LA SACRA BIBBIA - ANTICO TESTAMENTO - 2° SAMUELE

INTRODUZIONE AL SECONDO LIBRO DI SAMUELE

Caratteristiche principali
Il secondo libro di Samuele parla del regno di Davide. Anticamente questo libro e il precedente costituivano un'opera unica.
Il libro si apre con il lamento di Davide sulla morte di Saul. Poco dopo Davide viene proclamato re dalla sua tribù, quella di Giuda, ma deve vincere la resistenza di un figlio di Saul e dei generali che l'appoggiano, prima di diventare re di tutto Israele (capitoli 1- 4).
Due sono i primi atti importanti del nuovo re: la conquista di Gerusalemme e l'insediamento nella città dell'arca dell'alleanza. Allora Davide riceve da Dio, per bocca del profeta Natan, la promessa di una dinastia senza fine. Egli allarga i confini del regno e ne rende sicure le frontiere (capitoli 5 - 8).
Dal capitolo 9 inizia una storia vivacissima, che dura fino al capitolo 20 e riprende nei capitoli 1- 2 del primo libro dei Re. Ha come protagonista Davide e i suoi figli. Questi tentano di impadronirsi del trono o di assicurarsi il diritto alla successione, ma, uno dopo l'altro, scompaiono per lasciar posto all'erede designato da Dio, Salomone. Queste pagine formano la storia dell'ascesa al trono di Salomone e furono quasi certamente scritte proprio durante il suo regno.
Al termine del libro, nei capitoli 21-24, sono raccolte altre notizie sul regno di Davide, tra le quali è importante la storia dell'acquisto del terreno sul quale Salomone edificherà il tempio.

Davide è presentato in questo libro come un uomo di profonda fede, intelligente, coraggioso, meritevole della simpatia del popolo, generoso e modesto. Ma i suoi difetti non vengono nascosti. Egli peccò ma fu anche pronto ad ascoltare il profeta Natan, a riconoscere il suo sbaglio e ad accettare il castigo.
Davide fu per Israele il re ideale e nel popolo rimase viva la speranza in una sua dinastia che prolungasse nel tempo i benefici del suo regno. Quando i re posteriori riveleranno le loro miserie, si spererà in un re futuro che salvi Israele, e lo si penserà come figlio di Davide.

Conoscere Davide, dalla descrizione che ne fa questo libro, significa scoprire una personalità ricca di umanità e di fede, e immersa nella concreta storia di un popolo, piena di contraddizioni ma anche espressione di valori positivi. Ciò aiuta a capire meglio la grandezza divina di Cristo, il figlio di Davide, che ha portato a compimento l'abbozzo delineato mille anni prima nella figura di questo grande re.

Schema
- Davide re di Giuda 1, 1- 4, 12
- Davide re di tutto Israele 5, 1 - 24, 25
a. I primi anni 5, 1 - 10, 19
b. Davide e Betsabea 11, 1 - 12, 25
c. Pericoli e difficoltà 12, 26 - 20, 26
d. Gli ultimi anni 21, 1 - 24, 25

DAVIDE RE DI GIUDA

CAPITOLO 1

DAVIDE RICEVE LA NOTIZIA DELLA MORTE DI SAUL E DI GIONATA

1 Dopo la vittoria sugli Amaleciti, Davide tornò a Ziklag e vi passò due giorni. Nel frattempo il re Saul era morto.
2 Il terzo giorno arrivò dall'accampamento di Saul un uomo: aveva i vestiti strappati e la testa coperta di polvere in segno di lutto. Quando fu davanti a Davide s'inchinò fino a terra per rendergli omaggio.
3 - Da dove vieni? - chiese Davide
- Sono fuggito dall'accampamento d'Israele.
4 - Com'è andata? - continuò Davide; - dammi notizie.
- Durante la battaglia, - rispose, - l'esercito è stato messo in fuga, molti soldati sono morti. Anche Saul e suo figlio Gionata sono morti.
5 - Come fai a sapere che Saul e Gionata sono morti? - chiese Davide al giovane che aveva portato la notizia.
6 Mi trovavo per caso sul monte Gelboe, - riprese il giovane, - quando vidi Saul chinato sulla sua lancia. I carri e i cavalieri nemici stavano per circondarlo.
7 Saul si voltò, mi vide e mi chiamò.
8 «Agli ordini», risposi. «Chi sei?», mi domandò. «Sono un soldato Amalecita».
9 «Buttati su di me, mi ordinò, e fammi morire: ormai sono finito anche se respiro ancora».
10 Allora mi sono buttato su di lui e gli ho dato il colpo di grazia, perché avevo capito che, ridotto così, non sarebbe sopravvissuto. Ho preso la corona che portava sul capo e il suo bracciale e li ho portati a te, mio signore.
11 Davide si strappò i vestiti e lo stesso fecero i suoi uomini.
12 Fino al tramonto essi celebrarono il lutto: non presero cibo e piansero la morte di Saul e di suo figlio Gionata, la sconfitta del popolo del Signore e gli Israeliti morti in battaglia.
13 Poi Davide disse al giovane che gli aveva portato la notizia:
- Tu chi sei?
- Il figlio di un Amalecita che risiede tra voi, - rispose.
14 - E tu hai osato colpire a morte il re consacrato dal Signore? - replicò Davide.
15-16 Chiamò quindi uno dei suoi servi e gli ordinò:
- Vieni qui e uccidi quest'uomo! E all'Amalecita disse:
- Sei tu la causa della tua morte. Hai pronunziato la tua condanna quando hai dichiarato di aver ucciso il re consacrato dal Signore. Il servo colpì l'Amalecita e l'uccise.

LAMENTO DI DAVIDE PER LA MORTE DI SAUL E DI GIONATA

17 Per la morte di Saul e di Gionata Davide compose un canto funebre
18 e ordinò che fosse fatto conoscere tra la gente del territorio di Giuda. S'intitola il "Canto dell'Arco" ed è contenuto nel "Libro del Giusto".
19 «I tuoi uomini più forti, o Israele,
giacciono trafitti sulle tue colline:
perché sono morti gli eroi?
20 Non portate questa notizia
agli abitanti di Gat,
non date l'annunzio nelle strade
di Ascalon:
non devono far festa le ragazze filistee,
non devono esultare le donne di quella gente
senza Dio.
21 Colline di Gelboe, rugiada, pioggia
e acque di sorgente
non bagnino più
la vostra terra:
perché là rimasero abbandonati
gli scudi degli eroi,
nessuno più ripulì con olio lo scudo di Saul.
22 L'arco di Gionata
spargeva il sangue dei nemici,
trafiggeva le carni di eroi.
La spada di Saul
mai cessava di colpire.
23 Saul e Gionata, cari e amati,
uniti nella vita, uniti nella morte,
veloci come aquile, forti come leoni.
24 Ragazze d'Israele, piangete il re Saul:
egli vi dava vestiti di porpora,
vi rivestiva d'oro e di gioielli.
25 Perché sono caduti gli eroi
nel furore della battaglia?
Gionata è morto e giace sulla collina.
26 Tu eri carissimo per me,
Gionata, come un fratello.
Per me il tuo amore era dolce
più che l'amore di donna.
Grande dolore hai lasciato in me.
27 Perché sono morti gli eroi?
Perché sono a terra le loro armature?».

CAPITOLO 2

DAVIDE E' CONSACRATO RE DI GIUDA A EBRON

1 Dopo questi fatti, Davide invocò il Signore e gli domandò:
- Devo andare in qualche città del territorio di Giuda?
- Sì, - rispose il Signore.
- In quale città?
- A Ebron
2 Davide andò a Ebron e portò con sé le sue due mogli: Achinoam, proveniente da Izreel, e Abigail, che era stata prima la moglie di Nabal, proveniente da Carmel.
3 Portò con sé anche i suoi uomini con le loro famiglie, ed essi si fermarono nei villaggi vicini a Ebron.
4 Gli uomini della tribù di Giuda vennero a Ebron e consacrarono Davide loro re. Davide fu informato che gli abitanti di Iabes di Galaad avevano dato sepoltura a Saul.
5 Allora mandò alcuni messaggeri a dire loro: «Il Signore vi benedica per la fedeltà che avete dimostrato verso Saul, il vostro re, dandogli sepoltura.
6 Il Signore mantenga la sua bontà e la sua fedeltà verso di voi. Da parte mia, m'impegno a trattarvi bene per quel che avete fatto a Saul.
7 Riprendete, dunque, coraggio e dimostratevi uomini di valore. Il vostro signore Saul è morto. Ora il popolo di Giuda ha consacrato me come suo re».

IS-BAAL E' DICHIARATO RE D'ISRAELE

8 Il comandante dell'esercito di Saul, Abner figlio di Ner, prese con sé Is-Baal figlio di Saul e lo condusse a Macanaim al di là del Giordano.
9 Là egli lo fece re dei territori di Galaad, Aser, Izreel, Efraim e Beniamino: in breve, di tutto Israele.
10 Is-Baal aveva quarant'anni quando fu fatto re, e regnò su Israele per due anni. Però il territorio di Giuda rimase sotto Davide.
11 Egli regnò a Ebron sul popolo di Giuda per sette anni e mezzo.

BATTAGLIA TRA GIUDA E ISRAELE A GABAON

12 Le truppe di Is-Baal figlio di Saul, guidate da Abner figlio di Ner, lasciarono Macanaim e andarono a Gabaon.
13 Allora anche le truppe di Davide, guidate da Ioab figlio di Zeruia, si misero in marcia. I due eserciti si incontrarono alla grande cisterna di Gabaon e si fermarono sui lati opposti.
14 Abner propose a Ioab:
- Facciamo combattere davanti a noi soltanto due gruppi dei nostri giovani.
Ioab accettò.
15 Si fecero avanti ventiquattro soldati: dodici della tribù di Beniamino per Is-Baal figlio di Saul e dodici della truppa di Davide.
16 Ognuno di loro afferrò il suo avversario per la testa e si conficcarono l'un l'altro la spada nel fianco. Così morirono tutti insieme. Da allora quel luogo presso Gabaon fu chiamato il "Campo delle Spade".
17 Poi ci fu una durissima battaglia per l'intero giorno: Abner e i suoi soldati furono sconfitti dalle truppe di Davide.
18 Alla battaglia parteciparono tutti e tre i figli di Zeruia: Ioab, Abisai e Asael. Quest'ultimo era più veloce di una gazzella selvatica.
19 Si mise a inseguire Abner e corse senza sosta dietro di lui.
20 A un certo punto Abner si voltò e gli chiese:
- Tu sei Asael?
- Sì, rispose.
21 - Cambia direzione, - gli disse Abner; - insegui qualche soldato, così potrai impadronirti della sua armatura. Ma Asael non smise di inseguire Abner.
22 Abner si voltò ancora per dirgli: - Smettila di inseguire me! Vuoi che ti uccida? Poi dovrò rompere i rapporti con tuo fratello Ioab.
23 Ma Azael non lo ascoltò. Allora Abner, con un colpo di lancia all'indietro, lo colpì nel ventre. La lancia gli uscì dalla schiena. Asael cadde a terra e mori. Tutti gli altri inseguitori si fermarono là dove Asael giaceva a terra.
24 Ma Ioab e Abisai continuarono a inseguire Abner. Al tramonto essi giunsero alla collina di Amma, di fronte a Ghiach, sulla strada del deserto di Gabaon.
25 Là, gli uomini della tribù di Beniamino si schierarono in gruppo compatto per difendere Abner e occuparono la sommità di un colle.
26 Abner chiamò Ioab e gli gridò:
- Continueremo senza fine a uccidere? Non sai che questa lotta avrà una triste conclusione? Non sarebbe ora che tu ordinassi ai tuoi uomini di cessare l'inseguimento dei loro fratelli?
27 Ioab rispose:
- Com'è vero che Dio vive, se non dicevi queste parole i miei uomini avrebbero continuato a inseguire i loro fratelli fino all'alba.
28 Poi Ioab suonò la tromba: il suo esercito si fermò e smise l'inseguimento e la battaglia.
29 Abner e i suoi uomini marciarono tutta la notte attraverso il deserto, passarono il Giordano, attraversarono tutta la zona del Bitron e giunsero a Macanaim.
30 Di ritorno dall'inseguimento di Abner, Ioab radunò le truppe: oltre ad Asael mancavano diciannove uomini dell'esercito di Davide.
31 Ma le truppe di Davide avevano ucciso trecentosessanta uomini appartenenti alla tribù di Beniamino e alle truppe di Abner.
32 Ioab e i suoi uomini raccolsero il cadavere di Asael e lo seppellirono nella tomba di suo padre, a Betlemme. Poi continuarono la marcia tutta la notte e giunsero a Ebron allo spuntar del giorno.

CAPITOLO 3
1 Il contrasto tra la famiglia di Saul e quella di Davide durò molto tempo. Tuttavia Davide diventava sempre più forte, mentre gli altri s'indebolivano sempre più.

I FIGLI DI DAVIDE NATI A EBRON

(vedi 1 Cronache 3, 1 - 4)
2 A Ebron Davide ebbe questi figli: Ammon, il primo, gli nacque dalla moglie Achinoam della città di Izreel;
3 Kileab, il secondo, nacque da Abigail, la vedova di Nabal della città di Carmel; Assalonne, il terzo, nacque da Maaca, figlia di Talmai re di Ghesur;
4 Adonia, il quarto, nacque da Agghit; Sefatia, il quinto, nacque da Abital;
5 Itream, il sesto, nacque da Egla, un'altra moglie di Davide. Questi sono i figli di Davide nati a Ebron.

ABNER ABBANDONA IS-BAAL

6 Mentre continuava il contrasto tra Davide e i seguaci della famiglia di Saul, tra questi ultimi Abner diventava sempre più potente.
7 Un giorno Is-Baal accusò Abner:
- Tu sei stato con una donna già concubina di mio padre, una certa Rizpa figlia di Aia!
8 Abner si offese molto e rispose a Is-Baal: - Pensi che io sia un venduto a quelli di Giuda? Sono sempre stato leale con la famiglia di tuo padre Saul, con i suoi parenti e i suoi seguaci. Io ho fatto in modo che tu non cadessi in mano a Davide e ora mi accusi per una faccenda di donne!
9 Che Dio mi punisca severamente se da oggi non mi darò da fare perché si realizzi quel che il Signore ha giurato a Davide:
10 di togliere il regno alla famiglia di Saul e stabilire il dominio di Davide su tutto il popolo di Giuda e su quello d'Israele, dal nord fino al sud, da Dan fino a Bersabea.
11 Is-Baal non seppe che cosa rispondergli, perché aveva paura di lui.

ABNER SI ALLEA CON DAVIDE

12 Abner mandò subito messaggeri a Davide per dirgli: «A chi andrà il dominio su tutto il territorio? Fa' un patto con me e ti aiuterò a far passare dalla tua parte tutto il popolo d'Israele».
13 «Bene, - gli mandò a dire Davide; - sono disposto ad allearmi con te, ma a una condizione: prima di venire a incontrarmi, fa' tornare da me mia moglie Mikal, figlia di Saul. Altrimenti non farti vedere».
14 Intanto Davide mandò messaggeri a dire a Is-Baal figlio di Saul: «Restituiscimi mia moglie Mikal che ho sposato in cambio dell'uccisione di cento Filistei».
15 Is-Baal mandò a prendere Mikal a casa del marito Paltiel figlio di Lais.
16 Egli l'accompagnò piangendo fino a Bacurim. Qui Abner ordinò a Paltiel di tornare indietro ed egli ubbidì.
17 Abner, intanto, si incontrò con i responsabili d'Israele e disse loro: «Da tempo voi cercate di avere Davide come re.
18 E' il momento di agire, perché il Signore ha promesso a Davide, suo servo, che per mezzo di lui libererà Israele, suo popolo, dai Filistei e da tutti gli altri nemici».
19 Abner ebbe colloqui anche con la tribù di Beniamino e poi andò a Ebron per riferire a Davide stesso le decisioni dei responsabili d'Israele e di Beniamino.
20 Giunse a Ebron con venti uomini e Davide offrì a tutti un banchetto.
21 Abner disse a Davide: «Sono pronto a partire e a radunare tutti gli Israeliti sotto la tua sovranità. Essi faranno un patto con te e tu sarai, come desideri, re di tutto il territorio». Alla fine Davide lo congedò e lo lasciò andare in pace.

ABNER E' UCCISO DA IOAB

22 Abner aveva già lasciato Davide e se n'era andato in pace quando Ioab, con le truppe di Davide, tornò a Ebron con un grande bottino dopo un saccheggio.
23 Appena giunto con le truppe, Ioab fu informato che Abner, figlio di Ner, era venuto dal re e che Davide lo aveva lasciato andare in pace.
24 Ioab andò dal re e gli chiese: «Che cos'hai fatto? E' venuto da te Abner, e tu l'hai lasciato andar via in pace? Perché?
25 Sai chi è Abner figlio di Ner: certamente egli è venuto per ingannarti, per spiare le tue mosse e scoprire quel che stai facendo».
26 Ioab lasciò Davide e mandò messaggeri a raggiungere Abner al pozzo di Sira. All'insaputa di Davide lo fece tornare indietro.
27 Quando Abner fu di nuovo a Ebron, Ioab lo tirò in disparte dietro la porta della città, fingendo di volergli parlare in segreto. Lo colpì nel ventre e l'uccise, per vendicare la morte di suo fratello Asael.
28 Quando seppe l'accaduto, Davide dichiarò: «Il Signore sa che io e i miei sudditi siamo del tutto innocenti dell'uccisione di Abner figlio di Ner.
29 La punizione ricada su Ioab e sulla sua famiglia. Ci sia sempre qualcuno, nella famiglia di Ioab, colpito da malattie che rendono impuri o costretto a lavori femminili o ucciso di spada o ridotto alla fame».
30 Ioab e suo fratello Abisai si erano vendicati contro Abner, perché aveva ucciso il loro fratello Asael nella battaglia di Gabaon.
31 Davide ordinò a Ioab e a tutti i suoi uomini: «Strappatevi i vestiti, indossate vesti di sacco e fate il lutto per Abner». Anch'egli, il re, partecipò al corteo funebre dietro il corpo del defunto.
32 Abner fu sepolto a Ebron. Davide pianse ed espresse a voce alta il suo dolore davanti alla tomba. Anche tutto il popolo piangeva.
33 Poi il re pronunziò questo canto funebre in onore di Abner:
«Perché sei morto, Abner? morto senza ragione?
34 Le tue mani non erano legate, i tuoi piedi non erano in catene: sei morto come uno sorpreso dai briganti». Tutto il popolo continuò ancora a piangere la morte di Abner.
35 Alla fine, poiché era ancora giorno, tutti insistettero perché Davide mangiasse qualcosa, ma egli giurò: «Il Signore mi punisca severamente se mangerò un pezzo di pane o qualsiasi cibo prima del tramonto».
36 Tutta la gente notò e apprezzò il comportamento di Davide, così come sempre apprezzava ogni cosa che faceva il re.
37 Tutti, anche gli Israeliti del nord, capirono in quel giorno che la morte di Abner figlio di Ner non era stata voluta dal re.
38 Davide disse ai suoi collaboratori: «Rendetevi conto che oggi è morto un grande capo in Israele.
39 Sebbene io sia il re consacrato, oggi sono un debole rispetto alla durezza di questi uomini, i figli di Zeruia. Ma il Signore tratterà i malvagi come si meritano».

CAPITOLO 4

IS-BAAL È ASSASSINATO

1 Quando seppe che Abner era morto a Ebron, Is-Baal figlio di Saul perse coraggio e anche tutto Israele ebbe paura.
2 Il figlio di Saul aveva ai suoi ordini due capi di bande armate. Essi si chiamavano Baana e Recab ed erano figli di un certo Rimmon della località di Beerot. Facevano parte della tribù di Beniamino come tutti quelli di Beerot,
3 da quando si erano rifugiati a Ghittaim dove abitano anche oggi, e si erano stabiliti là come forestieri residenti.
4 Vi era un altro discendente di Saul, un suo nipote, figlio di Gionata, di nome Mefibaal. Aveva tutt'e due i piedi storpi da quando aveva cinque anni. La sua nutrice infatti lo aveva fatto cadere per la fretta di fuggire, quando arrivò da Izreel la notizia della morte di Saul e di Gionata.
5 Un giorno i due capibanda, Baana e Recab figli di Rimmon da Beerot, nell'ora più calda della giornata, andarono in casa di Is-Baal mentre egli riposava.
6 Entrarono in casa con il pretesto di prendere del grano, colpirono Is-Baal al ventre e fuggirono via.
7 Quando erano entrati in casa, avevano trovato Is-Baal sdraiato sul letto in camera sua a riposare. Dopo averlo colpito e ucciso, gli tagliarono la testa e la portarono via. Poi si avviarono per la strada della valle del Giordano e camminarono tutta la notte.
8 Giunsero a Ebron e portarono la testa di Is-Baal al re Davide e gli dissero:
- Ecco la testa di Is-Baal, il figlio del tuo nemico Saul che aveva attentato alla tua vita. Ora, o nostro re, il Signore ti ha dato piena vendetta su Saul e i suoi discendenti.
9 Davide rispose a Recab e a suo fratello Baana, figli di Rimmon da Beerot:
- Il Signore, che mi ha liberato da ogni pericolo, mi è testimone!
10 L'uomo che a Ziklag mi annunziò la morte di Saul credeva di portarmi una bella notizia. Io l'ho preso e l'ho messo a morte: questa è stata la sua ricompensa.
11 Adesso due delinquenti uccidono un innocente nel sonno a casa sua: non mi resta che punirvi come assassini ed eliminarvi dalla faccia della terra.
12 Davide ordinò ai suoi uomini di uccidere quei due. Poi tagliarono ai cadaveri le mani e i piedi e li esposero presso la cisterna di Ebron. La testa di Is-Baal invece fu deposta nella tomba di Abner a Ebron.

DAVIDE RE DI TUTTO ISRAELE

CAPITOLO 5

DAVIDE E' CONSACRATO RE D'ISRAELE

(vedi 1 Cronache 11, 1-3)
1 Tutte le tribù d'Israele si radunarono a Ebron e dichiararono a Davide: «Noi ci consideriamo tuoi fratelli di sangue.
2 Già da parecchio tempo, quando su di voi regnava ancora Saul, guidavi tu il popolo d'Israele nelle sue battaglie. Il Signore ti ha fatto la promessa che sarai tu la guida del suo popolo, il capo d'Israele».
3 Allora Davide, alla presenza del Signore, concluse un'alleanza con tutti i responsabili d'Israele che erano venuti da lui a Ebron. Essi lo consacrarono re d'Israele.
4 Davide aveva trent'anni quando divenne re e regnò quarant'anni:
5 sette anni e mezzo a Ebron sulla tribù di Giuda e trentatré a Gerusalemme su tutte le tribù d'Israele e su quella di Giuda.

DAVIDE S'IMPADRONISCE DI GERUSALEMME

(vedi 1 Cronache 11, 4-9; 14, 1-2)
6 Il re e i suoi uomini marciarono contro Gerusalemme e i Gebusei che abitavano quella regione. I Gebusei pensavano che Davide non avrebbe potuto prendere la loro città e gli mandarono a dire: «Non riuscirai a entrare in città: anche zoppi e ciechi ti respingerebbero».
7 Invece Davide s'impadronì della fortezza di Sion che poi si chiamò Città di Davide.
8 In quell'occasione Davide disse ai suoi uomini: «Chi vuol colpire i Gebusei, raggiungerà quei ciechi e quegli zoppi che vogliono la morte di Davide, attraverso il canale». Da questo episodio è venuto il detto: «Ciechi e zoppi non entreranno nella casa del Signore».
9 Davide si stabilì nella fortezza che chiamò Città di Davide. Tra il terrapieno chiamato il Millo e la sua abitazione Davide fece nuove costruzioni tutt'intorno.
10 Egli diventava sempre più potente e il Signore, Dio degli eserciti, era con lui.
11 Chiram, re della città di Tiro, mandò a Davide alcuni messaggeri con una fornitura di legname pregiato. Gli mandò anche carpentieri e tagliapietre, ed essi costruirono il palazzo di Davide.
12 Davide capì che il Signore lo aveva confermato re d'Israele e sosteneva il suo regno per amore d'Israele, suo popolo.

I FIGLI DI DAVIDE NATI A GERUSALEMME

(vedi 1 Cronache 3, 5 - 9; 14, 3 - 7)
13 Dopo essersi trasferito da Ebron a Gerusalemme, Davide prese qui altre mogli e concubine: queste gli diedero figli e figlie.
14 I figli che Davide ebbe a Gerusalemme sono: Sammua, Sobab, Natan, Salomone,
15 Ibcar, Elisua, Nefeg, Iafia,
16 Elisama, Eliada ed Elifelet.

DAVIDE VINCE I FILISTEI

(vedi 1 Cronache 14, 8 - 16)
17 I Filistei, quando seppero che gli Israeliti avevano consacrato Davide re d'Israele, organizzarono una spedizione per catturarlo. Davide ne fu informato e si spostò in un luogo fortificato.
18 I Filistei giunsero nella valle di Refaim e l'occuparono.
19 Davide invocò il Signore e gli chiese:
- Devo attaccare i Filistei? Mi darai la vittoria?
Il Signore gli diede questa risposta:
- Attaccali! Ti darò certamente la vittoria su di loro.
20 Davide andò a Baal- Perazim e sconfisse i Filistei. In quell'occasione Davide dichiarò: «Il Signore ha fatto uno squarcio nello schieramento nemico con la stessa forza di un'inondazione». Per questo chiamò quella località Baal- Perazim (Signore dello squarcio).
21 I Filistei abbandonarono sul posto alcuni loro idoli, e Davide e i suoi uomini li presero.
22 In seguito i Filistei ricominciarono a invadere la valle di Refaim.
23 Davide invocò il Signore ed ebbe questa risposta: «Non attaccarli da questa parte, ma alle spalle, di fronte al bosco dei gelsi.
24 Quando sentirai un rumore simile a qualcosa che passa sulle cime dei gelsi, sta' attento! In quel momento io marcerò davanti a te per colpire l'esercito filisteo».
25 Davide fece come il Signore aveva ordinato: sconfisse i Filistei da Gabaa fino all'ingresso di Ghezer.

CAPITOLO 6

DAVIDE TRASPORTA L'ARCA A GERUSALEMME

(vedi 1 Cronache 13, 1-14)
1 Davide radunò di nuovo tutti i trentamila guerrieri d'Israele.
2 Poi, accompagnato da tutta la gente che era con lui, andò a Baala nel territorio di Giuda, per prendere l'arca di Dio che è dedicata al nome del «Signore degli eserciti che siede sui cherubini».
3 Presero l'arca di Dio dalla casa di Abinadab, sulla collina, e la caricarono su un carro nuovo guidato da Uzza e Achio suoi figli.
4 Achio camminava davanti all'arca.
5 Davide e tutti gli Israeliti danzavano davanti al Signore, accompagnati da strumenti musicali fatti con legno di cipresso, da cetre, arpe, tamburi, sistri e cembali.
6 Ma quando arrivarono presso la fattoria di Nacon, i buoi inciamparono: Uzza, con la mano, trattenne l'arca di Dio.
7 Il Signore si adirò contro Uzza: per quell'errore Dio lo colpì. Uzza morì sul posto presso l'arca di Dio.
8 Davide fu sconvolto per l'intervento del Signore contro Uzza. Chiamò la località Perez- Uzza (Punizione di Uzza) e quel nome è rimasto fino ad oggi.
9 A causa di quell'episodio Davide ebbe paura del Signore e si chiese: «Come potrebbe venire nella mia casa l'arca del Signore?».
10 Perciò non la volle portare a casa sua, nella Città di Davide, ma la depositò in casa di un certo Obed-Edom, originario della città di Gat.
11 Così l'arca del Signore rimase per tre mesi nella casa di Obed-Edom. Il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la sua famiglia.

ARRIVO DELL'ARCA A GERUSALEMME

(vedi 1 Cronache 15, 25 - 16, 3)
12 Il re Davide fu informato che il Signore aveva benedetto la casa di Obed-Edom e tutti i suoi beni a causa dell'arca di Dio. Allora trasportò con gioia l'arca dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide.
13 Quando i portatori dell'arca del Signore ebbero fatto sei passi, Davide offrì in sacrificio un bue e un vitello ingrassato.
14 Davide portava l'efod sacerdotale di lino e danzava con entusiasmo davanti al Signore.
15 Insieme con tutti gli Israeliti egli trasportò l'arca del Signore tra grida di gioia e suoni di trombe.
16 Quando l'arca del Signore giunse alla Città di Davide, Mikal figlia di Saul si affacciò alla finestra: vide il re David che, secondo il rito, saltava e danzava davanti al Signore e, in cuor suo, lo disprezzò.
17 Alla fine l'arca del Signore fu collocata al suo posto al centro della tenda che Davide aveva fatto preparare, ed egli offrì al Signore vari sacrifici.
18 Terminati i sacrifici, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti.
19 Distribuì viveri a tutto l'esercito e alla moltitudine degli Israeliti, uomini e donne: diede a ciascuno una focaccia di pane, una porzione di carne e una di uva secca. Poi ognuno ritornò a casa sua.
20 Anche Davide si avviò per salutare la sua famiglia. Gli venne incontro Mikal figlia di Saul e disse:
- Bella figura ha fatto oggi il re d'Israele: si è fatto vedere mezzo svestito anche dalle serve dei suoi dipendenti come avrebbe fatto un uomo da nulla.
21 Davide le rispose:
- Io ho fatto festa in onore del Signore che ha scelto me come capo d'Israele, suo popolo, al posto di tuo padre o di un suo discendente. In onore del Signore lo farò ancora.
22 Anzi, personalmente mi umilierò e mi abbasserò ancora di più. Ma le serve di cui tu parli sapranno mostrarmi rispetto.
23 Mikal figlia di Saul non ebbe figli fino alla morte.

CAPITOLO 7

DIO PROMETTE A DAVIDE UNA CONTINUA DISCENDENZA

(vedi 1 Cronache 17, 1-15)
1 Il re Davide andò ad abitare nel suo palazzo. Il Signore gli dava tranquillità da tutti i suoi nemici.
2 Un giorno egli chiamò il profeta Natan e gli disse:
- Come vedi, io abito in un bel palazzo costruito con legname pregiato, mentre l'arca di Dio è custodita in una semplice tenda.
3 Natan rispose al re:
- Fa' pure come hai progettato, perché il Signore ti approva.
4 Ma quella stessa notte il Signore disse a Natan:
5 «Devi andare a parlare al mio servo Davide. Gli dirai che la parola del Signore è questa: Non sarai tu a costruirmi una casa dove io abiterò.
6 Da quando ho liberato gli Israeliti dall'Egitto, fino a oggi, io non ho mai abitato in un tempio, ma li ho accompagnati avendo come Abitazione una tenda.
7 Ho fatto, insieme con gli Israeliti, molto cammino e ho affidato a molti capi il compito di guidare Israele, mio popolo. Non ho mai chiesto a nessuno di loro, neppure una volta, perché non mi costruivano un tempio con legname pregiato».
8 Il Signore disse ancora a Natan: «Devi dire al mio servo Davide che io, il Signore dell'universo, gli mando questo messaggio: Tu eri un pastore e seguivi il gregge. Io ti ho preso di là, per farti diventare capo d'Israele, mio popolo.
9 Sono stato al tuo fianco in ogni tua impresa, ho distrutto tutti i nemici che incontravi e ora ti farò diventare molto famoso come gli uomini più importanti della terra.
10 Voglio fissare per il mio popolo, Israele, un luogo dove possa stabilirsi e abitare senza più paura di nessuno. Non sarà più oppresso da gente malvagia, come avveniva un tempo,
11 anche quando avevo messo i giudici a capo d'Israele, mio popolo. Ora, invece, ti ho dato tranquillità da tutti i tuoi nemici. E io, il Signore, ti annunzio che sarò io a costruire a te una casa!
12 Quando, al termine della tua vecchiaia, morirai e sarai sepolto con i tuoi padri, io metterò al tuo posto uno dei tuoi figli, nato da te, e fortificherò il suo regno.
13 Sarà lui a costruire una casa per me, e io gli assicurerò per sempre una dinastia.
14 Lui sarà un figlio per me, e io sarò suo padre: se peccherà, lo castigherò con mezzi umani, come un padre castiga il figlio,
15 ma non gli toglierò mai il mio appoggio, come invece ho fatto con Saul, che ho respinto per far posto a te.
16 La tua famiglia e il tuo regno saranno stabili per sempre dopo di te, e la tua dinastia non finirà mai».
17 Natan riferì a Davide tutto quel che Dio gli aveva fatto conoscere in questa visione.

DAVIDE RINGRAZIA IL SIGNORE

(vedi 1 Cronache 17, 16 - 27)
18 Davide andò nella tenda alla presenza del Signore e pronunziò questa preghiera: «O Signore Dio, tu mi hai fatto arrivare a una meta che né io né la mia famiglia potevamo pensare.
19 Ma per te tutto questo è ancora poco, o Signore Dio. Ora mi hai fatto una promessa per il lontano avvenire della mia famiglia e l'hai manifestata a un semplice uomo, o Signore Dio.
20 «Non so quali altre cose potrei dirti, o Signore Dio: tu mi conosci, sono il tuo servo.
21 Tu infatti hai voluto fare grandi cose per fedeltà alla tua parola e me le hai rivelate.
22 Quanto sei grande, Signore Dio! Mai abbiamo sentito parlare di un Dio come te. All'infuori di te non c'è nessun altro Dio.
23 Non c'è sulla terra nessun altro popolo come il tuo: tu sei andato a liberare soltanto Israele per farne il tuo popolo e dargli il tuo nome. Hai fatto in suo favore cose grandi e terribili. Dopo averlo liberato dagli Egiziani e dalle loro divinità, hai scacciato le nazioni che ostacolavano il suo cammino.
24 Hai fatto d'Israele il tuo popolo per sempre e sei diventato, o Signore, il loro Dio.
25 «Ora, Signore Dio, realizza quel che hai detto, mantieni per sempre questa promessa che riguarda me, tuo servo, e la mia dinastia.
26 Così, la tua gloria sarà grande per sempre. Tutti diranno: il Signore dell'universo è veramente il Dio d'Israele. Così, la dinastia di Davide, tuo servo, rimarrà stabile per sempre.
27 Tu stesso, Signore dell'universo e Dio d'Israele, mi hai fatto conoscere il proposito di darmi una dinastia. Per questo io, tuo servo, ho avuto il coraggio di farti questa preghiera.
28 Tu sei Dio, o Signore, tu mi hai fatto questa grande promessa, e la tua parola è degna di fede.
29 Benedici la mia dinastia perché duri per sempre davanti a te. Tu l'hai promesso, o Signore: la mia dinastia sarà per sempre benedetta da te».

CAPITOLO 8

VITTORIE DI DAVIDE SUI POPOLI VICINI

(vedi 1 Cronache 18, 1-12)
1 Dopo questi fatti Davide sconfisse i Filistei, li umiliò e li privò del dominio sulla regione.
2 Vinse anche i Moabiti, fece stendere i prigionieri per terra e ne uccise due su tre. Obbligò tutti gli abitanti di Moab a pagare tributi.
3 Davide sconfisse anche Adad-Ezer, figlio di Recob, re di Zoba, che si era mosso per estendere il suo dominio verso il fiume Eufrate.
4 Davide fece prigionieri millesettecento cavalieri e ventimila soldati di fanteria. Tenne i cavalli per cento carri, fece tagliare i garretti agli altri.
5 Gli Aramei di Damasco vennero in aiuto di Adad-Ezer, re di Zoba, ma Davide li sconfisse e uccise ventiduemila uomini.
6 Davide assoggetto il regno arameo di Damasco, vi mise guarnigioni militari e lo obbligò a pagare tributi. In tutte queste guerre il Signore fece vincere Davide.
7 Davide s'impadronì degli scudi d'oro degli uomini di Adad-Ezer e li trasportò a Gerusalemme.
8 Dalle città di Betach e Berotai, che appartenevano ad Adad-Ezer, il re Davide portò via una gran quantità di bronzo.
9-10 Il re di Camat, Tou, che era sempre stato in lotta con Adad-Ezer, venne a sapere che Davide l'aveva sconfitto. Allora mandò suo figlio Ioram a far visita al re Davide e a congratularsi con lui per la vittoria su Adad-Ezer e gli regalò molti oggetti d'oro, d'argento e di bronzo.
11 Davide riservò per il culto del Signore tutto questo oro e argento, insieme con quello che aveva preso ad altri popoli da lui sconfitti:
12 agli Edomiti, ai Moabiti, agli Ammoniti, ai Filistei e agli Amaleciti. Lo stesso fece del bottino preso ad Adad-Ezer figlio di Recob, re di Zoba.
13 Davide si acquistò grande fama quando, di ritorno dalla spedizione contro gli Aramei, sconfisse nella valle del Sale diciottomila Edomiti.
14 Davide mise guarnigioni militari in tutto il territorio degli Edomiti e lo sottomise al suo dominio. In tutte queste guerre il Signore fece vincere Davide.

LISTA DEI FUNZIONARI DI DAVIDE

(vedi 1 Cronache 18, 14- 17)
15 Davide regnò su tutti gli Israeliti e assicurò l'amministrazione della giustizia nei confronti di tutto il popolo.
16 Ioab figlio di Zeruia era il comandante in capo dell'esercito. Giosafat figlio di Achilud era archivista.
17 Zadok figlio di Achitub ed Achimelech figlio di Ebiatar erano sacerdoti. Il segretario era Seraia.
18 Benaia figlio di Ioiada comandava la guardia del corpo: i Cretei e i Peletei. I figli di Davide erano sacerdoti.

CAPITOLO 9

DAVIDE ACCOGLIE MEFIBAAL

1 Un giorno Davide domandò: «E' rimasto in vita ancora qualcuno della famiglia di Saul? Vorrei mostrargli la mia amicizia in ricordo di Gionata».
2 Fu chiamato allora un certo Ziba, che era alle dipendenze della famiglia di Saul. Il re gli chiese:
- Tu sei Ziba?
- Sì, mio signore, - rispose.
3 - C'è ancora qualcuno della famiglia di Saul? - chiese il re; - vorrei mostrargli la mia amicizia come ho promesso a Dio.
- C'è un figlio di Gionata, - rispose Ziba al re, - con tutt'e due i piedi storpi.
4 - Dove abita? - continuò il re.
- Sta in casa di Machir figlio di Ammiel, a Lodebar, - rispose Ziba.
5 Il re lo mandò a prendere dalla casa di Machir figlio di Ammiel, a Lodebar.
6 Il figlio di Gionata e nipote di Saul si chiamava Mefibaal. Egli venne dal re Davide e si inchinò profondamente davanti a lui:
- Mefibaal! - lo salutò il re.
- Ai tuoi ordini! - rispose.
7 - Non aver timore, - continuò Davide; - voglio mostrarti la mia amicizia per amore di Gionata tuo padre. Voglio restituirti le terre che appartenevano a tuo nonno Saul e invitarti d'ora in poi alla mia mensa.
8 - Grazie, mio signore, tu ti preoccupi di un povero disgraziato come me, - rispose Mefibaal inchinato fino a terra.
9 Davide chiamò allora Ziba servo di Saul e gli disse:
- Ho donato a questo nipote di Saul tutto quel che apparteneva a Saul e alla sua famiglia.
10 Tu, con i tuoi figli e i tuoi servi, coltiverai i terreni che appartenevano a Saul e i raccolti serviranno a mantenere i dipendenti del tuo padrone. Mefibaal, invece, sarà sempre mantenuto alla mia tavola. Ziba aveva quindici figli e venti servi.
11 Egli rispose al re:
- Farò come hai ordinato, mio signore.
Così Mefibaal fu ospite del re come uno dei suoi figli.
12 Mefibaal aveva un bambino di nome Mica. Tutti quelli che erano alle dipendenze di Ziba ora erano al servizio di Mefibaal.
13 Egli abitò a Gerusalemme e mangiava alla tavola del re. Aveva tutt'e due i piedi storpi.

CAPITOLO 10

GLI AMMONITI OFFENDONO GLI INVIATI DI DAVIDE

(vedi 1 Cronache 19, 1 - 5)
1 Quando morì Nacas, re degli Ammoniti, divenne re suo figlio Canun.
2 Davide decise di stabilire con Canun le stesse relazioni di amicizia che aveva avuto con il padre. Perciò mandò alcuni funzionari a portare le sue condoglianze a Canun per la morte del padre. I messaggeri di Davide arrivarono nel territorio degli Ammoniti.
3 Ma i prìncipi degli Ammoniti dissero al loro re Canun: «Credi davvero che a Davide importi tanto la memoria di tuo padre da mandarti una delegazione per le condoglianze? Non ti rendi conto che ha mandato questa gente per spiare la città, metter confusione e raccogliere informazioni?».
4 Allora Canun fece arrestare i messaggeri di Davide, fece tagliare metà barba a tutti e strappare le tuniche fino a scoprire le natiche, e li rimandò indietro.
5 Essi si vergognavano di farsi vedere in quello stato. Il re Davide, informato del fatto, mandò a dire di fermarsi a Gerico fino a che le loro barbe non fossero ricresciute.

DAVIDE VINCE GLI AMMONITI E GLI ARAMEI

(vedi 1 Cronache 19, 6 - 19)
6 Canun e gli Ammoniti capirono che ormai si erano inimicati Davide. Si procurarono a pagamento ventimila soldati dagli Aramei di Bet- Recob e di Zoba, mille dal re di Maaca e dodicimila da Tob.
7 Davide, informato di tutto, mandò sul posto le sue truppe scelte comandate da Ioab.
8 Gli Ammoniti si disposero in ordine di battaglia davanti alla porta della loro capitale, mentre gli Aramei di Zoba e di Recob e gli uomini di Tob e di Maaca si erano schierati nella campagna.
9 Ioab si rese conto che doveva combattere su due fronti. Allora prese con sé i migliori soldati Israeliti e si schierò di fronte agli Aramei.
10 Diede il comando del resto dell'esercito a suo fratello Abisai e lo mandò contro gli Ammoniti.
11 Gli disse: «Se tu vedi che gli Aramei sono più forti di me, vieni in mio aiuto; lo stesso farò io se tu ti troverai in difficoltà con gli Ammoniti.
12 Sii forte! Combattiamo tutti con coraggio per il nostro popolo e per la città del nostro Dio, e il Signore compia la sua volontà».
13 Ioab con i suoi uomini andò contro gli Aramei, i quali si diedero alla fuga.
14 Vedendo fuggire gli Aramei, scapparono anche gli Ammoniti davanti ad Abisai e si rifugiarono dentro la città. A questo punto Ioab sospese l'attacco e ritornò a Gerusalemme.
15 Quando si videro battuti dagli Israeliti, gli Aramei riunirono tutte le loro forze.
16 Adad-Ezer fece venire altre truppe dagli Aramei abitanti al di là del fiume Eufrate. Erano comandate da Sobach, capo dell'esercito di Adad-Ezer, e giunsero a Chelam.
17 Quando Davide lo venne a sapere, radunò tutto l'esercito d'Israele, attraversò il Giordano e giunse a Chelam. Gli Aramei si schierarono contro Davide e l'attaccarono,
18 ma Davide e gli Israeliti li misero in fuga e uccisero settecento combattenti sui carri e quarantamila cavalieri. Fu ucciso anche il comandante Sobach.
19 Tutti i re alleati di Adad-Ezer si resero conto della vittoria degli Israeliti, chiesero la pace e si sottomisero. Da allora gli Aramei non osarono più andare in aiuto degli Ammoniti.

CAPITOLO 11

DAVIDE E BETSABEA

1 L'anno dopo, nella stagione primaverile, quando i re iniziano le azioni di guerra, Davide mandò le sue guardie e tutti i soldati, al comando di Ioab, a devastare il territorio degli Ammoniti. Essi cominciarono l'assedio della città di Rabba, mentre Davide rimase a Gerusalemme.
2 Un pomeriggio, dopo aver riposato, Davide andò a passeggiare sul terrazzo della reggia. Di lassù vide una donna che faceva il bagno. Era bellissima.
3 Davide mandò a chiedere chi fosse e seppe che era Betsabea figlia di Eliam, moglie di Uria l'ittita.
4 Davide la mandò a prendere, ebbe rapporti con lei e poi Betsabea tornò a casa sua. Essa aveva appena terminato i suoi riti di purificazione.
5 Quando si accorse di essere incinta, lo mandò a dire a Davide.
6 Allora Davide mandò a Ioab l'ordine di far venire da lui, a Gerusalemme, Uria l'Ittita. Ioab ubbidì
7 e Uria venne. Davide gli chiese se Ioab e l'esercito stavano bene e come andava la battaglia.
8 Poi aggiunse: «Ora va' a casa tua e goditi un po' di riposo». Uria uscì dalla reggia e Davide gli fece portare un regalo.
9 Ma Uria si fermò a dormire davanti alla porta della reggia, accanto agli uomini della guardia, e non andò a casa sua.
10 Davide ne fu informato e chiese a Uria:
- Hai fatto un lungo viaggio: perché non vai a casa tua?
11 - In questi giorni, - rispose Uria a Davide, - gli uomini d'Israele e di Giuda e il mio comandante Ioab dormono sotto la tenda; le truppe della tua guardia e anche l'arca stanno in aperta campagna. Come potrei andare a casa mia, pranzare e dormire con mia moglie? Per la tua vita ti giuro che non farò mai una cosa simile.
12 - Bene, - rispose Davide; - per oggi rimani a Gerusalemme, domani ti rimanderò al campo. Uria rimase a Gerusalemme. Il giorno dopo
13 Davide lo invitò a pranzo, lo fece bere e ubriacare. La sera, Uria andò a dormire sul suo giaciglio, accanto agli uomini della guardia; non entrò in casa sua.
14 La mattina dopo Davide scrisse una lettera per Ioab e la consegnò a Uria.
15 Nella lettera c'era quest'ordine: «Mettete Uria in prima linea, dove la mischia è più violenta. Poi lasciatelo solo in modo che sia colpito a morte».

LA MORTE DI URIA

16 Ioab stava assediando la città di Rabba. Allora mandò Uria in un punto dove sapeva che i nemici erano molto forti.
17 Infatti uscirono dalla città alcuni uomini per un attacco contro le truppe di Ioab: alcuni soldati e ufficiali di Davide furono colpiti a morte e tra questi anche Uria l'ittita.
18 Ioab mandò a Davide un messaggero con il rapporto sulla battaglia
19 e lo avvisò: «Tu racconterai al re com'è andata la battaglia.
20 Può darsi che il re vada in collera e si metta a dire: "Perché vi siete avvicinati fin sotto le mura per combattere? Non sapevate che gli assediati colpiscono dall'alto delle mura?
21 Non vi ricordate come, a Tebez, morì Abimelech figlio di Ierub- Baal, perché una donna gli tirò addosso una pietra da mulino dall'alto delle mura? Perché siete andati fin sotto le mura?". Se ti dirà cose simili, tu aggiungi. "E' morto anche un tuo ufficiale, Uria l'Ittita"».
22 Il messaggero riferì a Davide ogni cosa come gli aveva suggerito Ioab
23 e gli spiegò: «I nemici erano molto più forti di noi e ci avevano spinti in aperta campagna, ma poi siamo riusciti a farli indietreggiare fino alla porta della città.
24 In quel momento gli arcieri cominciarono a tirare frecce dall'alto delle mura e colpirono alcuni uomini della tua guardia. Anche Uria l'Ittita morì».
25 Davide raccomandò al messaggero di far coraggio a Ioab: «Gli dirai che in guerra la morte colpisce ora gli uni ora gli altri. Non si scoraggi per quel che è successo. Ora attacchi la città con forza fino a distruggerla».
26 La moglie di Uria seppe che suo marito era morto e si mise in lutto per lui.
27 Terminato il periodo di lutto, Davide la fece venire in casa sua, la prese in moglie ed essa diede alla luce un bambino. Ma il Signore non approvò quel che Davide aveva fatto.

CAPITOLO 12

IL PROFETA NATAN ANNUNZIA A DAVIDE LA PUNIZIONE

1 Il Signore mandò il profeta Natan da Davide. Natan andò e gli disse: - In una città vivevano due uomini, uno ricco e l'altro povero.
2 Il ricco aveva pecore e buoi in quantità.
3 Il povero aveva soltanto una pecorella che aveva comprato e allevato con cura. La pecorella era cresciuta in casa insieme con lui e con i suoi figli. Egli le dava bocconi del suo pane, la faceva bere alla sua tazza, la teneva a dormire accanto a sé. Per lui era come una figlia.
4 Un giorno, un ospite di passaggio giunse in casa dell'uomo ricco. Per preparargli il pranzo egli si guardò bene dal prendere una delle sue pecore o dei suoi buoi. Portò via la pecorella dal povero e la cucinò per l'ospite.
5 Davide andò su tutte le furie contro quell'uomo:
- Giuro per il Signore, - disse a Natan, - che quell'uomo meriterebbe la morte.
6 Ha agito senza alcuna pietà: pagherà quattro volte tanto la pecora che ha rubato.
7 - Quell'uomo sei tu, - gli disse Natan. E aggiunse:
- Ascolta quel che ti dice il Signore Dio d'Israele: «Io ti ho consacrato re d'Israele e ti ho liberato dagli attacchi di Saul.
8 Anzi, ho sottomesso a te la sua famiglia; ho messo nelle tue braccia le sue donne. Ti ho fatto diventare capo del popolo d'Israele e di Giuda. Se ciò non ti bastasse potrei darti altro ancora.
9 Perché hai disprezzato il Signore e hai fatto il male? Tu hai fatto morire in battaglia Uria l'Ittita. Per prenderti in moglie la sua sposa, hai agito in modo che Uria fosse ucciso dagli Ammoniti.
10 Poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la sposa di Uria l'Ittita, la tua famiglia sarà per sempre colpita da morti violente».
11 Natan disse ancora: - Così dice il Signore: «Dalla tua stessa famiglia ti procurerò sventure; sotto i tuoi occhi prenderò le tue mogli e le darò a un tuo parente che si unirà a loro alla luce del sole.
12 Tu hai agito di nascosto, io invece agirò alla luce del sole, davanti a tutti gli Israeliti».
13 Dopo queste parole Davide disse a Natan:
- Ho peccato contro il Signore! - Il Signore sarà indulgente con il tuo peccato, - rispose Natan. - Tu non morirai;
14 tuttavia, poiché hai offeso gravemente il Signore, il bambino che ti è nato morirà.

MORTE DEL FIGLIO DI DAVIDE E DI BETSABEA

15 Dopo che Natan se ne fu andato, il Signore colpì con una grave malattia il bambino che la moglie di Uria aveva generato a Davide.
16 Davide pregò per la vita del bambino: non mangiava nulla, e quando la sera si ritirava, si coricava per terra.
17 I suoi servi più autorevoli lo pregavano di alzarsi da terra, ma egli rifiutava e non voleva neppure prendere un po' di cibo con loro.
18 Dopo una settimana il bambino morì. I servi non sapevano come dargli la notizia. Dicevano tra loro: «Non ascoltava i nostri consigli quando il bambino era in vita, se ora gli diciamo che è morto, potrebbe fare un gesto disperato».
19 Davide si accorse che si consultavano tra loro e capì che il bambino era morto.
- E' morto? - domandò.
- Sì, - gli risposero.
20 Allora Davide si alzò da terra, si lavò, si profumò e si cambiò gli abiti. Andò nel santuario del Signore a pregare, poi tornò a casa, ordinò il pranzo e mangiò.
21 I servi gli domandarono:
- Come mai, quando il bambino era vivo digiunavi e piangevi e ora che è morto ti sei risollevato e mangi? Non riusciamo a comprendere questo tuo modo di agire.
22 - Finché il bambino era in vita, - rispose Davide, - digiunavo e piangevo pensando: «Chi sa! forse il Signore avrà pietà e lo farà guarire».
23 Ora che è morto non ha più senso il mio digiuno: non potrò certo farlo tornare in vita. Sarò io che andrò un giorno da lui, non lui da me.

LA NASCITA DI SALOMONE

24 Davide confortò sua moglie Betsabea. Si unì a lei ed ebbe un altro figlio che chiamò Salomone. Il Signore amò il bambino
25 e lo fece sapere a Davide per mezzo del profeta Natan. Per questo al bambino fu dato anche il nome di Iedidia (Caro al Signore).

DAVIDE CONQUISTA LA CITTÀ DI RABBA

(vedi 1 Cronache 20, 1 - 3)
26 Nel frattempo Ioab attaccò Rabba, capitale degli Ammoniti e s'impadronì della residenza del re.
27 Mandò messaggeri a Davide per annunziargli: «Mi sono impadronito della parte bassa della città di Rabba.
28 Raduna il resto dell'esercito e vieni a concludere l'assedio. Altrimenti, se termino io la conquista, la vittoria porterà il mio nome».
29 Davide radunò l'esercito, partì per Rabba, prese il comando della battaglia e conquistò la città.
30 La statua del dio degli Ammoniti, Milcom, aveva una corona d'oro che pesava circa trentacinque chili e una pietra preziosa di gran pregio. Davide ne fece un ornamento per la sua corona. Inoltre portò via dalla città un immenso bottino.
31 Deportò gli abitanti della città, li sottopose a lavori forzati con seghe, picconi e scuri di ferro e li mandò nelle fornaci a fabbricare mattoni. Allo stesso modo trattò le altre città degli Ammoniti; poi ritornò con tutto l'esercito a Gerusalemme.

CAPITOLO 13

AMNON E TAMAR

1 Assalonne figlio di Davide aveva una sorella di nome Tamar. Era molto bella e Amnon, un altro figlio di Davide, si innamorò di lei.
2 Tamar era vergine e ad Amnon sembrava impossibile riuscire ad avvicinarla Il suo amore era così forte che finì per ammalarsi.
3 Amnon aveva un amico, un certo Ionadab, suo cugino, figlio di Simea, un fratello di Davide. Ionadab era un uomo molto astuto.
4 Un giorno disse ad Amnon:
- Spiegami che ti succede; figlio del re, ogni mattina ti trovo più magro.
- Sono innamorato di Tamar, la sorella di mio fratello Assalonne, - rispose.
5 Ionadab gli suggerì:
- Mettiti a letto e fingiti malato. Quando tuo padre verrà a trovarti, digli: «Se venisse mia sorella Tamar a farmi da mangiare e vedessi con i miei occhi quel che prepara, mangerei volentieri il cibo servito da lei».
6 Amnon si mise a letto malato, il re venne a trovarlo e Amnon gli disse: «Se venisse mia sorella Tamar a preparare sotto i miei occhi due frittelle a forma di cuore, dalle sue mani le prenderei».
7 Davide mandò a chiamare a casa sua Tamar e le ordinò: «Va' in casa di tuo fratello Amnon e preparagli da mangiare».
8 Tamar andò a casa del fratello Amnon che stava a letto. Sotto i suoi occhi prese la farina, fece la pasta, preparò le frittelle e le mise a cuocere.
9 Quando furono pronte, prese la padella e versò le frittelle davanti a Amnon. Ma lui non volle mangiarle e ordinò a tutti di uscire. Quando tutti se ne furono andati
10 Amnon disse a Tamar:
- Portami le frittelle in camera e dammele con le tue mani.
Tamar prese le frittelle che aveva cucinato e le portò nella camera di Amnon suo fratello.
11 Mentre Tamar gli dava le frittelle da mangiare, Amnon l'abbracciò e le disse:
- Vieni, coricati accanto a me, sorellina mia.
12 Lasciami, protestò Tamar, non fare sciocchezze. Questa violenza è intollerabile in Israele.
13 Dove potrei andare a nascondere il mio disonore? E tu? In Israele saresti trattato come un infame. Piuttosto chiedi la mia mano al re, non ti dirà di no.
14 Amnon non volle ascoltare le sue proteste: l'afferrò con forza e la violentò.
15 Ma poi sentì verso di lei un odio profondo: cominciò a odiarla più di quanto l'aveva amata prima.
- Ora vattene, - le disse.
16 - Non me ne vado. Se mi scacci mi fai un'offesa più grande di quella che m'hai già fatto. Ma Amnon non volle sentir ragioni.
17 Chiamò il suo servitore e gli ordinò:
- Portala via da me! Mandala fuori e chiudi la porta.
18 Il servo la cacciò fuori e chiuse la porta alle sue spalle. Tamar indossava una tunica con le maniche lunghe, perché così vestivano le figlie vergini del re.
19 Si strappò la tunica, si sparse polvere sul capo e, con le mani nei capelli, andò via gridando.
20 La vide suo fratello Assalonne e le disse: «Amnon è stato con te? Per ora taci, sorella cara, Amnon è tuo fratellastro, cerca di star calma». Tamar rimase in casa di Assalonne triste e abbandonata.
21 Il re Davide venne a saper tutto. Fu molto irritato, ma non volle contrariare Amnon, perché era il suo primogenito e l'amava molto.
22 Assalonne, invece, non rivolse più la parola ad Amnon: egli l'odiava perché aveva disonorato sua sorella Tamar.

ASSALONNE FA UCCIDERE AMNON E FUGGE

23 Due anni dopo Assalonne fece una festa per la tosatura dei montoni a Baal-Azor nelle vicinanze di Efraim e decise di invitare tutti i figli del re.
24 Andò dal re e gli disse:
- Faccio la festa per la tosatura dei montoni. Sarò onorato di avere con me il re e la sua corte.
25 - No, figlio mio, - gli rispose Davide; - se veniamo tutti sarà un disturbo troppo grande per te. Assalonne insistette, ma il re non accettò l'invito e stava per congedano.
26 Assalonne continuò:
- Se non vieni tu, lascia che venga con noi almeno Amnon, mio fratello.
- Perché dovrebbe venire? - replicò Davide.
27 Ma Assalonne insistette tanto che il re mandò con lui Amnon e gli altri suoi figli. Assalonne preparò una festa degna di un re
28 e istruì i suoi servi: «Fate attenzione quando Amnon sarà ubriaco. Vi darò allora l'ordine di colpirlo: uccidetelo e non abbiate paura, ve l'ho ordinato io. Siate forti e coraggiosi».
29 I servi colpirono Amnon come aveva ordinato Assalonne. Gli altri figli del re saltarono sui loro muli e fuggirono.
30 Essi erano ancora lungo la via quando giunse a Davide questa notizia: «Assalonne ha ucciso tutti i figli del re, non si è salvato nessuno».
31 Il re si strappò i vestiti per il dolore e si buttò a terra. Tutti i suoi servi si strapparono le vesti e restarono accanto a lui.
32 Intervenne Ionadab, figlio di Simea fratello di Davide: «Non pensare che siano stati uccisi tutti i tuoi figli, o re. Sarà morto solo Amnon. Assalonne aveva già deciso così da quando Amnon aveva violentato sua sorella Tamar.
33 Non metterti in mente che siano morti tutti: penso che soltanto Amnon sia morto
34 e Assalonne fuggito». Il soldato che era di sentinella vide scendere sul fianco della collina lungo la strada di Coronaim un gruppo numeroso di persone. Corse a dirlo al re:
- Ho visto gente sulla strada di Coronaim scendere sul fianco della collina.
35 - Sono i figli del re che stanno tornando, - disse Ionadab; - è proprio come avevo detto io.
36 Aveva appena terminato di parlare quando arrivarono i figli del re gridando e piangendo. Anche il re e i suoi servi piansero forte.
37-38 Intanto Assalonne era fuggito presso Talmai figlio di Ammiud, re di Ghesur, e rimase là tre anni. Il re osservò il lutto ogni giorno per suo figlio.
39 Quando il suo dolore per la morte di Amnon si calmò, Davide sentì il bisogno della presenza di Assalonne.

CAPITOLO 14

ASSALONNE TORNA A GERUSALEMME

1 Ioab figlio di Zeruia si accorse che Davide pensava ad Assalonne.
2 Mandò a chiamare una donna saggia del villaggio di Tekoa e le disse: «Fingi di essere in lutto: non profumarti, mettiti l'abito da lutto, insomma comportati come una che piange un morto da molti giorni.
3 Poi va' a parlare al re». E Ioab suggerì alla donna quel che doveva dire.
4 La donna di Tekoa andò dal re, lo salutò con l'inchino fino a terra e cominciò:
- Aiutami, o mio re!
5 - Che cosa ti occorre? - Sono una povera vedova in lutto, - rispose; - mio marito è morto.
6 Avevo due figli. Essi un giorno litigarono in campagna: non c'era nessuno che li separasse, così uno ha colpito l'altro e l'ha ucciso.
7 Allora, o mio re, i parenti sono corsi da me a dirmi: «Consegnaci l'assassino: dobbiamo ucciderlo per vendicare il fratello che ha ammazzato; dobbiamo impedire che diventi lui l'erede». Così, o mio re, spegneranno l'ultima speranza che mi resta, lasceranno il mio povero marito senza un figlio che continui il suo nome.
8 - Torna a casa tranquilla, - rispose Davide, - provvederò io al caso tuo.
9 - Mio signore, - replicò la donna di Tekoa, - ogni responsabilità ricada su di me e sulla mia famiglia, non su di te e sulla tua corte.
10 - No, - rispose il re; - se qualcuno avrà da dire qualcosa contro di te, mandalo qui e non ti infastidirà più.
11 - Allora - continuò la donna - in nome del Signore tuo Dio, ordina che la vendetta di sangue non aggravi la disgrazia e che non sia ucciso anche l'altro mio figlio.
- Lo giuro per il Signore, - rispose Davide. - Non permetterò che si tocchi un capello a tuo figlio.
12 - Posso dire ancora una parola al mio re? insistette la donna.
- Parla!
13 - Perché allora, - disse la donna, - non giudichi allo stesso modo a favore del popolo di Dio? Dopo quanto hai detto a me, hai torto a impedire il ritorno di quella persona che lasci in esilio.
14 Quando moriamo, noi siamo come acqua versata per terra che non si può più raccogliere. Ma Dio non vuole la morte, anzi può dare disposizioni perché l'esiliato ritorni nella sua terra.
15 Ad ogni modo, io sono venuta a dirti queste cose, o mio re, perché la gente mi ha messo paura. Pur essendo una tua povera serva, speravo che tu avresti seguito il mio consiglio.
16 Pensavo che tu mi avresti ascoltata e liberata dalle mani di chi vuol eliminare me e il mio unico figlio dall'eredità di Dio.
17 Quanto a me, ero certa che la parola del mio re mi sarebbe stata di aiuto, perché il mio re è come un angelo di Dio e sa distinguere il bene dal male. Il Signore tuo Dio sia sempre con te!
18 Il re allora chiese alla donna:
- Adesso rispondimi con sincerità.
- Domanda pure, o re, - disse la donna.
19 - C'è la mano di Ioab in tutto questo? - chiese Davide.
- Com'è vero che tu sei vivo, o mio re, tu cogli sempre nel segno. E' proprio Ioab, il tuo generale, che mi ha ordinato di venire e mi ha suggerito tutte le parole che dovevo dirti.
20 Ha fatto così per presentarti i fatti in forma diversa, ma tu sei sapiente come un angelo di Dio e capisci le cose di questo mondo.
21 Davide fece chiamare Ioab e gli disse:
- Farò come suggerisci. Fa' tornare il giovane Assalonne.
22 Ioab si inchinò fino a terra e lo ringraziò:
- Oggi, o mio re, hai usato comprensione con me, tuo servo, perché hai deciso secondo il mio suggerimento.
23 Poi Ioab andò a Ghesur e ricondusse Assalonne a Gerusalemme.
24 Il re ordinò che Assalonne andasse a casa sua senza presentarsi da lui. Così Assalonne andò a casa senza incontrarsi con il re.

DAVIDE SI RICONCILIA CON ASSALONNE

25 Non c'era in Israele un uomo più bello e più ammirato di Assalonne: dalla testa ai piedi non aveva alcun difetto.
26 Ogni anno si faceva tagliare i capelli perché erano foltissimi. I capelli tagliati pesavano più di due chili secondo il peso ufficiale del re.
27 Assalonne ebbe tre figli e una figlia di nome Tamar, una ragazza molto bella.
28 Assalonne rimase a Gerusalemme due anni senza incontrarsi con il re.
29 Due volte Assalonne mandò a chiamare Ioab per chiedergli di andare dal re: tutt'e due le volte Ioab non si fece vedere.
30 Allora Assalonne disse ai suoi servi: «Voi sapete dov'è il campo di Ioab? è vicino al mio: ora che l'orzo è maturo, andate a incendiario».
I servi eseguirono l'ordine.
31 Allora Ioab andò subito a casa di Assalonne a dirgli:
- Perché i tuoi servi hanno incendiato il mio campo?
32 - Perché ti avevo chiamato e non sei venuto, - rispose Assalonne. - Volevo mandarti dal re a portargli questo mio messaggio: «Per che scopo sono tornato da Ghesur? Era meglio che restassi là». Io desidero vedere il re e, se egli giudica che io sia colpevole, mi condanni a morte.
33 Ioab andò a riferire tutto al re e il re chiamò Assalonne. Quando entrò dal re, Assalonne si inchinò fino a terra e il re lo baciò.

CAPITOLO 15

ASSALONNE PREPARA LA RIBELLIONE

1 In seguito Assalonne si procurò un carro tirato da cavalli e una guardia personale di cinquanta uomini.
2 Ogni mattina Assalonne si fermava sul bordo della strada, appena fuori della porta di Gerusalemme. Quando arrivava qualcuno che andava dal re per avere una sentenza su una lite, Assalonne lo chiamava e gli domandava:
- Da che città vieni?
- Vengo dalla tale città del territorio del nord, - rispondeva quello.
3 - Vedi, - diceva Assalonne, - certamente le tue ragioni sono giuste e legittime ma, a corte, nessuno ti ascolterà.
4 E aggiungeva:
- Se mettessero me giudice in questo paese, io renderei giustizia a chiunque venisse per una lite o un processo.
5 Qualcuno si avvicinava e s'inchinava davanti ad Assalonne fino a terra. Allora lui stendeva la mano per farlo alzare, lo abbracciava e lo baciava.
6 Faceva così con tutti quelli che dal nord, dal territorio d'Israele, venivano dal re per un processo. In questo modo si guadagnava la simpatia di tutta la gente del nord.
7 Dopo quattro anni Assalonne disse al re:
- Vorrei andare a Ebron, per mantenere la solenne promessa che ho fatto al Signore,
8 quando ero a Ghesur presso gli Aramei. Ho promesso al Signore un sacrificio di ringraziamento, se mi avesse fatto tornare a Gerusalemme.
9 - Va' pure in pace, - gli rispose il re. Assalonne andò a Ebron.
10 Mandò messaggeri a tutte le tribù del nord con quest'ordine: «Quando verrà dato il segnale con le trombe, annunziate che Assalonne è diventato re a Ebron».
11 Duecento uomini erano andati con Assalonne da Gerusalemme a Ebron. Erano stati invitati da lui, ma essi erano all'oscuro dei suoi progetti e del tutto innocenti.
12 Assalonne mandò a chiamare anche Achitofel, il Ghilonita, nella sua città di Ghilo, dove stava compiendo sacrifici: Achitofel era uno dei consiglieri di Davide. La congiura si rafforzava: i seguaci di Assalonne andavano aumentando.

DAVIDE FUGGE DA GERUSALEMME

13 A questo punto Davide fu informato che gli Israeliti del nord parteggiavano per Assalonne.
14 Egli convocò tutti i suoi collaboratori che si trovavano a Gerusalemme e disse:
- Dobbiamo fuggire: non abbiamo possibilità di salvarci da Assalonne. Facciamo in fretta; egli sta per arrivare e, se ci trova qui, sarà la nostra fine e il massacro dei cittadini.
15 - Siamo ai tuoi ordini, - risposero tutti; - faremo come decidi tu.
16 Il re, con i suoi familiari, lasciò la reggia a piedi e affidò la custodia del palazzo a dieci concubine.
17 Tutti gli altri, insieme con il re, andarono a piedi fino all'ultima casa della città e là si fermarono.
18 Sfilarono davanti a Davide i suoi collaboratori, i Cretei e i Peletei della sua guardia e tutti i seicento uomini provenienti dalla città di Gat che l'avevano seguito.
19 Quando vide il loro capo, Ittai di Gat, il re Davide gli disse:
- Perché vuoi venire anche tu con noi? Torna in città e mettiti con l'altro re, tu sei un forestiero e per di più sei già in esilio dalla tua patria.
20 Sei arrivato qui da poco tempo, e dovrei subito farti ripartire insieme con me, quando neppure io so dove andrò? Torna indietro con tutti i tuoi uomini, e il Signore ti ricambi con bontà e fedeltà.
21 - Giuro per il Signore e per la tua vita, o mio re, - rispose Ittai, - che io sarò sempre dove sarai tu, nella vita e nella morte.
22 - Allora avanti, - rispose Davide. Ittai si mise in marcia con i suoi soldati e le loro famiglie.
23 Tutta la gente piangeva forte mentre passava accanto a Davide. Infine Davide attraversò il torrente Cedron, e con tutti quelli che lo accompagnavano prese la strada verso il deserto.
24 Il sacerdote Zadok, con tutti i leviti, aveva portato l'arca dell'alleanza di Dio. La collocarono davanti al popolo ed Ebiatar offrì sacrifici finché tutto il popolo non uscì dalla città.
25 Il re Davide disse a Zadok: «Riporta in città l'arca di Dio. Se il Signore mi tratterà con bontà, mi farà ritornare e potrò rivedere l'arca e il suo santuario.
26 Se invece non gli sarò più gradito, egli faccia di me secondo la sua volontà».
27 Poi disse ancora al sacerdote Zadok:
«Vedi, è meglio che torniate in città in pace, tu con tuo figlio Achimaaz ed Ebiatar con suo figlio Gionata.
28 Fate attenzione: io mi fermerò nel deserto dove si attraversa il fiume, fino a quando non avrò ricevuto notizie da voi».
29 Zadok ed Ebiatar riportarono l'arca di Dio a Gerusalemme e si fermarono là.

DAVIDE MANDA CUSAI A SPIARE ASSALONNE

30 Davide iniziò la salita del monte degli Ulivi. Camminava a capo coperto e a piedi scalzi e piangeva. Tutti quelli che l'accompagnavano avevano il capo coperto: camminavano e piangevano anche loro.
31 Fu portata a Davide la notizia che Achitofel era passato dalla parte di Assalonne tra i congiurati ed egli pregò: «O Signore, rendi vani i consigli che darà».
32 Quando Davide giunse sulla cima del monte dove si adorava Dio, gli venne incontro Cusai l'Archita, il suo consigliere. Aveva la veste strappata e il capo coperto di polvere in segno di dolore.
33 Davide gli disse: «Se tu vieni con me non mi sarai d'aiuto.
34 Se invece, tornato in città, dirai ad Assalonne che ora ti metti al suo servizio come prima avevi fatto con me, allora potrai volgere in mio favore i consigli di Achitofel.
35 In città potrai contare sui sacerdoti Zadok ed Ebiatar. Le notizie che avrai alla reggia le comunicherai a loro.
36 Essi hanno con sé i loro figli: Zadok ha Achimaaz ed Ebiatar ha Gionata; vi servirete di loro per farmi giungere tutte le notizie».
37 Cusai, il consigliere di Davide, giunse a Gerusalemme nello stesso momento in cui vi arrivava anche Assalonne.

CAPITOLO 16

DAVIDE E ZIBA

1 Davide aveva appena superato la cima del monte, quando gli venne incontro Ziba, il servo di Mefibaal. Aveva con sé due asini sellati carichi di duecento forme di pane, cento grappoli di uva secca, un centinaio di frutti di stagione e un otre di vino.
2 - Che fai con quella roba? - gli chiese Davide.
- Gli asini servono a voi per cavalcare, - rispose Ziba, - pane e uva sono per dar da mangiare ai tuoi uomini e il vino per bere quando saranno stanchi nel deserto.
3 - Ma dov'è il tuo padrone? - domandò Davide.
- E' rimasto a Gerusalemme, - rispose Ziba al re. - Egli pensa che ora gli Israeliti del nord gli restituiranno il regno che fu di suo padre.
4 - Se è così, - rispose Davide, - le proprietà di Mefibaal sono tue.
- Grazie, - rispose Ziba con un inchino, - spero di aver sempre il tuo favore, o re.

SIMEI MALEDICE DAVIDE

5 Davide arrivò a Bacurim. Un uomo, un certo Simei figlio di Ghera, un lontano parente di Saul, si fece avanti per maledire Davide;
6 lanciava sassi contro il re e i suoi collaboratori, nonostante la gente e i soldati che circondavano Davide da ogni parte.
7 Simei gridava continuamente: «Assassino! delinquente! vattene via!
8 Ora il Signore ti fa pagare il sangue che tu hai sparso nella famiglia di Saul. Hai portato via il regno a Saul e ora il Signore lo dà ad Assalonne, un figlio tuo. Questa disgrazia te la sei cercata, assassino!».
9 Abisai figlio di Zeruia disse a Davide:
- Questo disgraziato non deve maledire il re. Lasciami andare a tagliargli la testa.
10 - No, - disse Davide ad Abisai e Ioab figli di Zeruia; - io non sono del vostro parere. Quest'uomo mi maledice perché così vuole il Signore e nessuno può chiedergliene conto.
11 Rivolto ad Abisai e a tutti i suoi, Davide aggiunse:
- Perfino un mio figlio, che io ho messo al mondo, cerca di togliermi la vita. Perché vi meravigliate di questo Beniaminita? Lasciate che mi maledica, il Signore gliel'ha ordinato.
12 E forse il Signore vedrà il mio dolore e un giorno mi darà felicità in cambio della maledizione di oggi.
13 Davide e i suoi continuarono il cammino. Simei camminava più in alto sul monte, di fianco a loro. Continuava a maledire, a lanciar sassi e a buttar terra contro tutti.
14 Quando arrivarono presso il fiume Giordano il re e i suoi erano sfiniti e si fermarono a riposare.

CUSAI INCONTRA ASSALONNE

15 Assalonne, con tutti i suoi seguaci del nord, era entrato in Gerusalemme e Achitofel era con lui.
16 Quando Cusai l'Archita, il consigliere di Davide, incontrò Assalonne, gli gridò: - Viva, viva il re!
17 - Dov'è finita la tua fedeltà verso il tuo amico? - gli chiese Assalonne. - Perché non hai seguito Davide?
18 - Non l'ho seguito, - rispose Cusai, - perché il Signore, tutta la gente e gli Israeliti del nord hanno scelto te e anch'io sono con te.
19 Io poi non seguo uno qualsiasi, ma il figlio del mio amico Davide. Come prima ho servito tuo padre, ora servirò te!

ASSALONNE E LE CONCUBINE DI DAVIDE

20 Assalonne disse ad Achitofel: - Discutete quel che ora dobbiamo fare.
21 Achitofel rispose ad Assalonne: - Per prima cosa va' con le concubine di tuo padre, quelle che ha lasciato a custodia della reggia. Così la gente saprà che hai fatto un affronto a tuo padre e i tuoi sostenitori saranno incoraggiati.
22 Perché il fatto fosse noto a tutti fu posta una tenda sul tetto della reggia e là Assalonne andò con le concubine di suo padre.
23 A quei tempi un consiglio di Achitofel era considerato come voce di Dio: si comportavano così tanto Assalonne quanto Davide.

CAPITOLO 17

CUSAI CONTRASTA UN CONSIGLIO DI ACHITOFEL

1 Achitofel fece ad Assalonne questa proposta:
- Sceglierò dodicimila uomini e andrò all'inseguimento di Davide questa notte stessa.
2 Gli piomberò addosso mentre è sfinito e depresso. Lui avrà paura e tutti i suoi uomini fuggiranno. Ucciderò soltanto lui.
3 Quando sarà morto, tutti verranno in pace dalla tua parte, come un tempo tutti andarono da lui.
4 La proposta di Achitofel sembrò buona ad Assalonne e a tutti i responsabili delle tribù del nord.
5 Ma Assalonne aggiunse:
- Chiamate anche Cusai l'Archita e sentiamo il suo parere.
6 Cusai venne. Assalonne gli espose il piano di Achitofel e gli chiese:
- Facciamo così o hai altro da proporre?
7 Cusai rispose:
- Secondo me, la proposta di Achitofel questa volta non è buona.
8 Tu conosci tuo padre e il valore dei suoi uomini. Ora sono inferociti come un'orsa selvaggia alla quale han portato via i piccoli. Tuo padre è pratico di guerre e non avrà l'imprudenza di passare la notte con gli altri.
9 Adesso è certamente nascosto in una grotta o in qualche altro posto. Se all'inizio dello scontro cade qualcuno dei tuoi, si diffonderà la notizia che le tue truppe sono state battute.
10 Allora, anche il più coraggioso fra i tuoi, anche un leone, si perderebbe d'animo. Tutti sanno come sono forti tuo padre e i suoi uomini.
11 Il mio consiglio è questo: raduna soldati da tutto il territorio d'Israele, da Dan a nord fino a Bersabea a sud, prepara un esercito numeroso come la sabbia del mare e poi guidalo tu stesso.
12 A questo modo potremo affrontare Davide dovunque egli sia. Come la rugiada copre il terreno, così noi gli saremo addosso da ogni parte: nessuno si salverà, né lui né i suoi uomini.
13 Se anche si fosse rifugiato dentro una città, avremo forze sufficienti per trascinare con funi la città intera dentro un fiume e potremo spazzarla via senza lasciare nemmeno un pezzo di muro.
14 Assalonne e tutti i suoi decisero che la proposta di Cusai era migliore di quella di Achitofel. In realtà il Signore aveva deciso di far respingere la saggia proposta di Achitofel per condurre Assalonne alla rovina.

DAVIDE ATTRAVERSA IL GIORDANO

15 Cusai andò a riferire ai sacerdoti Zadok ed Ebiatar sia quel che Achitofel aveva consigliato ad Assalonne e ai responsabili del nord, sia quel che aveva proposto lui stesso.
16 E aggiunse: «Fate subito sapere tutto a Davide. Ditegli di non passare la notte al di qua del Giordano, ma di andare al di là; altrimenti sarà la fine per lui e tutti i suoi».
17 Gionata e Achimaaz stavano in attesa presso la fonte di Roghel (fonte del Lavandaio). Una serva portò loro le notizie da trasmettere al re Davide. Fecero così per non entrare e uscire dalla città e farsi vedere.
18 Ma un ragazzo li vide e lo riferì ad Assalonne. Essi se ne accorsero, andarono in fretta fino a Bacurim, entrarono in casa di un tale e si calarono nel pozzo che era nel cortile.
19 La moglie coprì con una coperta l'imboccatura del pozzo, vi sparse sopra del grano e così non si vedeva niente.
20 Le guardie di Assalonne vennero dalla donna e le chiesero:
- Dove sono Gionata e Achimaaz?
- Sono passati al di là della cisterna, - rispose la donna.
Le guardie li cercarono inutilmente e tornarono a Gerusalemme.
21 Dopo che se ne furono andate, i due uscirono dal pozzo e andarono a portare le informazioni al re Davide. Gli riferirono il piano di Achitofel e conclusero: «Attraversa al più presto il fiume».
22 Davide e tutti i suoi uomini attraversarono il Giordano. All'alba erano passati tutti.
23 Quando Achitofel vide che il suo consiglio non era stato ascoltato, sellò l'asino e tornò a casa nella sua città. Mise in ordine le cose sue, poi s'impiccò. Fu sepolto nella tomba di famiglia.

DAVIDE A MACANAIM

24 Davide era giunto a Macanaim, quando Assalonne con tutti gli uomini del nord attraversò il Giordano.
25 Al posto di Ioab, egli aveva messo a capo dell'esercito un certo Amasa, figlio di un Israelita di nome Itra, che aveva sposato Abigail, figlia di Nacas, sorella di Zeruia madre di Ioab.
26 Assalonne e il suo esercito si accamparono nella regione di Galaad.
27 A Macanaim vennero in aiuto a Davide: Sobi figlio di Nacas che veniva da Rabba capitale degli Ammoniti, Machir figlio di Ammiel della città di Lodebar e Barzillai della città di Roghelim nel Galaad.
28 Essi gli portarono brande, coperte, stoviglie, grano, orzo, farina, grano abbrustolito, fave, lenticchie,
29 miele, burro, formaggio di vacca e di pecora. Portarono questi viveri a Davide e ai suoi uomini perché avevano pensato: «Questa gente ha attraversato il deserto: dev'essere sfinita, affamata e assetata».

CAPITOLO 18

L'ESERCITO DI ASSALONNE È SCONFITTO

1 Davide passò in rassegna i suoi uomini e nominò i comandanti delle squadre di mille e di cento.
2 Divise l'esercito in tre parti: mise una parte delle truppe sotto il comando di Ioab, un'altra sotto Abisai, fratello di Ioab figlio di Zeruia, e un'altra al comando di Ittai di Gat. Poi annunziò ai soldati:
- Verrò anch'io in battaglia con voi.
3 Ma tutti rifiutarono dicendo:
- No, tu non devi venire con noi. Al nemico importa poco se fuggiremo tutti; non gl'importa se ucciderà una metà di noi. Tu da solo, invece, sei importante come diecimila di noi. E' meglio che tu resti in città: potrai assicurarci rinforzi.
4 - Bene, - rispose il re, - farò come dite voi.
Davide si mise sulla porta della città mentre le sue truppe uscivano in squadre di mille e di cento.
5 Egli diede a Ioab, Abisai e Ittai quest'ordine: «Per rispetto a me non fate del male al giovane Assalonne». Tutti udirono quest'ordine dato ai comandanti a proposito di Assalonne.
6 L'esercito uscì in aperta campagna contro le truppe degli Israeliti del nord. La battaglia si svolse nelle foreste del territorio di Efraim
7 e l'esercito degli Israeliti fu vinto da quello di Davide. Fu una grave sconfitta: morirono in quel giorno ventimila uomini.
8 La battaglia si svolse in una zona molto estesa: in quel giorno ne morirono di più dispersi nella foresta che uccisi con le armi.

IOAB UCCIDE ASSALONNE

9 Ad un certo punto Assalonne si trovò quasi circondato da alcuni soldati della guardia di Davide. Egli era sul suo mulo, e il mulo andò a infilarsi sotto i rami di una grande quercia e i capelli di Assalonne rimasero impigliati nei rami. Il mulo andò avanti ma egli rimase sospeso a mezz'aria.
10 Un soldato lo vide e avvisò Ioab:
- Ho visto Assalonne impigliato ai rami di una quercia.
11 - Se l'hai visto, perché non l'hai colpito? - disse Ioab all'uomo che gli aveva portato la notizia. - In compenso ti avrei dato dieci pezzi d'argento e una cintura.
12 - Se anche me ne avessero offerti mille, - rispose quell'uomo, - non avrei mai osato colpire il figlio del re. Abbiamo sentito tutti l'ordine che il re ha dato a te, ad Abisai e a Ittai: «State attenti: nessuno faccia del male al giovane Assalonne».
13 Se l'avessi colpito e poi inventato una bugia, il re sarebbe venuto a saperlo e tu non mi avresti certo difeso.
14 - Perché sto a perder tempo con te? - tagliò corto Ioab. Prese in mano tre bastoni a punta e andò a piantarli nel petto di Assalonne che era ancora vivo, imprigionato tra i rami.
15 I dieci giovani soldati che portavano le armi di Ioab circondarono Assalonne, lo colpirono e lo fecero morire.
16 Ioab fece suonare le trombe per dar fine alla battaglia e i soldati cessarono l'inseguimento dei nemici.
17 Poi raccolsero il corpo di Assalonne, lo gettarono in una grande fossa nella foresta e vi posero sopra un grande mucchio di pietre. Tutti gli uomini del nord fuggirono verso le loro terre.
18 Quando era in vita, Assalonne si era fatto costruire un monumento funebre nella valle del Re, perché pensava: «Non ho figli che pensino alla mia memoria». Perciò egli aveva dato il suo nome a quella stele, che ancor oggi si chiama "Monumento di Assalonne".

LA NOTIZIA DELLA MORTE DI ASSALONNE

19 Achimaaz figlio di Zadok disse:
- Il Signore ha fatto giustizia liberando il re dai suoi nemici. Corro ad annunziargli la bella notizia.
20 - Andrai un'altra volta, non oggi, - gli disse Ioab, - perché non è giorno di belle notizie: oggi è morto il figlio del re.
21 Ioab disse allora a un soldato etiope:
- Va' tu a riferire al re tutto ciò che hai visto. L'Etiope si inchinò e partì di corsa.
22 Achimaaz figlio di Zadok disse ancora a Ioab:
- Sia quel che sia, corro anch'io dietro all'Etiope.
- Perché mai vuoi andare, figlio mio? - rispose Ioab. - Dare questa notizia non ti porterà nessun vantaggio.
23 - In ogni modo io voglio andare, - replicò.
- E allora va', - rispose Ioab.
Achimaaz prese di corsa la strada della pianura del Giordano e così sorpassò l'Etiope.
24 Davide intanto era seduto nell'atrio della porta della città. La sentinella era salita in cima alle mura, sopra la porta; si guardò attorno e vide un uomo, solo, che correva.
25 Gridò per avvisare il re ed egli rispose:
- Se è solo, la notizia è buona.
Intanto l'uomo si avvicinava sempre più.
26 La sentinella vide un altro uomo che correva e gridò al portiere:
- Vedo un altro uomo, solo, che corre. E il re commentò:
- Anche lui avrà buone notizie.
27 - Ora lo vedo bene, - disse la sentinella; - il primo uomo, dal modo come corre, sembra Achimaaz figlio di Zadok.
- E' un uomo buono, - disse Davide, - viene certamente con una buona notizia.
28 Achimaaz, arrivato, gridò: - Salve!
Poi si inchinò fino a terra e proseguì: - Sia benedetto il Signore tuo Dio: egli ha messo in tuo potere quelli che si erano ribellati a te, o re.
29 - E il ragazzo? - chiese il re. - Assalonne sta bene?
- Quando Ioab ci ha mandati, me e l'altro tuo soldato, - rispose Achimaaz, - ho visto una gran confusione, ma non so altro.
30 - Va bene, - rispose il re; - mettiti qui a fianco. Achimaaz si fece da parte e aspettò.
31 Intanto arrivò l'Etiope e disse: - Buone notizie, mio re, oggi il Signore ha fatto giustizia liberandoti da quelli che erano insorti contro dite.
32 - E il ragazzo? - chiese il re. - Assalonne sta bene?
Il soldato etiope rispose:
- A tutti i nemici del re e a tutti quelli che tentano di fargli del male, accada quel che è accaduto a lui!

CAPITOLO 19

IL DOLORE DI DAVIDE

1 Il re fu scosso da un tremito e salì a piangere nella stanza che era sopra la porta della città. Se ne andò gridando: Assalonne, figlio mio, figlio mio! Perché non sono morto io al tuo posto? Figlio mio, figlio mio, Assalonne!
2 Dissero a Ioab che il re piangeva ed era in lutto per Assalonne.
3 Quel giorno la gioia della vittoria si mutò in tristezza per tutti i soldati. Tutti sapevano che quel giorno il re era in pianto per la morte del figlio.
4 I soldati entrarono in città quasi di nascosto, come quando un esercito torna vergognoso dopo essere fuggito in battaglia.
5 Il re si era coperta la testa per il lutto e si lamentava a voce alta: Figlio mio, Assalonne! Figlio mio, Assalonne! Figlio mio!
6 Allora Ioab entrò a parlare con il re e gli disse: «Tu oggi ci fai sentire tutti in colpa. Noi abbiamo salvato la tua vita e la vita dei tuoi figli, delle tue figlie, delle tue mogli e delle tue concubine.
7 Tu ti comporti come uno che odia quelli che lo amano e ama quelli che lo odiano. Fai vedere a tutti che, per te, i tuoi ufficiali e i tuoi soldati non contano nulla. Ora capisco! Se Assalonne fosse vivo e fossimo morti tutti noi, questo ti andrebbe bene.
8 Coraggio! Vieni fuori e parla chiaro al cuore dei tuoi uomini. Se non lo fai, ti giuro per il Signore, che questa notte stessa tutti ti abbandoneranno e per te il danno sarebbe più grande di qualunque cosa ti sia mai capitata dalla tua giovinezza fino a ora».
9 Il re allora si alzò e andò davanti alla porta della città. I soldati furono avvisati che il re li aspettava e tutti si strinsero attorno a lui.

DAVIDE E' INVITATO A TORNARE A GERUSALEMME

Tutti i seguaci di Assalonne erano fuggiti a casa loro.
10-11 In tutte le tribù del nord ci furono discussioni tra il popolo. Si diceva: «Davide è dovuto fuggire dalla sua reggia a causa di Assalonne che noi avevamo fatto re, ma ora Assalonne è morto. Davide, però, ci aveva liberati da tutti i nostri nemici e salvati dai Filistei. Perché non decidiamo di far tornare il re Davide?».
12 Davide incaricò i sacerdoti Zadok ed Ebiatar di fare questo discorso ai responsabili del territorio di Giuda: «Volete essere voi gli ultimi a rimettere Davide sul suo trono? Sappiate che il re conosce già le decisioni delle tribù del nord.
13 Voi siete della sua stessa tribù. Non potete essere gli ultimi a far tornare il re».
14 Davide li incaricò anche di dire ad Amasa: «Il re ti ricorda che tu sei suo parente. Egli giura solennemente nel nome di Dio che ti farà comandante per sempre del suo esercito al posto di Ioab».
15 Così Davide si attirò il favore di tutti gli abitanti di Giuda ed essi, all'unanimità, lo pregarono di ritornare a Gerusalemme con tutti i suoi collaboratori.
16 Allora il re si mise in viaggio e giunse alla riva del Giordano.

DAVIDE PERDONA SIMEI

La popolazione di Giuda andò incontro al re a Galgala per accompagnarlo nel passaggio del Giordano.
17 Con loro si affrettò a venire incontro al re Davide anche quel tale di Bacurim, Simei figlio di Ghera della tribù di Beniamino.
18 Aveva con sé mille uomini della sua tribù e c'era anche Ziba, il servo della famiglia di Saul, con i suoi quindici figli e i venti servi. Erano accorsi al Giordano prima del re,
19 quando stavano per partire le barche del seguito, e volevano offrire al re i loro servizi.
Mentre Davide stava per iniziare la traversata, Simei figlio di Ghera si buttò ai suoi piedi
20 e gli disse:
- Non tener conto, o re, della mia colpa. Dimentica l'offesa che ti ho fatto il giorno che sei fuggito da Gerusalemme. Non pensarci più, o mio re.
21 Riconosco di aver peccato e per questo sono venuto oggi a presentarmi a te, primo fra tutti i discendenti di Giuseppe.
22 Abisai figlio di Zeruia intervenne:
- Questo non basta. Simei ha maledetto il re consacrato dal Signore e merita la morte.
23 - No, - disse Davide ad Abisai e Ioab, figli di Zeruia, - io non sono del vostro parere. Voi oggi siete di ostacolo alla mia volontà. In questo giorno nessuno deve essere condannato a morte in Israele, perché oggi io so che sono il solo re d'Israele.
24 Poi disse a Simei: - Tu non morirai. E glielo giurò.

DAVIDE SI RICONCILIA CON MEFIBAAL

25 Anche Mefibaal, nipote di Saul, andò incontro a Davide. Non si era più lavato i piedi, non aveva curato la barba né aveva lavato i suoi vestiti dal giorno in cui il re aveva abbandonato Gerusalemme fino a quello del suo ritorno vittorioso.
26 Quando il re lo incontrò gli disse:
- Mefibaal, perché non sei fuggito con me?
27 Mio re, - rispose Mefibaal, - io sono un povero zoppo. Avevo ordinato di sellare l'asino e deciso di venire con te. Ma il mio servo mi ha ingannato
28 e poi mi ha messo in cattiva luce presso di te. Ora tu, che sei come un angelo di Dio, trattami come vuoi.
29 Io so di non aver più diritto di chiederti nulla; tu mi hai concesso di mangiare alla tua tavola, mentre potevi considerarmi degno di morte come tutti i discendenti di Saul.
30 Il re gli rispose:
- Non c'è bisogno che tu aggiunga altro. Ho già deciso: tu e Ziba vi dividerete tra voi le proprietà di Saul.
31 - Ziba può tenersi tutto, - rispose Mefibaal: - a me basta che il mio re torni in pace a Gerusalemme.

DAVIDE RICOMPENSA BARZILLAI

32 Barzillai era sceso dalla sua città di Roghelim, nella regione di Galaad, per accompagnare il re fino al Giordano. Sulla riva salutò il re.
33 Barzillai era molto vecchio, aveva ottant'anni. Quando Davide si era fermato a Macanaim, aveva provveduto lui a tutto perché era molto ricco.
34 Il re gli propose:
- Barzillai, vieni a stare con me a Gerusalemme, io provvederò a tutto per te.
35 Ma Barzillai gli rispose:
- Mi resta poco da vivere, troppo poco per trasferirmi ora a Gerusalemme.
36 Sono un vecchio di ottant'anni, e per me tutto è indifferente. Non gusto più quel che mangio o bevo e se qualcuno canta non sento nemmeno le voci. Alla corte del mio re sarei soltanto di peso.
37 Desidero solo accompagnare il mio re al di là del fiume e, per questo, non merito tanta ricompensa.
38 Poi, ti prego, lasciami tornare nella mia città, per aspettare la morte vicino alla tomba di mio padre e di mia madre. C'è qui mio figlio Chimam: lui verrà con te e te ne servirai come vorrai.
39 Il re gli rispose:
- Prenderò con me tuo figlio e lo tratterà come desideri tu. Quel che mi chiederai, te lo farò.
40 Tutti attraversarono il Giordano. Poi Davide abbracciò e benedisse Barzillai che se ne tornò a casa.
41 Suo figlio Chimam seguì Davide.

CONTRASTI TRA NORD E SUD

Dopo aver passato il fiume, Davide era andato a Galgala. L'avevano accompagnato tutti i soldati del territorio di Giuda e una metà di quelli del nord.
42 Questi ultimi andarono dal re e gli dissero:
- Perché i nostri fratelli della tribù di Giuda han voluto essere i soli a far da scorta a te e alla tua famiglia per la traversata del Giordano? Tutti eravamo con te!
43 Quelli di Giuda risposero agli Israeliti del nord:
- Perché il re è della nostra tribù. Non avete motivo di offendervi: non abbiamo ricevuto nessun compenso e non abbiamo mangiato a spese del re.
44 Ma quelli d'Israele replicarono:
- Noi abbiamo dieci volte più diritti di voi nel regno e anche rispetto a Davide. Perché ci avete ignorati? Noi per primi abbiamo deciso di far tornare il nostro re sul trono. Quelli della tribù di Giuda risposero con parole ancor più dure di quelle degli uomini d'Israele.

CAPITOLO 20

LA RIVOLTA DI SEBA CONTRO DAVIDE

1 Si trovava là, a Galgala, un certo Seba figlio di Bicri, della tribù di Beniamino, un poco di buono. Con la tromba egli chiamò a raccolta gli Israeliti del nord e gridò: «Non abbiamo niente da spartire con la famiglia di Davide, non abbiamo nulla a che fare con questo figlio di lesse! Gente d'Israele, torniamo alle nostre tende».
2 Tutti quelli del nord allora abbandonarono Davide per seguire Seba figlio di Bicri. Ma gli uomini del territorio di Giuda rimasero fedeli a Davide: lo accompagnarono dal fiume Giordano fino a Gerusalemme.
3 Arrivato nella sua reggia a Gerusalemme, Davide mandò a prendere le dieci concubine che aveva lasciato a custodire il palazzo. Le fece abitare in un ambiente sorvegliato, provvide al loro mantenimento, ma non ebbe più rapporti con loro. Rimasero rinchiuse fino alla loro morte e vissero come vedove.

IOAB UCCIDE AMASA

4 Il re Davide ordinò ad Amasa: «Raduna tutti i soldati del territorio di Giuda e dopo domani torna da me».
5 Amasa andò a eseguire l'ordine, ma non fece in tempo per la data fissata.
6 Allora Davide disse ad Abisai: «Adesso Seba figlio di Bicri è un pericolo più grave di Assalonne. Prendi le mie guardie e raggiungilo prima che trovi rifugio in qualche città fortificata e sfugga al nostro controllo».
7 Abisai partì da Gerusalemme con gli uomini comandati da Ioab, con i Cretei, con i Peletei e con i soldati di mestiere, per inseguire Seba figlio di Bicri.
8 Quando arrivarono alla grande pietra presso Gabaon, incontrarono Amasa. Ioab indossava l'abito da guerra con la cintura allacciata e dalla cintura gli pendeva sul fianco il fodero con la spada. Proprio mentre egli incontrava Amasa la spada gli cadde a terra.
9 Ioab salutò Amasa: «Salve, fratello!» gli disse e intanto con la destra prese Amasa per la barba nel gesto di abbracciarlo.
10 Amasa non badò alla spada che Ioab aveva raccolto con l'altra mano. Con un colpo solo Ioab colpì Amasa al ventre, fece uscire gli intestini dalla ferita e Amasa morì. Poi Ioab e Abisai, suo fratello, continuarono a inseguire Seba figlio di Bicri.

FINE DELLA RIVOLTA DI SEBA

11 Uno dei soldati di Ioab era rimasto presso il cadavere di Amasa e diceva: «Chi è dalla parte di Ioab e di Davide, si metta in marcia con Ioab».
12 Vide però che tutti si fermavano davanti al cadavere di Amasa, che giaceva sulla strada in una pozza di sangue. Allora lo trascinò in un campo sul lato della strada e gli buttò sopra una coperta perché, altrimenti, tutti quelli che arrivavano lì vicino si fermavano.
13 Quando il corpo di Amasa fu tolto dalla strada, tutti proseguirono dietro Ioab all'inseguimento di Seba figlio di Bicri.
14 Seba aveva attraversato il territorio delle tribù del nord fino ad Abel- Bet- Maaca, dove l'avevano accompagnato e si erano radunati i suoi seguaci.
15 Ioab lo assediò in Abel- Bet- Maaca. I suoi uomini costruirono un terrapieno fino all'altezza della muraglia esterna e cominciarono tutti a colpire il muro per farlo cadere.
16 Allora una donna, astuta, gridò dall'interno della città:
- Ascoltatemi, ascoltatemi! Dite a Ioab di avvicinarsi. Ho una cosa da dirgli.
17 Ioab si avvicinò ed essa gli disse: - Sei proprio tu Ioab?
- Sì, sono io, - le rispose.
- Allora ascoltami bene, anche se sono una povera donna, - continuò.
- Ti ascolto, - disse Ioab.
18 - Una volta si usava dire, - riprese la donna: - «Se dovete risolvere un problema, andate a interrogare quelli di Abel- Bet- Maaca».
19 La nostra città ha sempre amato la pace e rispettato i patti in Israele. Perché stai cercando di distruggere un'antica città d'Israele? Perché vuoi rovinare quel che appartiene al Signore?
20 Non ho nessuna intenzione di distruggere o di rovinare niente, rispose Ioab. -
21 Il mio scopo è un altro. Cerco un uomo della regione montuosa di Efraim, un certo Seba figlio di Bicri che si è ribellato al re Davide. Se mi consegnate quell'uomo, lascio subito la città.
- Se è così, - rispose la donna, - ti lanceremo la sua testa dalle mura.
22 La donna parlò con saggezza agli abitanti della città, ed essi tagliarono la testa a Seba figlio di Bicri e la gettarono a Ioab.
Allora Ioab fece dare il segnale con la tromba, l'assedio fu tolto e tutti tornarono a casa. Ioab tornò a Gerusalemme dal re.

ALTRA LISTA DEI FUNZIONARI DI DAVIDE

23 Ioab era il comandante di tutto l'esercito d'Israele. Benaia figlio di Ioiada era il comandante dei Cretei e dei Peletei della guardia.
24 Adoram era a capo dei lavori forzati. Giosafat figlio di Achilud era l'archivista.
25 Seraia era segretario. Zadok ed Ebiatar erano sacerdoti.
26 Anche Ira, della città di Iair, era un sacerdote di Davide.

CAPITOLO 21

I GABAONITI E I DISCENDENTI DI SAUL

1 Durante il regno di Davide vi fu una lunghissima carestia, che durò tre anni. Davide interrogò su questo fatto il Signore. Dal Signore ebbe questa risposta: «La colpa è di Saul e della sua famiglia, perché hanno messo a morte i Gabaoniti».
2 I Gabaoniti non erano Israeliti, erano superstiti degli Amorrei. Anticamente, gli Israeliti avevano fatto un accordo con loro, ma poi Saul, nel suo zelo per la causa delle tribù di Giuda e d'Israele, aveva cercato di farli morire. Davide mandò a chiamare i Gabaoniti e chiese loro:
3 - Che cosa posso fare per voi? Come posso riparare i torti da voi ricevuti in modo che voi possiate benedire il popolo del Signore?
4 I Gabaoniti risposero:
- Il nostro conflitto con la famiglia di Saul non si risolve con il denaro, né con la morte di una persona qualsiasi in Israele.
- Che cosa proponete allora? - chiese Davide. - Io lo farò.
5 I Gabaoniti risposero:
- Saul voleva eliminarci e ucciderci, voleva farci sparire da tutto il territorio d'Israele.
6 Ma ora consegnaci sette tra i suoi discendenti e noi li impiccheremo alla presenza del Signore a Gabaa, la città di Saul, l'uomo che il Signore aveva scelto.
- Ve li consegnerò, - rispose Davide.
7 Il re risparmiò Mefibaal figlio di Gionata e nipote di Saul, per rispettare il patto di amicizia che Gionata e Davide avevano concluso tra loro davanti al Signore con giuramento.
8 Prese invece Armoni e Mefiboset, i due figli che erano nati a Saul da Rizpa figlia di Aia. Prese anche i cinque figli nati da Mikal figlia di Saul, moglie di Adriel figlio di Barzillai della città di Abel-Mecola.
9 Davide consegnò questi sette ai Gabaoniti ed essi li impiccarono sul monte alla presenza del Signore. Essi morirono tutti insieme. Erano i primi giorni in cui cominciava la mietitura dell'orzo.
10 Rizpa figlia di Aia andò sulla roccia dov'erano i cadaveri, si fece un riparo con una tela di sacco e rimase là dall'inizio della mietitura dell'orzo fino a quando dal cielo non cadde sui cadaveri la pioggia autunnale. Di giorno teneva lontani dai corpi gli uccelli del cielo e di notte le fiere della campagna.
11 Davide venne a sapere quel che faceva Rizpa, figlia della concubina di Saul, Aia.
12 Allora il re andò a Iabes di Galaad e si fece dare dai padroni della città le ossa di Saul e di suo figlio Gionata. Queste ossa erano custodite là perché quelli di Iabes avevano preso i cadaveri di Saul e di Gionata dalla piazza di Betsean, dove i Filistei li avevano appesi dopo aver sconfitto Saul sui monti di Gelboe.
13 Davide si fece dare i resti di Saul e di Gionata suo figlio e li unì a quelli dei sette impiccati dai Gabaoniti.
14 Li fece seppellire nella tomba di Kis padre di Saul, a Zela, nel territorio della tribù di Beniamino.
Quando l'ordine del re fu eseguito, Dio fece cessare la carestia nel paese.

COMBATTIMENTI CONTRO I FILISTEI

(vedi 1 Cronache 20, 4-8)
15 Ci fu un'altra battaglia tra i Filistei e gli Israeliti. Davide, con i suoi uomini, andò contro i Filistei, ma, a un certo punto, si sentì molto stanco.
16 Un Filisteo, Isbi-Benob, discendente dei giganti refaiti, decise di uccidere Davide. Aveva un'armatura nuova e la punta di bronzo della sua lancia pesava più di tre chili.
17 Ma Abisai, figlio di Zeruia, venne in aiuto al re, colpì il soldato filisteo e l'uccise. Quel giorno i soldati di Davide lo scongiurarono di non uscire più in battaglia con loro per evitare il pericolo che venisse spenta la sua dinastia in Israele.
18 In un'altra battaglia contro i Filistei a Gob, Sibbecai della città di Cusa uccise Saf, un altro dei Refaiti.
19 In un'altra battaglia a Gob contro i Filistei, Elcanan figlio di Iari, originario di Betlemme, uccise Golia della città di Gat. La lancia di questo Filisteo era grossa come la sbarra di un telaio.
20 Un'altra battaglia si svolse a Gat. Tra i nemici c'era un altro dei Refaiti, che aveva sei dita alle mani e ai piedi, ventiquattro in tutto.
21 Gli piaceva litigare e si mise a insultare gli Israeliti, ma fu ucciso da Gionata, figlio del fratello di Davide, Simea.
22 Questi quattro Filistei erano tutti discendenti dei Refaiti che abitavano a Gat. Morirono per mano di Davide o delle sue truppe.

CAPITOLO 22

DAVIDE RINGRAZIA IL SIGNORE

1 Davide, quando il Signore lo ebbe liberato dalle mani di Saul e da tutti i nemici, rivolse al Signore questo canto:
2 «Il Signore è mia salvezza,
mia roccia invincibile,
mio liberatore, mio Dio.
3 In lui ho un rifugio sicuro,
egli mi difende come uno scudo:
è la forza che mi salva.
4 Lode al Signore! Io l'ho invocato
ed egli mi ha salvato dai nemici.
5 Mi avevano avvolto legami di morte,
fiumi impetuosi mi avevano sommerso.
6 Mi stringevano legami infernali,
trappole mortali mi aspettavano.

7 Nell'angoscia ho invocato il Signore,
ho gridato aiuto verso il mio Dio.
Dal suo tempio ha udito la mia voce,
il mio grido è giunto al suo orecchio.

8 Un terremoto scosse la terra,
tremarono i monti dalle fondamenta,
sussultarono per la collera di Dio.
9 Fumo usciva dalle sue narici,
dalla sua bocca un fuoco divorante,
un getto di carboni ardenti.
10 Inclinò il cielo e discese,
una nube scura sotto i suoi piedi.
11 Portato da un cherubino
volava rapido sulle ali del vento.
12 S'avvolgeva di un velo di tenebre
tra nere nuvole cariche d'acqua.
13 Davanti a lui una folgore squarciava le nubi
con grandine e carboni infuocati.

14 E il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce.
15 Scagliò frecce tutt'intorno,
moltiplicò fulmini ai quattro venti.
16 Allora apparve il fondo dei mari,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
davanti alle tue minacce, Signore,
davanti alla tempesta della tua collera.

17 Dal cielo stese la mano e m'afferrò,
mi tirò fuori dalle acque profonde;
18 mi salvò da tremendi nemici,
da avversari più forti di me.
19 Mi avevano assalito quand'ero già a terra,
ma il Signore mi aiutò e mi sostenne.
20 Mi liberò e mi condusse in campo aperto,
e mi salvò perché mi vuole bene.

21 Il Signore ha premiato la mia fedeltà,
ha ricompensato la mia innocenza.
22 Perché ho seguito le vie del Signore,
non mi sono allontanato dal mio Dio.
23 Ho sempre tenuto presenti le sue leggi,
non ho mai ignorato i suoi decreti.
24 Davanti a lui sono stato irreprensibile,
sempre attento a non peccare.
25 Il Signore ha premiato la mia fedeltà,
la mia innocenza di fronte a lui.

26 Con chi è fedele, tu sei fedele
e con l'onesto anche tu sei onesto.
27 Con chi è puro, tu sei puro,
ma con i malvagi sai essere astuto.
28 Signore, tu liberi gli oppressi
e schiacci l'orgoglio dei superbi.
29 Signore, tu dai luce alla mia lampada;
mio Dio, tu rischiari le mie tenebre.
30 Col tuo aiuto respingo un esercito,
con te, mio Dio, scavalco anche le mura.

31 Perfetto è l'agire di Dio!
La sua parola è degna di fede.
Egli è scudo per chi in lui si rifugia.
32 Chi è Dio, se non il Signore?
Chi è la roccia, se non il nostro Dio?
33 E' Dio che mi riempie di forza
e fa più sicuro il mio cammino;
34 mi rende agile come un cervo,
capace di star ritto sui monti.
35 Addestra le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tendere l'arco più duro.

36 Signore, mi hai protetto e salvato,
con il tuo braccio mi hai sostenuto:
mi hai esaudito e reso forte.
37 Mi hai fatto avanzare a grandi passi,
i miei piedi non hanno inciampato.
38 Ho inseguito i miei nemici, li ho raggiunti,
non sono tornato prima d'averli sconfitti.
39 Li ho abbattuti e non potranno rialzarsi,
sono caduti sotto i miei piedi.

40 Mi dai forze per la battaglia,
sotto di me pieghi gli avversari.
41 Metti in fuga i nemici, mi voltano le spalle,
distruggo quelli che mi odiano.
42 Gridano aiuto, ma nessuno li salva,
invocano il Signore e lui non risponde.
43 Li ho ridotti come polvere al vento,
li ho schiacciati come fango dei sentieri.
44 Mi hai liberato da un popolo in rivolta;
mi hai messo a capo delle nazioni;
popoli nuovi mi sono sottomessi.
45 A una mia parola, essi ubbidiscono,
gente estranea si inchina davanti a me.
46 Gli stranieri si perdono d'animo,
escono tremanti dalle loro fortezze.

47 Viva il Signore! Benedetto il mio difensore!
A Dio il trionfo, al mio salvatore!
48 Tu mi hai dato, Dio, la rivincita:
mi hai sottomesso i popoli;
49 dai miei avversari mi hai salvato,
mi hai fatto trionfare sugli oppressori.
50 Ora, Signore, ti loderò fra le nazioni,
canterò inni alla tua gloria.

51 Egli ha dato al re una grande vittoria:
questo è il suo amore per l'uomo che ha
scelto,
per Davide e i suoi discendenti, in eterno».

CAPITOLO 23

ULTIME PAROLE DI DAVIDE

1 Queste sono le ultime parole di Davide:
«Ascoltate le parole di Davide figlio
di lesse,
la profezia dell'uomo reso grande da Dio,
del re consacrato dal Dio di Giacobbe,
esaltato nei canti d'Israele.
2 In me del Signore parla lo spirito,
sulle mia labbra le sue parole.
3 Mi ha parlato il Dio d'Israele,
il difensore del popolo ha detto:
"Chi con giustizia sugli uomini regna
sempre fedele al suo Dio
4 è come il sole che spunta al mattino,
brilla nel cielo senza nubi,
fa risplendere i verdi germogli
spuntati dal terreno
bagnato di pioggia".
5 Così è, per volere di Dio, la mia dinastia.
Egli ha preso con me un impegno perenne,
chiaro e sicuro per sempre.
Egli per me farà germogliare
ogni mio desiderio, ogni vittoria.
6-7 I malvagi son rami spinosi
che la mano non osa toccare.
Con loro si usa ferro e bastone:
tutti si raccolgono a fasci
per gettarli a bruciare nel fuoco».

I GUERRIERI DI DAVIDE

(vedi 1 Cronache 11, 10-47)
8 Elenco dei guerrieri di Davide. Il primo era Is-Baal il Cacmonita, capo dei guerrieri, chiamato anche Adino l'Eznita. Egli uccise ottocento nemici in un solo combattimento.
9 Il secondo era Eleazaro figlio di Dodo, discendente da un uomo di Acoa. Era uno dei tre guerrieri che si trovavano insieme con Davide in un attacco contro i Filistei schierati in battaglia. A un certo punto, gli Israeliti cominciarono a ritirarsi,
10 ma egli resistette sul posto e colpì tanti Filistei che la sua mano ebbe un crampo e non si staccava più dalla spada. Quel giorno il Signore diede a Eleazaro una grande vittoria e gli Israeliti tornarono sul campo solo per raccogliere il bottino.
11 Il terzo era Samma figlio di Aghe, della città di Arar. Una volta i Filistei erano giunti a Lechi e si erano schierati in un campo pieno di lenticchie. Mentre tutti gli Israeliti si diedero alla fuga,
12 Samma si piantò in mezzo al campo, lo tenne sotto controllo e sconfisse i. Filistei. Il Signore gli diede una grande vittoria.
13 Un'altra volta, nella stagione della mietitura, tre capi dei guerrieri scesero a incontrare Davide nella grotta di Adullam, mentre una schiera di Filistei era accampata nella valle di Refaim.
14 Davide era al sicuro nel suo rifugio fortificato mentre una guarnigione filistea controllava Betlemme.
15 Davide manifestò un improvviso desiderio: «Chi potrebbe portarmi un po' d'acqua dal pozzo che si trova alla porta di Betlemme?».
16 Allora i tre guerrieri penetrarono nell'accampamento filisteo, presero un po' d'acqua dal pozzo della porta di Betlemme e la portarono a Davide. Ma egli non la volle bere e l'offrì al Signore versandola per terra.
17 E disse: «Signore, io non ho il diritto di bere quest'acqua. Mi sembrerebbe di bere il sangue di questi uomini che sono andati a prenderla a rischio della vita». Così egli non volle bere. Queste furono le imprese dei tre guerrieri.
18 Abisai, fratello di Ioab, figlio di Zeruia, era a capo del gruppo dei guerrieri. Una volta egli combatté con la sua lancia contro trecento nemici e li uccise: per questo ottenne un grande prestigio fra i tre guerrieri.
19 Egli fu più famoso dei trenta guerrieri e divenne anche il loro capo, ma non fu all'altezza dei Tre.
20 Benaia, figlio di Ioiada e nipote di un valoroso soldato, era di Kabzeel e compì numerose imprese. Uccise i due più famosi eroi moabiti. Un giorno che nevicava scese in una cisterna e uccise un leone.
21 Ancora lui, una volta, lottò contro un Egiziano di grande corporatura e armato di una lancia. Benaia gli andò incontro con il bastone, gli tolse di mano la lancia e con quella lo uccise.
22 Queste imprese resero celebre Benaia, figlio di Ioiada, nel gruppo dei tre guerrieri.
23 Rispetto ai Trenta fu un grande eroe, ma non fu all'altezza dei Tre. Davide lo fece comandante della sua guardia del corpo.
24 Infine ecco l'elenco degli altri guerrieri: Asael fratello di Ioab del gruppo dei Trenta, Elcanan figlio di Dodo, da Betlemme,
25 Samma da Carod; Elika da Carod,
26 Ghelez da Pelet, Ira figlio di Ikkes da Tekoa,
27 Abiezer da Anatot, Mebunnai da Cusa,
28-29 Zalmon da Acoach, Maharai e Cheleb figlio di Baana, entrambi da Netofa, Ittai figlio di Ribai da Gabaa di Beniamino,
30 Benaia da Piraton, Iddai da Nahale- Gaas,
31 Abi-Albon da Arbot, Azmavet da Bacurim,
32 Eliacba da Saalbon, Iasen da Gun, Gionata
33 figlio di Samma da Arar, Achiam figlio di Sarar da Afar,
34 Elifelet figlio di Acasbai il Maacatita, Eliam figlio di Achitofel da Ghilo,
35 Chesrai da Carmel, Paarai da Arab,
36 Igal figlio di Natan da Zoba, Bani da Gad,
37 Zelek l'Ammonita, Nacrai da Beerot, attendente di Ioab figlio di Zeruia,
38 Ira e Gareb della famiglia di Ieter,
39 Uria l'Ittita. In tutto i guerrieri erano trentasette.

CAPITOLO 24

DAVIDE FA IL CENSIMENTO DEL POPOLO

(vedi 1 Cronache 21, 1 - 6)
1 Un'altra volta ancora la collera del Signore colpì il popolo e spinse Davide a fare il censimento delle tribù di Giuda e d'Israele a danno del popolo.
2 Il re ordinò a Ioab, comandante del suo esercito:
- Percorri il territorio di tutte le tribù d'Israele da Dan a nord fino a Bersabea a sud, e fa' il censimento del popolo. Voglio conoscere quanti uomini sono.
3 Ioab rispose al re:
- Io mi auguro che il Signore tuo Dio faccia diventare il popolo cento volte più numeroso di adesso e che tu lo possa vedere con i tuoi occhi. Ma perché vuoi fare una cosa simile?
4 Davide non cambiò idea e fece eseguire il suo ordine a Ioab e ai capi dell'esercito. Allora essi si congedarono dal re e andarono a fare il censimento degli Israeliti.
5 Attraversarono il fiume Giordano e cominciarono il calcolo ad Aroer e nella città che si trova in fondo alla valle nel territorio di Gad, dopo andarono a Iazer.
6 Poi attraversarono la regione di Galaad e il territorio degli Ittiti fino a Kades e giunsero a Dan- Iaan. Quindi girarono verso Sidone.
7 Andarono fino alla fortezza di Tiro e in tutte le città degli Evei e dei Cananei. Il giro terminò a Bersabea, nella zona del Negheb nel territorio di Giuda.
8 Percorsero tutto il paese e tornarono a Gerusalemme dopo nove mesi e venti giorni.
9 Ioab riferì a Davide il risultato del censimento: in Israele, al nord, gli uomini in grado di combattere erano ottocentomila e, in Giuda, al sud, cinquecentomila.

DIO PUNISCE IL POPOLO PER IL CENSIMENTO

(vedi 1 Cronache 21, 7 - 17)
10 Davide si rese conto di avere sbagliato a fare il censimento del popolo e lo riconobbe davanti al Signore: «Ho peccato molto, ho agito come un pazzo, ma tu, Signore, perdona la mia colpa».
11-12 Allora il Signore parlò a Gad, profeta alla corte di Davide: «Va' a trovare Davide e digli: "Il Signore ti propone tre alternative: scegline una e il Signore farà come dirai"». Il mattino dopo Davide si alzò
13 e ricevette la visita di Gad, che gli riferì la decisione del Signore. Allora Gad gli disse: «Scegli fra questi tre castighi: una carestia di sette anni in tutta la regione, oppure un attacco di nemici che ti mettono in fuga e ti inseguono per tre mesi, oppure tre giorni di peste in tutto il territorio. Pensaci e decidi quale risposta devo dare al Signore che mi ha mandato».
14 Davide rispose a Gad: «Non ho via d'uscita: non voglio cadere nelle mani degli uomini, preferisco cadere nelle mani del Signore, perché grande è la sua bontà».
15 Allora il Signore colpì con la peste il paese, da Dan a nord fino a Bersabea a sud. La peste cominciò quel mattino e durò fino al tempo fissato. Morirono settantamila persone.
16 Ma quando l'angelo del Signore stava per lanciare la distruzione su Gerusalemme, il Signore decise di interrompere la disgrazia e ordinò all'angelo sterminatore del popolo: «Basta, fermati!». In quel momento l'angelo si trovava sopra il cortile di Arauna il Gebuseo.
17 Quando Davide vide l'angelo che colpiva il popolo si rivolse al Signore e pregò: «Io solo ho sbagliato, il pastore ha peccato. li gregge non ha nessuna colpa. Punisci me e la mia famiglia».

DAVIDE COSTRUISCE UN ALTARE AL SIGNORE

(vedi 1 Cronache 21, 18- 27)
18 Quello stesso giorno Gad andò da Davide e gli disse: «Va' a innalzare un altare al Signore nel cortile di Arauna il Gebuseo».
19 Davide fece come gli aveva ordinato il Signore per bocca di Gad.
20 Arauna vide il re e i ministri che andavano da lui; andò loro incontro, si inchinò fino a terra
21 e chiese al re:
- Come mai il mio re viene da me?
- Per comprare da te questo cortile, - rispose Davide. - Voglio costruirvi un altare in onore del Signore perché la pestilenza resti lontana dal popolo.
22 - Prendilo pure, o mio re, - rispose Arauna, - e offri i sacrifici che vuoi. Anzi ti dono i miei buoi per il sacrificio e questo carro e gli attrezzi per il fuoco.
23 Il tuo servo Arauna, o re, ti dona tutto. E il Signore tuo Dio accetti la tua offerta, - concluse Arauna.
24 Ma il re gli rispose:
- No, desidero comprare tutto al giusto prezzo. Non voglio offrire al Signore sacrifici che non mi costano nulla. Davide comprò il cortile e i buoi per cinquanta pezzi d'argento.
25 Costruì lì un altare al Signore e offrì vari sacrifici. Il Signore mostrò la sua bontà verso tutto il paese e cessò di colpire il popolo d'Israele.
Web Trapanese eXTReMe Tracker