano, ma di andare al
di là; altrimenti sarà la fine per lui e tutti i
suoi».
17 Gionata e Achimaaz stavano in
attesa presso la fonte di Roghel (fonte del Lavandaio). Una serva portò
loro le notizie da trasmettere al re Davide. Fecero così per non entrare
e uscire dalla città e farsi vedere.
18
Ma un ragazzo li vide e lo riferì ad Assalonne. Essi se ne accorsero,
andarono in fretta fino a Bacurim, entrarono in casa di un tale e si calarono
nel pozzo che era nel cortile.
19 La moglie
coprì con una coperta l'imboccatura del pozzo, vi sparse sopra del grano
e così non si vedeva niente.
20 Le
guardie di Assalonne vennero dalla donna e le chiesero:
- Dove sono Gionata e
Achimaaz?
- Sono passati al di là della
cisterna, - rispose la donna.
Le guardie li
cercarono inutilmente e tornarono a Gerusalemme.
21 Dopo che se ne furono andate, i due uscirono
dal pozzo e andarono a portare le informazioni al re Davide. Gli riferirono il
piano di Achitofel e conclusero: «Attraversa al più presto il
fiume».
22 Davide e tutti i suoi uomini
attraversarono il Giordano. All'alba erano passati tutti.
23 Quando Achitofel vide che il suo consiglio
non era stato ascoltato, sellò l'asino e tornò a casa nella sua
città. Mise in ordine le cose sue, poi s'impiccò. Fu sepolto nella
tomba di famiglia.
DAVIDE A MACANAIM
24 Davide era giunto a
Macanaim, quando Assalonne con tutti gli uomini del nord attraversò il
Giordano.
25 Al posto di Ioab, egli aveva messo
a capo dell'esercito un certo Amasa, figlio di un Israelita di nome Itra, che
aveva sposato Abigail, figlia di Nacas, sorella di Zeruia madre di Ioab.
26 Assalonne e il suo esercito si accamparono
nella regione di Galaad.
27 A Macanaim vennero
in aiuto a Davide: Sobi figlio di Nacas che veniva da Rabba capitale degli
Ammoniti, Machir figlio di Ammiel della città di Lodebar e Barzillai
della città di Roghelim nel Galaad.
28
Essi gli portarono brande, coperte, stoviglie, grano, orzo, farina, grano
abbrustolito, fave, lenticchie,
29 miele, burro,
formaggio di vacca e di pecora. Portarono questi viveri a Davide e ai suoi
uomini perché avevano pensato: «Questa gente ha attraversato il
deserto: dev'essere sfinita, affamata e assetata».
CAPITOLO 18
L'ESERCITO DI ASSALONNE È SCONFITTO
1 Davide passò in
rassegna i suoi uomini e nominò i comandanti delle squadre di mille e di
cento.
2 Divise l'esercito in tre parti: mise
una parte delle truppe sotto il comando di Ioab, un'altra sotto Abisai, fratello
di Ioab figlio di Zeruia, e un'altra al comando di Ittai di Gat. Poi
annunziò ai soldati:
- Verrò
anch'io in battaglia con voi.
3 Ma tutti
rifiutarono dicendo:
- No, tu non devi venire
con noi. Al nemico importa poco se fuggiremo tutti; non gl'importa se
ucciderà una metà di noi. Tu da solo, invece, sei importante come
diecimila di noi. E' meglio che tu resti in città: potrai assicurarci
rinforzi.
4 - Bene, - rispose il re, -
farò come dite voi.
Davide si mise sulla
porta della città mentre le sue truppe uscivano in squadre di mille e di
cento.
5 Egli diede a Ioab, Abisai e Ittai
quest'ordine: «Per rispetto a me non fate del male al giovane
Assalonne». Tutti udirono quest'ordine dato ai comandanti a proposito di
Assalonne.
6 L'esercito uscì in aperta
campagna contro le truppe degli Israeliti del nord. La battaglia si svolse nelle
foreste del territorio di Efraim
7 e l'esercito
degli Israeliti fu vinto da quello di Davide. Fu una grave sconfitta: morirono
in quel giorno ventimila uomini.
8 La battaglia
si svolse in una zona molto estesa: in quel giorno ne morirono di più
dispersi nella foresta che uccisi con le armi.
IOAB UCCIDE ASSALONNE
9 Ad un certo punto Assalonne
si trovò quasi circondato da alcuni soldati della guardia di Davide. Egli
era sul suo mulo, e il mulo andò a infilarsi sotto i rami di una grande
quercia e i capelli di Assalonne rimasero impigliati nei rami. Il mulo
andò avanti ma egli rimase sospeso a mezz'aria.
10 Un soldato lo vide e avvisò Ioab:
- Ho visto Assalonne impigliato ai rami di una
quercia.
11 - Se l'hai visto, perché non
l'hai colpito? - disse Ioab all'uomo che gli aveva portato la notizia. - In
compenso ti avrei dato dieci pezzi d'argento e una cintura.
12 - Se anche me ne avessero offerti mille, -
rispose quell'uomo, - non avrei mai osato colpire il figlio del re. Abbiamo
sentito tutti l'ordine che il re ha dato a te, ad Abisai e a Ittai: «State
attenti: nessuno faccia del male al giovane
Assalonne».
13 Se l'avessi colpito e poi
inventato una bugia, il re sarebbe venuto a saperlo e tu non mi avresti certo
difeso.
14 - Perché sto a perder tempo
con te? - tagliò corto Ioab. Prese in mano tre bastoni a punta e
andò a piantarli nel petto di Assalonne che era ancora vivo, imprigionato
tra i rami.
15 I dieci giovani soldati che
portavano le armi di Ioab circondarono Assalonne, lo colpirono e lo fecero
morire.
16 Ioab fece suonare le trombe per dar
fine alla battaglia e i soldati cessarono l'inseguimento dei nemici.
17 Poi raccolsero il corpo di Assalonne, lo
gettarono in una grande fossa nella foresta e vi posero sopra un grande mucchio
di pietre. Tutti gli uomini del nord fuggirono verso le loro terre.
18 Quando era in vita, Assalonne si era fatto
costruire un monumento funebre nella valle del Re, perché pensava:
«Non ho figli che pensino alla mia memoria». Perciò egli aveva
dato il suo nome a quella stele, che ancor oggi si chiama "Monumento di
Assalonne".
LA NOTIZIA DELLA MORTE DI ASSALONNE
19 Achimaaz figlio di Zadok
disse:
- Il Signore ha fatto giustizia liberando
il re dai suoi nemici. Corro ad annunziargli la bella notizia.
20 - Andrai un'altra volta, non oggi, - gli
disse Ioab, - perché non è giorno di belle notizie: oggi è
morto il figlio del re.
21 Ioab disse allora a
un soldato etiope:
- Va' tu a riferire al re
tutto ciò che hai visto. L'Etiope si inchinò e partì di
corsa.
22 Achimaaz figlio di Zadok disse ancora
a Ioab:
- Sia quel che sia, corro anch'io dietro
all'Etiope.
- Perché mai vuoi andare,
figlio mio? - rispose Ioab. - Dare questa notizia non ti porterà nessun
vantaggio.
23 - In ogni modo io voglio andare, -
replicò.
- E allora va', - rispose Ioab.
Achimaaz prese di corsa la strada della pianura
del Giordano e così sorpassò l'Etiope.
24 Davide intanto era seduto nell'atrio della
porta della città. La sentinella era salita in cima alle mura, sopra la
porta; si guardò attorno e vide un uomo, solo, che correva.
25 Gridò per avvisare il re ed egli
rispose:
- Se è solo, la notizia è
buona.
Intanto l'uomo si avvicinava sempre
più.
26 La sentinella vide un altro uomo
che correva e gridò al portiere:
- Vedo
un altro uomo, solo, che corre. E il re commentò:
- Anche lui avrà buone notizie.
27 - Ora lo vedo bene, - disse la sentinella; -
il primo uomo, dal modo come corre, sembra Achimaaz figlio di Zadok.
- E' un uomo buono, - disse Davide, - viene
certamente con una buona notizia.
28 Achimaaz,
arrivato, gridò: - Salve!
Poi si
inchinò fino a terra e proseguì: - Sia benedetto il Signore tuo
Dio: egli ha messo in tuo potere quelli che si erano ribellati a te, o re.
29 - E il ragazzo? - chiese il re. - Assalonne
sta bene?
- Quando Ioab ci ha mandati, me e
l'altro tuo soldato, - rispose Achimaaz, - ho visto una gran confusione, ma non
so altro.
30 - Va bene, - rispose il re; -
mettiti qui a fianco. Achimaaz si fece da parte e aspettò.
31 Intanto arrivò l'Etiope e disse: -
Buone notizie, mio re, oggi il Signore ha fatto giustizia liberandoti da quelli
che erano insorti contro dite.
32 - E il
ragazzo? - chiese il re. - Assalonne sta bene?
Il
soldato etiope rispose:
- A tutti i nemici del
re e a tutti quelli che tentano di fargli del male, accada quel che è
accaduto a lui!
CAPITOLO
19
IL DOLORE DI DAVIDE
1 Il re fu scosso da un
tremito e salì a piangere nella stanza che era sopra la porta della
città. Se ne andò gridando: Assalonne, figlio mio, figlio mio!
Perché non sono morto io al tuo posto? Figlio mio, figlio mio,
Assalonne!
2 Dissero a Ioab che il re piangeva ed
era in lutto per Assalonne.
3 Quel giorno la
gioia della vittoria si mutò in tristezza per tutti i soldati. Tutti
sapevano che quel giorno il re era in pianto per la morte del figlio.
4 I soldati entrarono in città quasi di
nascosto, come quando un esercito torna vergognoso dopo essere fuggito in
battaglia.
5 Il re si era coperta la testa per
il lutto e si lamentava a voce alta: Figlio mio, Assalonne! Figlio mio,
Assalonne! Figlio mio!
6 Allora Ioab entrò
a parlare con il re e gli disse: «Tu oggi ci fai sentire tutti in colpa.
Noi abbiamo salvato la tua vita e la vita dei tuoi figli, delle tue figlie,
delle tue mogli e delle tue concubine.
7 Tu ti
comporti come uno che odia quelli che lo amano e ama quelli che lo odiano. Fai
vedere a tutti che, per te, i tuoi ufficiali e i tuoi soldati non contano nulla.
Ora capisco! Se Assalonne fosse vivo e fossimo morti tutti noi, questo ti
andrebbe bene.
8 Coraggio! Vieni fuori e parla
chiaro al cuore dei tuoi uomini. Se non lo fai, ti giuro per il Signore, che
questa notte stessa tutti ti abbandoneranno e per te il danno sarebbe più
grande di qualunque cosa ti sia mai capitata dalla tua giovinezza fino a
ora».
9 Il re allora si alzò e
andò davanti alla porta della città. I soldati furono avvisati che
il re li aspettava e tutti si strinsero attorno a lui.
DAVIDE E' INVITATO A TORNARE A GERUSALEMME
Tutti i seguaci di Assalonne
erano fuggiti a casa loro.
10-11 In tutte le
tribù del nord ci furono discussioni tra il popolo. Si diceva:
«Davide è dovuto fuggire dalla sua reggia a causa di Assalonne che
noi avevamo fatto re, ma ora Assalonne è morto. Davide, però, ci
aveva liberati da tutti i nostri nemici e salvati dai Filistei. Perché
non decidiamo di far tornare il re Davide?».
12 Davide incaricò i sacerdoti Zadok ed
Ebiatar di fare questo discorso ai responsabili del territorio di Giuda:
«Volete essere voi gli ultimi a rimettere Davide sul suo trono? Sappiate
che il re conosce già le decisioni delle tribù del nord.
13 Voi siete della sua stessa tribù. Non
potete essere gli ultimi a far tornare il
re».
14 Davide li incaricò anche di
dire ad Amasa: «Il re ti ricorda che tu sei suo parente. Egli giura
solennemente nel nome di Dio che ti farà comandante per sempre del suo
esercito al posto di Ioab».
15 Così
Davide si attirò il favore di tutti gli abitanti di Giuda ed essi,
all'unanimità, lo pregarono di ritornare a Gerusalemme con tutti i suoi
collaboratori.
16 Allora il re si mise in
viaggio e giunse alla riva del Giordano.
DAVIDE PERDONA SIMEI
La popolazione di Giuda
andò incontro al re a Galgala per accompagnarlo nel passaggio del
Giordano.
17 Con loro si affrettò a
venire incontro al re Davide anche quel tale di Bacurim, Simei figlio di Ghera
della tribù di Beniamino.
18 Aveva con
sé mille uomini della sua tribù e c'era anche Ziba, il servo della
famiglia di Saul, con i suoi quindici figli e i venti servi. Erano accorsi al
Giordano prima del re,
19 quando stavano per
partire le barche del seguito, e volevano offrire al re i loro servizi.
Mentre Davide stava per iniziare la traversata,
Simei figlio di Ghera si buttò ai suoi
piedi
20 e gli disse:
- Non tener conto, o re, della mia colpa.
Dimentica l'offesa che ti ho fatto il giorno che sei fuggito da Gerusalemme. Non
pensarci più, o mio re.
21 Riconosco di
aver peccato e per questo sono venuto oggi a presentarmi a te, primo fra tutti i
discendenti di Giuseppe.
22 Abisai figlio di
Zeruia intervenne:
- Questo non basta. Simei ha
maledetto il re consacrato dal Signore e merita la morte.
23 - No, - disse Davide ad Abisai e Ioab, figli
di Zeruia, - io non sono del vostro parere. Voi oggi siete di ostacolo alla mia
volontà. In questo giorno nessuno deve essere condannato a morte in
Israele, perché oggi io so che sono il solo re d'Israele.
24 Poi disse a Simei: - Tu non morirai. E glielo
giurò.
DAVIDE SI RICONCILIA CON MEFIBAAL
25 Anche Mefibaal, nipote di
Saul, andò incontro a Davide. Non si era più lavato i piedi, non
aveva curato la barba né aveva lavato i suoi vestiti dal giorno in cui il
re aveva abbandonato Gerusalemme fino a quello del suo ritorno vittorioso.
26 Quando il re lo incontrò gli disse:
- Mefibaal, perché non sei fuggito con
me?
27 Mio re, - rispose Mefibaal, - io sono un
povero zoppo. Avevo ordinato di sellare l'asino e deciso di venire con te. Ma il
mio servo mi ha ingannato
28 e poi mi ha messo in
cattiva luce presso di te. Ora tu, che sei come un angelo di Dio, trattami come
vuoi.
29 Io so di non aver più diritto di
chiederti nulla; tu mi hai concesso di mangiare alla tua tavola, mentre potevi
considerarmi degno di morte come tutti i discendenti di Saul.
30 Il re gli rispose:
- Non c'è bisogno che tu aggiunga altro.
Ho già deciso: tu e Ziba vi dividerete tra voi le proprietà di
Saul.
31 - Ziba può tenersi tutto, -
rispose Mefibaal: - a me basta che il mio re torni in pace a Gerusalemme.
DAVIDE RICOMPENSA BARZILLAI
32 Barzillai era sceso dalla
sua città di Roghelim, nella regione di Galaad, per accompagnare il re
fino al Giordano. Sulla riva salutò il re.
33 Barzillai era molto vecchio, aveva
ottant'anni. Quando Davide si era fermato a Macanaim, aveva provveduto lui a
tutto perché era molto ricco.
34 Il re
gli propose:
- Barzillai, vieni a stare con me a
Gerusalemme, io provvederò a tutto per te.
35 Ma Barzillai gli rispose:
- Mi resta poco da vivere, troppo poco per
trasferirmi ora a Gerusalemme.
36 Sono un
vecchio di ottant'anni, e per me tutto è indifferente. Non gusto
più quel che mangio o bevo e se qualcuno canta non sento nemmeno le voci.
Alla corte del mio re sarei soltanto di peso.
37
Desidero solo accompagnare il mio re al di là del fiume e, per questo,
non merito tanta ricompensa.
38 Poi, ti prego,
lasciami tornare nella mia città, per aspettare la morte vicino alla
tomba di mio padre e di mia madre. C'è qui mio figlio Chimam: lui
verrà con te e te ne servirai come vorrai.
39 Il re gli rispose:
- Prenderò con me tuo figlio e lo
tratterà come desideri tu. Quel che mi chiederai, te lo farò.
40 Tutti attraversarono il Giordano. Poi Davide
abbracciò e benedisse Barzillai che se ne tornò a casa.
41 Suo figlio Chimam seguì Davide.
CONTRASTI TRA NORD E SUD
Dopo aver passato il fiume,
Davide era andato a Galgala. L'avevano accompagnato tutti i soldati del
territorio di Giuda e una metà di quelli del nord.
42 Questi ultimi andarono dal re e gli dissero:
- Perché i nostri fratelli della
tribù di Giuda han voluto essere i soli a far da scorta a te e alla tua
famiglia per la traversata del Giordano? Tutti eravamo con
te!
43 Quelli di Giuda risposero agli Israeliti
del nord:
- Perché il re è della
nostra tribù. Non avete motivo di offendervi: non abbiamo ricevuto nessun
compenso e non abbiamo mangiato a spese del re.
44 Ma quelli d'Israele replicarono:
- Noi abbiamo dieci volte più diritti di
voi nel regno e anche rispetto a Davide. Perché ci avete ignorati? Noi
per primi abbiamo deciso di far tornare il nostro re sul trono. Quelli della
tribù di Giuda risposero con parole ancor più dure di quelle degli
uomini d'Israele.
CAPITOLO
20
LA RIVOLTA DI SEBA CONTRO DAVIDE
1 Si trovava là, a
Galgala, un certo Seba figlio di Bicri, della tribù di Beniamino, un poco
di buono. Con la tromba egli chiamò a raccolta gli Israeliti del nord e
gridò: «Non abbiamo niente da spartire con la famiglia di Davide,
non abbiamo nulla a che fare con questo figlio di lesse! Gente d'Israele,
torniamo alle nostre tende».
2 Tutti quelli
del nord allora abbandonarono Davide per seguire Seba figlio di Bicri. Ma gli
uomini del territorio di Giuda rimasero fedeli a Davide: lo accompagnarono dal
fiume Giordano fino a Gerusalemme.
3 Arrivato
nella sua reggia a Gerusalemme, Davide mandò a prendere le dieci
concubine che aveva lasciato a custodire il palazzo. Le fece abitare in un
ambiente sorvegliato, provvide al loro mantenimento, ma non ebbe più
rapporti con loro. Rimasero rinchiuse fino alla loro morte e vissero come
vedove.
IOAB UCCIDE AMASA
4 Il re Davide ordinò
ad Amasa: «Raduna tutti i soldati del territorio di Giuda e dopo domani
torna da me».
5 Amasa andò a eseguire
l'ordine, ma non fece in tempo per la data fissata.
6 Allora Davide disse ad Abisai: «Adesso
Seba figlio di Bicri è un pericolo più grave di Assalonne. Prendi
le mie guardie e raggiungilo prima che trovi rifugio in qualche città
fortificata e sfugga al nostro controllo».
7
Abisai partì da Gerusalemme con gli uomini comandati da Ioab, con i
Cretei, con i Peletei e con i soldati di mestiere, per inseguire Seba figlio di
Bicri.
8 Quando arrivarono alla grande pietra
presso Gabaon, incontrarono Amasa. Ioab indossava l'abito da guerra con la
cintura allacciata e dalla cintura gli pendeva sul fianco il fodero con la
spada. Proprio mentre egli incontrava Amasa la spada gli cadde a terra.
9 Ioab salutò Amasa: «Salve,
fratello!» gli disse e intanto con la destra prese Amasa per la barba nel
gesto di abbracciarlo.
10 Amasa non badò
alla spada che Ioab aveva raccolto con l'altra mano. Con un colpo solo Ioab
colpì Amasa al ventre, fece uscire gli intestini dalla ferita e Amasa
morì. Poi Ioab e Abisai, suo fratello, continuarono a inseguire Seba
figlio di Bicri.
FINE DELLA RIVOLTA DI SEBA
11 Uno dei soldati di Ioab era
rimasto presso il cadavere di Amasa e diceva: «Chi è dalla parte di
Ioab e di Davide, si metta in marcia con
Ioab».
12 Vide però che tutti si
fermavano davanti al cadavere di Amasa, che giaceva sulla strada in una pozza di
sangue. Allora lo trascinò in un campo sul lato della strada e gli
buttò sopra una coperta perché, altrimenti, tutti quelli che
arrivavano lì vicino si fermavano.
13
Quando il corpo di Amasa fu tolto dalla strada, tutti proseguirono dietro Ioab
all'inseguimento di Seba figlio di Bicri.
14
Seba aveva attraversato il territorio delle tribù del nord fino ad Abel-
Bet- Maaca, dove l'avevano accompagnato e si erano radunati i suoi seguaci.
15 Ioab lo assediò in Abel- Bet- Maaca. I
suoi uomini costruirono un terrapieno fino all'altezza della muraglia esterna e
cominciarono tutti a colpire il muro per farlo cadere.
16 Allora una donna, astuta, gridò
dall'interno della città:
- Ascoltatemi,
ascoltatemi! Dite a Ioab di avvicinarsi. Ho una cosa da dirgli.
17 Ioab si avvicinò ed essa gli disse: -
Sei proprio tu Ioab?
- Sì, sono io, - le
rispose.
- Allora ascoltami bene, anche se sono
una povera donna, - continuò.
- Ti
ascolto, - disse Ioab.
18 - Una volta si usava
dire, - riprese la donna: - «Se dovete risolvere un problema, andate a
interrogare quelli di Abel- Bet- Maaca».
19
La nostra città ha sempre amato la pace e rispettato i patti in Israele.
Perché stai cercando di distruggere un'antica città d'Israele?
Perché vuoi rovinare quel che appartiene al
Signore?
20 Non ho nessuna intenzione di
distruggere o di rovinare niente, rispose Ioab.
-
21 Il mio scopo è un altro. Cerco un
uomo della regione montuosa di Efraim, un certo Seba figlio di Bicri che si
è ribellato al re Davide. Se mi consegnate quell'uomo, lascio subito la
città.
- Se è così, -
rispose la donna, - ti lanceremo la sua testa dalle mura.
22 La donna parlò con saggezza agli
abitanti della città, ed essi tagliarono la testa a Seba figlio di Bicri
e la gettarono a Ioab.
Allora Ioab fece dare il
segnale con la tromba, l'assedio fu tolto e tutti tornarono a casa. Ioab
tornò a Gerusalemme dal re.
ALTRA LISTA DEI FUNZIONARI DI DAVIDE
23 Ioab era il comandante di
tutto l'esercito d'Israele. Benaia figlio di Ioiada era il comandante dei Cretei
e dei Peletei della guardia.
24 Adoram era a
capo dei lavori forzati. Giosafat figlio di Achilud era l'archivista.
25 Seraia era segretario. Zadok ed Ebiatar erano
sacerdoti.
26 Anche Ira, della città di
Iair, era un sacerdote di Davide.
CAPITOLO
21
I GABAONITI E I DISCENDENTI DI SAUL
1 Durante il regno di Davide
vi fu una lunghissima carestia, che durò tre anni. Davide
interrogò su questo fatto il Signore. Dal Signore ebbe questa risposta:
«La colpa è di Saul e della sua famiglia, perché hanno messo
a morte i Gabaoniti».
2 I Gabaoniti non
erano Israeliti, erano superstiti degli Amorrei. Anticamente, gli Israeliti
avevano fatto un accordo con loro, ma poi Saul, nel suo zelo per la causa delle
tribù di Giuda e d'Israele, aveva cercato di farli morire. Davide
mandò a chiamare i Gabaoniti e chiese loro:
3 - Che cosa posso fare per voi? Come posso
riparare i torti da voi ricevuti in modo che voi possiate benedire il popolo del
Signore?
4 I Gabaoniti risposero:
- Il nostro conflitto con la famiglia di Saul
non si risolve con il denaro, né con la morte di una persona qualsiasi in
Israele.
- Che cosa proponete allora? - chiese
Davide. - Io lo farò.
5 I Gabaoniti
risposero:
- Saul voleva eliminarci e ucciderci,
voleva farci sparire da tutto il territorio d'Israele.
6 Ma ora consegnaci sette tra i suoi discendenti
e noi li impiccheremo alla presenza del Signore a Gabaa, la città di
Saul, l'uomo che il Signore aveva scelto.
- Ve
li consegnerò, - rispose Davide.
7 Il re
risparmiò Mefibaal figlio di Gionata e nipote di Saul, per rispettare il
patto di amicizia che Gionata e Davide avevano concluso tra loro davanti al
Signore con giuramento.
8 Prese invece Armoni e
Mefiboset, i due figli che erano nati a Saul da Rizpa figlia di Aia. Prese anche
i cinque figli nati da Mikal figlia di Saul, moglie di Adriel figlio di
Barzillai della città di Abel-Mecola.
9
Davide consegnò questi sette ai Gabaoniti ed essi li impiccarono sul
monte alla presenza del Signore. Essi morirono tutti insieme. Erano i primi
giorni in cui cominciava la mietitura dell'orzo.
10 Rizpa figlia di Aia andò sulla roccia
dov'erano i cadaveri, si fece un riparo con una tela di sacco e rimase là
dall'inizio della mietitura dell'orzo fino a quando dal cielo non cadde sui
cadaveri la pioggia autunnale. Di giorno teneva lontani dai corpi gli uccelli
del cielo e di notte le fiere della campagna.
11
Davide venne a sapere quel che faceva Rizpa, figlia della concubina di Saul,
Aia.
12 Allora il re andò a Iabes di
Galaad e si fece dare dai padroni della città le ossa di Saul e di suo
figlio Gionata. Queste ossa erano custodite là perché quelli di
Iabes avevano preso i cadaveri di Saul e di Gionata dalla piazza di Betsean,
dove i Filistei li avevano appesi dopo aver sconfitto Saul sui monti di Gelboe.
13 Davide si fece dare i resti di Saul e di
Gionata suo figlio e li unì a quelli dei sette impiccati dai Gabaoniti.
14 Li fece seppellire nella tomba di Kis padre
di Saul, a Zela, nel territorio della tribù di Beniamino.
Quando l'ordine del re fu eseguito, Dio fece
cessare la carestia nel paese.
COMBATTIMENTI CONTRO I FILISTEI
(vedi 1 Cronache 20,
4-8)
15 Ci fu un'altra battaglia tra i Filistei e
gli Israeliti. Davide, con i suoi uomini, andò contro i Filistei, ma, a
un certo punto, si sentì molto stanco.
16
Un Filisteo, Isbi-Benob, discendente dei giganti refaiti, decise di uccidere
Davide. Aveva un'armatura nuova e la punta di bronzo della sua lancia pesava
più di tre chili.
17 Ma Abisai, figlio di
Zeruia, venne in aiuto al re, colpì il soldato filisteo e l'uccise. Quel
giorno i soldati di Davide lo scongiurarono di non uscire più in
battaglia con loro per evitare il pericolo che venisse spenta la sua dinastia in
Israele.
18 In un'altra battaglia contro i
Filistei a Gob, Sibbecai della città di Cusa uccise Saf, un altro dei
Refaiti.
19 In un'altra battaglia a Gob contro i
Filistei, Elcanan figlio di Iari, originario di Betlemme, uccise Golia della
città di Gat. La lancia di questo Filisteo era grossa come la sbarra di
un telaio.
20 Un'altra battaglia si svolse a
Gat. Tra i nemici c'era un altro dei Refaiti, che aveva sei dita alle mani e ai
piedi, ventiquattro in tutto.
21 Gli piaceva
litigare e si mise a insultare gli Israeliti, ma fu ucciso da Gionata, figlio
del fratello di Davide, Simea.
22 Questi quattro
Filistei erano tutti discendenti dei Refaiti che abitavano a Gat. Morirono per
mano di Davide o delle sue truppe.
CAPITOLO 22
DAVIDE RINGRAZIA IL SIGNORE
1 Davide, quando il Signore lo
ebbe liberato dalle mani di Saul e da tutti i nemici, rivolse al Signore questo
canto:
2 «Il Signore è mia salvezza,
mia roccia invincibile,
mio liberatore, mio Dio.
3 In lui ho un rifugio sicuro,
egli mi difende come uno scudo:
è la forza che mi salva.
4 Lode al Signore! Io l'ho invocato
ed egli mi ha salvato dai nemici.
5 Mi avevano avvolto legami di morte,
fiumi impetuosi mi avevano sommerso.
6 Mi stringevano legami infernali,
trappole mortali mi aspettavano.
7 Nell'angoscia ho invocato il Signore,
ho gridato aiuto verso il mio Dio.
Dal suo tempio ha udito la mia voce,
il mio grido è giunto al suo orecchio.
8 Un terremoto scosse la terra,
tremarono i monti dalle fondamenta,
sussultarono per la collera di Dio.
9 Fumo usciva dalle sue narici,
dalla sua bocca un fuoco divorante,
un getto di carboni ardenti.
10 Inclinò il cielo e discese,
una nube scura sotto i suoi piedi.
11 Portato da un cherubino
volava rapido sulle ali del vento.
12 S'avvolgeva di un velo di tenebre
tra nere nuvole cariche d'acqua.
13 Davanti a lui una folgore squarciava le
nubi
con grandine e carboni infuocati.
14 E il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce.
15 Scagliò frecce tutt'intorno,
moltiplicò fulmini ai quattro venti.
16 Allora apparve il fondo dei mari,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
davanti alle tue minacce, Signore,
davanti alla tempesta della tua collera.
17 Dal cielo stese la mano e
m'afferrò,
mi tirò fuori dalle
acque profonde;
18 mi salvò da tremendi
nemici,
da avversari più forti di me.
19 Mi avevano assalito quand'ero già a
terra,
ma il Signore mi aiutò e mi
sostenne.
20 Mi liberò e mi condusse in
campo aperto,
e mi salvò perché mi
vuole bene.
21 Il Signore ha premiato la
mia fedeltà,
ha ricompensato la mia
innocenza.
22 Perché ho seguito le vie
del Signore,
non mi sono allontanato dal mio
Dio.
23 Ho sempre tenuto presenti le sue leggi,
non ho mai ignorato i suoi decreti.
24 Davanti a lui sono stato irreprensibile,
sempre attento a non peccare.
25 Il Signore ha premiato la mia fedeltà,
la mia innocenza di fronte a lui.
26 Con chi è fedele, tu sei
fedele
e con l'onesto anche tu sei onesto.
27 Con chi è puro, tu sei puro,
ma con i malvagi sai essere astuto.
28 Signore, tu liberi gli
oppressi
e schiacci l'orgoglio dei superbi.
29 Signore, tu dai luce alla mia lampada;
mio Dio, tu rischiari le mie tenebre.
30 Col tuo aiuto respingo un esercito,
con te, mio Dio, scavalco anche le mura.
31 Perfetto è l'agire di Dio!
La sua parola è degna di fede.
Egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32 Chi è Dio, se non il Signore?
Chi è la roccia, se non il nostro Dio?
33 E' Dio che mi riempie di forza
e fa più sicuro il mio cammino;
34 mi rende agile come un cervo,
capace di star ritto sui monti.
35 Addestra le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tendere l'arco più duro.
36 Signore, mi hai protetto e salvato,
con il tuo braccio mi hai sostenuto:
mi hai esaudito e reso forte.
37 Mi hai fatto avanzare a grandi passi,
i miei piedi non hanno inciampato.
38 Ho inseguito i miei nemici, li ho raggiunti,
non sono tornato prima d'averli sconfitti.
39 Li ho abbattuti e non potranno rialzarsi,
sono caduti sotto i miei piedi.
40 Mi dai forze per la battaglia,
sotto di me pieghi gli avversari.
41 Metti in fuga i nemici, mi voltano le spalle,
distruggo quelli che mi odiano.
42 Gridano aiuto, ma nessuno li salva,
invocano il Signore e lui non risponde.
43 Li ho ridotti come polvere al vento,
li ho schiacciati come fango dei sentieri.
44 Mi hai liberato da un popolo in rivolta;
mi hai messo a capo delle nazioni;
popoli nuovi mi sono sottomessi.
45 A una mia parola, essi ubbidiscono,
gente estranea si inchina davanti a me.
46 Gli stranieri si perdono d'animo,
escono tremanti dalle loro fortezze.
47 Viva il Signore! Benedetto il mio
difensore!
A Dio il trionfo, al mio salvatore!
48 Tu mi hai dato, Dio, la rivincita:
mi hai sottomesso i popoli;
49 dai miei avversari mi hai salvato,
mi hai fatto trionfare sugli oppressori.
50 Ora, Signore, ti loderò fra le
nazioni,
canterò inni alla tua gloria.
51 Egli ha dato al re una grande vittoria:
questo è il suo amore per l'uomo che ha
scelto,
per
Davide e i suoi discendenti, in eterno».
CAPITOLO 23
ULTIME PAROLE DI DAVIDE
1 Queste sono le ultime parole
di Davide:
«Ascoltate le parole di Davide
figlio
di lesse,
la profezia dell'uomo reso grande da Dio,
del re consacrato dal Dio di Giacobbe,
esaltato nei canti d'Israele.
2 In me del Signore parla lo spirito,
sulle mia labbra le sue parole.
3 Mi ha parlato il Dio d'Israele,
il difensore del popolo ha detto:
"Chi con giustizia sugli uomini
regna
sempre fedele al suo
Dio
4 è come il sole che spunta al
mattino,
brilla nel cielo senza nubi,
fa risplendere i verdi
germogli
spuntati dal
terreno
bagnato di pioggia".
5 Così è, per volere di Dio, la
mia dinastia.
Egli ha preso con me un impegno
perenne,
chiaro e sicuro per sempre.
Egli per me farà
germogliare
ogni mio desiderio, ogni vittoria.
6-7 I malvagi son rami
spinosi
che la mano non osa toccare.
Con loro si usa ferro e bastone:
tutti si raccolgono a
fasci
per gettarli a bruciare nel fuoco».
I GUERRIERI DI DAVIDE
(vedi 1 Cronache 11,
10-47)
8 Elenco dei guerrieri di Davide. Il primo
era Is-Baal il Cacmonita, capo dei guerrieri, chiamato anche Adino l'Eznita.
Egli uccise ottocento nemici in un solo combattimento.
9 Il secondo era Eleazaro figlio di Dodo,
discendente da un uomo di Acoa. Era uno dei tre guerrieri che si trovavano
insieme con Davide in un attacco contro i Filistei schierati in battaglia. A un
certo punto, gli Israeliti cominciarono a ritirarsi,
10 ma egli resistette sul posto e colpì
tanti Filistei che la sua mano ebbe un crampo e non si staccava più dalla
spada. Quel giorno il Signore diede a Eleazaro una grande vittoria e gli
Israeliti tornarono sul campo solo per raccogliere il bottino.
11 Il terzo era Samma figlio di Aghe, della
città di Arar. Una volta i Filistei erano giunti a Lechi e si erano
schierati in un campo pieno di lenticchie. Mentre tutti gli Israeliti si diedero
alla fuga,
12 Samma si piantò in mezzo al
campo, lo tenne sotto controllo e sconfisse i. Filistei. Il Signore gli diede
una grande vittoria.
13 Un'altra volta, nella
stagione della mietitura, tre capi dei guerrieri scesero a incontrare Davide
nella grotta di Adullam, mentre una schiera di Filistei era accampata nella
valle di Refaim.
14 Davide era al sicuro nel suo
rifugio fortificato mentre una guarnigione filistea controllava Betlemme.
15 Davide manifestò un improvviso
desiderio: «Chi potrebbe portarmi un po' d'acqua dal pozzo che si trova
alla porta di Betlemme?».
16 Allora i tre
guerrieri penetrarono nell'accampamento filisteo, presero un po' d'acqua dal
pozzo della porta di Betlemme e la portarono a Davide. Ma egli non la volle bere
e l'offrì al Signore versandola per terra.
17 E disse: «Signore, io non ho il diritto
di bere quest'acqua. Mi sembrerebbe di bere il sangue di questi uomini che sono
andati a prenderla a rischio della vita». Così egli non volle bere.
Queste furono le imprese dei tre guerrieri.
18
Abisai, fratello di Ioab, figlio di Zeruia, era a capo del gruppo dei guerrieri.
Una volta egli combatté con la sua lancia contro trecento nemici e li
uccise: per questo ottenne un grande prestigio fra i tre guerrieri.
19 Egli fu più famoso dei trenta
guerrieri e divenne anche il loro capo, ma non fu all'altezza dei Tre.
20 Benaia, figlio di Ioiada e nipote di un
valoroso soldato, era di Kabzeel e compì numerose imprese. Uccise i due
più famosi eroi moabiti. Un giorno che nevicava scese in una cisterna e
uccise un leone.
21 Ancora lui, una volta,
lottò contro un Egiziano di grande corporatura e armato di una lancia.
Benaia gli andò incontro con il bastone, gli tolse di mano la lancia e
con quella lo uccise.
22 Queste imprese resero
celebre Benaia, figlio di Ioiada, nel gruppo dei tre guerrieri.
23 Rispetto ai Trenta fu un grande eroe, ma non
fu all'altezza dei Tre. Davide lo fece comandante della sua guardia del corpo.
24 Infine ecco l'elenco degli altri guerrieri:
Asael fratello di Ioab del gruppo dei Trenta, Elcanan figlio di Dodo, da
Betlemme,
25 Samma da Carod; Elika da Carod,
26 Ghelez da Pelet, Ira figlio di Ikkes da
Tekoa,
27 Abiezer da Anatot, Mebunnai da Cusa,
28-29 Zalmon da Acoach, Maharai e Cheleb figlio
di Baana, entrambi da Netofa, Ittai figlio di Ribai da Gabaa di Beniamino,
30 Benaia da Piraton, Iddai da Nahale- Gaas,
31 Abi-Albon da Arbot, Azmavet da Bacurim,
32 Eliacba da Saalbon, Iasen da Gun,
Gionata
33 figlio di Samma da Arar, Achiam figlio
di Sarar da Afar,
34 Elifelet figlio di Acasbai
il Maacatita, Eliam figlio di Achitofel da Ghilo,
35 Chesrai da Carmel, Paarai da Arab,
36 Igal figlio di Natan da Zoba, Bani da Gad,
37 Zelek l'Ammonita, Nacrai da Beerot,
attendente di Ioab figlio di Zeruia,
38 Ira e
Gareb della famiglia di Ieter,
39 Uria l'Ittita.
In tutto i guerrieri erano trentasette.
CAPITOLO 24
DAVIDE FA IL CENSIMENTO DEL POPOLO
(vedi 1 Cronache 21, 1 - 6)
1 Un'altra volta ancora la collera del Signore
colpì il popolo e spinse Davide a fare il censimento delle tribù
di Giuda e d'Israele a danno del popolo.
2 Il re
ordinò a Ioab, comandante del suo esercito:
- Percorri il territorio di tutte le
tribù d'Israele da Dan a nord fino a Bersabea a sud, e fa' il censimento
del popolo. Voglio conoscere quanti uomini sono.
3 Ioab rispose al re:
- Io mi auguro che il Signore tuo Dio faccia
diventare il popolo cento volte più numeroso di adesso e che tu lo possa
vedere con i tuoi occhi. Ma perché vuoi fare una cosa simile?
4 Davide non cambiò idea e fece eseguire
il suo ordine a Ioab e ai capi dell'esercito. Allora essi si congedarono dal re
e andarono a fare il censimento degli Israeliti.
5 Attraversarono il fiume Giordano e
cominciarono il calcolo ad Aroer e nella città che si trova in fondo alla
valle nel territorio di Gad, dopo andarono a Iazer.
6 Poi attraversarono la regione di Galaad e il
territorio degli Ittiti fino a Kades e giunsero a Dan- Iaan. Quindi girarono
verso Sidone.
7 Andarono fino alla fortezza di
Tiro e in tutte le città degli Evei e dei Cananei. Il giro terminò
a Bersabea, nella zona del Negheb nel territorio di Giuda.
8 Percorsero tutto il paese e tornarono a
Gerusalemme dopo nove mesi e venti giorni.
9
Ioab riferì a Davide il risultato del censimento: in Israele, al nord,
gli uomini in grado di combattere erano ottocentomila e, in Giuda, al sud,
cinquecentomila.
DIO PUNISCE IL POPOLO PER IL CENSIMENTO
(vedi 1 Cronache 21, 7 -
17)
10 Davide si rese conto di avere sbagliato a
fare il censimento del popolo e lo riconobbe davanti al Signore: «Ho
peccato molto, ho agito come un pazzo, ma tu, Signore, perdona la mia
colpa».
11-12 Allora il Signore parlò
a Gad, profeta alla corte di Davide: «Va' a trovare Davide e digli: "Il
Signore ti propone tre alternative: scegline una e il Signore farà come
dirai"». Il mattino dopo Davide si
alzò
13 e ricevette la visita di Gad, che
gli riferì la decisione del Signore. Allora Gad gli disse: «Scegli
fra questi tre castighi: una carestia di sette anni in tutta la regione, oppure
un attacco di nemici che ti mettono in fuga e ti inseguono per tre mesi, oppure
tre giorni di peste in tutto il territorio. Pensaci e decidi quale risposta devo
dare al Signore che mi ha mandato».
14
Davide rispose a Gad: «Non ho via d'uscita: non voglio cadere nelle mani
degli uomini, preferisco cadere nelle mani del Signore, perché grande
è la sua bontà».
15 Allora il
Signore colpì con la peste il paese, da Dan a nord fino a Bersabea a sud.
La peste cominciò quel mattino e durò fino al tempo fissato.
Morirono settantamila persone.
16 Ma quando
l'angelo del Signore stava per lanciare la distruzione su Gerusalemme, il
Signore decise di interrompere la disgrazia e ordinò all'angelo
sterminatore del popolo: «Basta, fermati!». In quel momento l'angelo
si trovava sopra il cortile di Arauna il Gebuseo.
17 Quando Davide vide l'angelo che colpiva il
popolo si rivolse al Signore e pregò: «Io solo ho sbagliato, il
pastore ha peccato. li gregge non ha nessuna colpa. Punisci me e la mia
famiglia».
DAVIDE COSTRUISCE UN ALTARE AL SIGNORE
(vedi 1 Cronache 21, 18-
27)
18 Quello stesso giorno Gad andò da
Davide e gli disse: «Va' a innalzare un altare al Signore nel cortile di
Arauna il Gebuseo».
19 Davide fece come gli
aveva ordinato il Signore per bocca di Gad.
20
Arauna vide il re e i ministri che andavano da lui; andò loro incontro,
si inchinò fino a terra
21 e chiese al re:
- Come mai il mio re viene da
me?
- Per comprare da te questo cortile, -
rispose Davide. - Voglio costruirvi un altare in onore del Signore perché
la pestilenza resti lontana dal popolo.
22 -
Prendilo pure, o mio re, - rispose Arauna, - e offri i sacrifici che vuoi. Anzi
ti dono i miei buoi per il sacrificio e questo carro e gli attrezzi per il
fuoco.
23 Il tuo servo Arauna, o re, ti dona
tutto. E il Signore tuo Dio accetti la tua offerta, - concluse Arauna.
24 Ma il re gli rispose:
- No, desidero comprare tutto al giusto prezzo.
Non voglio offrire al Signore sacrifici che non mi costano nulla. Davide
comprò il cortile e i buoi per cinquanta pezzi d'argento.
25 Costruì lì un altare al Signore
e offrì vari sacrifici. Il Signore mostrò la sua bontà
verso tutto il paese e cessò di colpire il popolo d'Israele.